San
Pellegrino primo vescovo di Triocala e di Sicilia odierna Caltabellotta,
patrono di Caltabellotta
San Pellegrino
Vescovo di Triocala
Secondo
la leggenda l'apostolo Pietro dopo avere ordinato vescovo Pellegrino,
originario di Lucca di Grecia, da Roma lo manda in Sicilia insieme ad alcuni
compagni allo scopo di convertire i pagani dell'isola alla fede cristiana.
Pellegrino sbarcato alla foce del fiume Verdura, oppure, secondo altri, ad
Eraclea Minoa (ricordata col nome di piccola Cartagine), si sofferma qualche
giorno per predicare.
Malgrado le difficoltà iniziali riesce a convertire parecchi alla fede di
Cristo, dopo di che decide di portare a compimento quella che sembra sia la
principale impresa della sua missione e si avvia verso la città di Triocala,
che era distante 16 miglia da Eraclea Minoa e si trovava nella terra di
Caltabellotta. Era lì infatti che in una caverna del monte dimorava un feroce
dragone aduso ad uccidere quanti incontrava, uomini e animali, e a cui gli
abitanti di Triocala offrivano in pasto, per quietarne la fame, teneri fanciulli
estratti a sorte tra la popolazione. Era tale flagello che Pellegrino correva a
debellare, per ordine di Pietro e per volontà di Dio, mossosi finalmente a
pietà degli empi idolatri.
Lasciata Eraclea, Pellegrino raggiunge così in barca la foce del Verdura e da
lì prosegue a piedi guidato da un angelo. Arrivato a Triocala a delle donne
egli chiede invano un tozzo di pane in elemosina, avviene qualcosa di
portentoso. Dal forno esse estraggono i loro pani trasformati dopo la cottura
in duri sassi e del prodigio è subito piena la città. Ricercato invano dalle
autorità che vogliono conoscere l'autore della miracolosa trasformazione,
Pellegrino riappare solo il giorno in cui la milizia si reca a prelevare il
bimbo estratto a sorte per il pasto del drago.
Mosso così a pietà, il sant'uomo, dopo avere rassicurato l'infelice donna, le
promette in nome di Dio onnipotente la salvezza del figlio e la sconfitta del
Maligno. Tolto quindi di mano il fanciullo ai soldati è egli stesso che si
avvia verso il covo del terribile drago, seguito a distanza dalla madre della
vittima e da una moltitudine di gente incuriosita ed affascinata.
Ma non appena il drago, che discendeva baldanzoso dalle balze del monte, giunge
al cospetto di Pellegrino, eccolo arrestarsi pieno di terrore e, con grande
meraviglia di coloro che seguivano a distanza, emettendo terribili strepiti,
retrocedere fino alla sua caverna. Pellegrino, seguito questa volta da un
gruppo più sparuto di persone, insegue il mostro e raggiuntolo gli conficca
nelle fauci spalancate il suo miracoloso bastone. Il terribile dragone è così
sprofondato per sempre nell'abisso di una spelonca. Il fanciullo salvato viene
tosto battezzato col nome di Liberato e coloro che avevano assistito al
portento, istruiti da Pellegrino abbracciano subito la fede di Cristo.
Deciso a menare vita eremitica, Pellegrino scelse poi una grotta posta poco più
in alto di quella del dragone e ivi si installò dedicandosi alla meditazione e
alla preghiera.
La fama delle sue imprese lo costringe tuttavia a scendere ben presto in
città. Richiamato a furor di popolo egli è così accolto dai governanti di
Triocala i quali, non appena ebbero ascoltato dalla sua bocca la parola del
Vangelo, immediatamente si convertirono. Anche le svariate guarigioni che egli opera
sugli ammalati accorsi a vederlo contribuiscono ad aumentare le conversioni.
Chiese ed altari vengono quindi fatti erigere da Pellegrino per la nuova fede
ed egli, da buon Vescovo, si adopera ad organizzare la Diocesi che presiederà
per 30 anni, fino all'età di 70. Tra i sacerdoti che verranno da lui ordinati vi
sarà Liberato il quale coronerà la sua carriera divenendo anch'egli vescovo di
Triocala e infine santo.
Una tradizione lo vuole martire durante la persecuzione di Nerone. Un altro
racconto vuole che egli sia rimasto illeso alle torture dei carnefici e sia
tornato a vivere nella sua grotta fino al giorno in cui spirerà pacificamente
attorniato dal conforto del suo popolo.
Una volta morto, Pellegrino venne sepolto nei pressi della grotta in cui aveva
dimorato; pare però che in seguito le sue reliquie siano state trasferite a
Lucca di Grecia dove tuttora esiste il culto.
Dopo la scomparsa della città e diocesi di Triocala, in seguito alla conquista
araba della Sicilia, il culto di S. Pellegrino continuò nel nuovo centro di
Caltabellotta. Accanto alla grotta dove egli dimorò era sorto anche un
convento, ingranditosi notevolmente nel tempo, nel quale dimoravano parecchi
eremiti che votati a Pellegrino erano addetti alla celebrazione del suo culto.
La festa viene celebrata il 30 gennaio e a Caltabellotta il 18 agosto.
Autore: Raimondo Lentini
Melchiorre Trigilia. San
Pellegrino di Caltabellotta, dalla Leggenda alla Storia :
http://www.caltabellotta.com/files/download/San_Pellegrino.pdf
Voir aussi : http://www.caltabellotta.net/festecaltabellottesi/sanpellegrino/feste.htm
https://www.vivasicilia.com/festa-di-san-pellegrino-caltabellotta/
https://discoverplaces.travel/en/caltabellotta-in-sicily-land-of-saints-and-heroes/
http://www.caltabellotta.com/tradizioni/sanpellegrino.asp
https://www.youontour.it/en/curiosita/saint-pellegrino-and-the-diabolical-dragon/
http://www.caltabellotta.net/festecaltabellottesi/sanpellegrino/2015/pellegrino8.htm