Chiesa dei SS Pietro e Paolo, Piazza Parrocciale Borgosesia
Saint Paolina of Rome
Profile
One of a group of
Roman women martyred in an early persecution, date unknown.
Santa Paolina Vergine e martire
Venerata a Borgosesia
La Collegiata dei Santi
Pietro e Paolo in Borgosesia ebbe in dono le reliquie di questa santa,
estratte, in un anno non precisato, dalla catacomba di Priscilla, grazie a don
Carlo Gibellini canonico a Novara, appartenente alla nobile famiglia del luogo,
che lo ottenne attraverso non meglio specificate conoscenze negli ambienti
della curia romana, al tempo del pontificato di papa Clemente IX. Per collocare
la reliquia, donata nel 1668, venne scelta la cappella di San Francesco, di
patronato della stessa famiglia Gibellini e fu realizzata un’apertura sopra la
mensa dell’altare, penalizzando la pala che vi è ancora conservata. Tale
sistemazione risultò presto inadeguata e, seguendo il gusto dell’epoca, si
progettò la costruzione di un apposito ambiente da destinare esclusivamente al
culto della santa. Lo scurolo, realizzato nella zona sottostante il
presbiterio, fu portato a termine nel 1712, ma soltanto nel 1821 si trasportò
il corpo di Paolina, ricomposto in una ricca urna di legno dorato e cristalli.
L’attuale sistemazione, nuovamente nel loculo originario della cappella di San
Francesco, risale al 1948, quando, senza una ragione precisa, si decise di
rimuovere l’urna dallo scurolo; l’ambiente, decorato con affreschi che
riproducono le allegoriche figure delle Virtù Cristiane e la gloria della
presunta martire, venne inopportunamente destinato a ripostiglio della chiesa,
funzione che svolge ancora attualmente. Questo nuovo ulteriore spostamento,
poco consono, comportò la sostituzione dell’urna antica con l’attuale di più
modesta fattura. Nel dicembre dello stesso anno, il teschio venne ricoperto da
un leggero strato di cera e dotato di capelli veri, donati dalla bambina
Giuliana Pagani, l’anello, il braccialetto d’oro e la corona d’argento, furono
invece donati nel 1921; nell’urna venne sistemato anche il “vaso di sangue”
racchiuso in un cilindro di vetro. Le reliquie vennero attribuite all’omonima
presunta vergine e martire di Roma, ricordata con altre compagne al giorno 31
dicembre e indicata, sia dal Martirologio Geronimiano sia dall’itinerario De
locis sanctis martyrum, deposta nella catacomba dei Giordani. Una tale
identificazione non sembra però del tutto sostenibile in quanto, a prescindere
dalla storicità del gruppo di vergini e martiri di cui Paolina farebbe parte,
la reliquia conservata a Borgosesia non proviene dalla catacomba dei Giordani
ma da quella di Priscilla, come indicato nei documenti: due complessi
cimiteriali che, pur situati entrambi sulla Via Salaria Nova, sono distinti.
Inoltre, la prima attestazione in età moderna del complesso dei Giordani risale
al 1720, in un’opera del Marangoni, quando già da tempo il corpo santo era
presente nel borgo valsesiano. Confusione tra le due catacombe venne compiuta
anche dal Baronio nella compilazione del Martirologio Romano cui poi si
attinsero le notizie per promuovere in loco il culto di Paolina. Nemmeno le
indagini archeologiche, compiute negli anni sessanta del novecento all’interno
del complesso dei Giordani, hanno permesso di fare maggiore chiarezza sul
gruppo delle sette giovani che le fonti vorrebbero lì venerate, né di
localizzare l’eventuale loro sepoltura. Nel 1683 la comunità borgosesiana fece
richiesta alla curia diocesana di poter celebrare la festa in onore della santa
nell’ultima domenica di settembre, anniversario della sistemazione della
reliquia nella cappella di San Francesco (1682). La motivazione presentata per
lo spostamento di data rispetto alla ricorrenza del 31 dicembre, giorno a cui
il martirologio assegna il ricordo del gruppo di martiri cui si credeva facesse
parte anche Paolina, fu che in tale data ricorreva già la memoria del pontefice
San Silvestro. In realtà dietro a questa richiesta è forse possibile vedere un
tentativo di slegare, almeno a livello liturgico, il legame tra questo corpo
santo e la santa omonima, in conformità, come si vedrà, con la prassi che
regolava il recupero dei corpi santi; non si comprende, infatti, perché il
ricordo di San Silvestro, che non ha mai goduto di particolare culto a
Borgosesia, fosse d’impedimento alla celebrazione della presunta martire.
Avendo ricevuto il benestare della curia, da quell’anno la festa di Santa
Paolina è stata celebrata nell’ultima domenica di settembre, questo fino agli
anni settanta del secolo scorso, quando è cessata ogni forma pubblica di culto
nei suoi confronti. Particolari festeggiamenti, che prevedevano il solenne
trasporto dell’urna per le vie della città, si tennero in occasione dello
spostamento della reliquia nello scurolo (29 giugno – 1 luglio 1821), nell’anno
seguente al centenario di tale spostamento (1 – 3 luglio 1922) ed infine dopo
venticinque anni (27 – 29 giugno 1948). A curare l’organizzazione di queste
manifestazioni e per promuovere il culto della santa era attiva in parrocchia
un’associazione che ne portava il nome, tra i cui membri vi erano molte ragazze
e giovani non sposate della città.
Autore: Damiano Pomi