Milano: statua di Sant'Eugenio nel museo della chiesa di Sant'Eustorgio.
Foto di Giovanni Dall'Orto, 1-3-2007.
Saint Eugène
Évêque de Milan
Évêque de Milan sur lequel nous n'avons pratiquement
aucun renseignement, sauf la mention de son nom et le fait qu'il restaura la
liturgie ambrosienne alors menacée de disparition.
SOURCE : https://nominis.cef.fr/contenus/saint/9802/Saint-Eugene.html
Saint Eugene of Milan
Also known as
- Eugenius
Profile
Sant' Eugenio di Milano Vescovo
Emblema : Bastone pastorale
La Notitia ecclesiarum
urbis Romae della seconda metà del sec. VIII elenca anche i santi venerati a
Milano, tra i quali un s. E. confessore, ricordato unitamente a due vescovi di
Milano, s. Eustorgio e s. Magno, essi pure qualificati come confessori.
Documenti ecclesiastici milanesi dei secc. XI e XII (come il Kalendarium
Ambrosianum succ. XI ed il Beroldus) ed il Liber notitiae Sanctorum Mediolani,
del sec. XIV, ricordano il 30 dic. Ia deposizione e traslazione di s. E.,
vescovo, nella chiesa di S. Eustorgio. Nessun vescovo di nome E. si trova nella
lista dei vescovi di Milano fino al 1922.
Landolfo Seniore, nella sua Historia Mediolanensis (dell'inizio del sec. XII),
dicendo di riferire il testo di un sermone del vescovo Tommaso (780 ca.), lo
presenta come un transmontanus episcopus senza indicarne la sede, e come padre
spirituale di Carlo Magno, attribuendogli il merito di avere difeso, in un
concilio tenutosi a Roma poco dopo la fine del regno longobardo, il rito
ambrosiano contro Carlo Magno e papa Adriano I, che lo volevano abolire in nome
dell'unità del mondo cristiano. In seguito alla difesa fattane da s. E., si
sarebbe deciso di mettere sull'altare maggiore di S. Pietro in Vaticano un
libro liturgico ambrosiano ed uno romano, di chiudere accuratamente la
basilica, di digiunare e pregare per tre giorni e di scegliere, come libro
liturgico normativo per tutta la Chiesa, quello dei due che fosse stato trovato
aperto. Allorché dopo tre giorni si entrò in S. Pietro, i libri dei due riti
furono trovati chiusi, ma, con meraviglia di tutti, improvvisamente ambedue si
aprirono. Apparve chiaro che il Signore voleva il mantenimento di ambedue i
riti.
Passando per Milano, prima di rientrare nella sua sede, E. in seguito alle
preghiere del clero e dei maggiorenti della città accettò di restarvi per un
po' di tempo. Nel frattempo, il vescovo morì. I milanesi, successivamente, ne
avrebbero perso la memoria, che però, fu rinnovata da un miracolo operato dal
santo a favore di una donna inferma cui chiese di adoperarsi affinché lo
trasportassero dal sepolcro negletto alla vicina chiesa di S. Eustorgio. E così
si cominciò a celebrarne ogni anno la festa. Appare evidente il carattere
leggendario della narrazione di Landolfo, il cui scopo è di difendere le
tradizioni milanesi (rito ambrosiano, clerogamia, ecc.) contro la riforma di
Gregorio VII. Di E. si può soltanto dire che si tratta di un santo venerato con
culto locale, di cui non si sa l'epoca in cui visse e nemmeno se fu vescovo.
Autore: Antonio Rimoldi