Mamilian of Palermo B (AC)
Died 460. Bishop Mamilian of Palermo, Sicily, was exiled to Tuscany by the
Arian king Genseric. His relics were returned to Palermo, where they are
venerated (Benedictines).
Quadro di San Mamiliano, Santa Ninfa, Eustozio, Proculo e
Golbodeo, Martiri, Cattedrale di Palermo
San Mamiliano di Palermo
Vescovo e martire
V secolo
Visse al
tempo della dominazione vandalica in Sicilia. Fu l'ottavo vescovo di Palermo.
Venne esiliato in Africa verso il 450 assieme ai suoi compagni cristiani.
Riscattato dalla pietà di alcuni fedeli o di qualche vescovo Africano, passò in
Sardegna e quindi nell’isola di Montecristo e, infine, in quella del Giglio,
dove morì. Fondò diversi monasteri, qualcuno anche per monache eremite tra le
quali ricordiamo i nomi di Ninfa e forse Oliva. Una parte delle sue reliquie
furono portate a Roma nella chiesa di S. Maria in Monticelli e, un secolo dopo,
anche a Spoleto. La Diocesi di Palermo lo festeggia il 16 giugno.
Emblema: Drago
Mamiliano
(o Massimiliano) di nazionalità incerta, visse nel secolo V (dal 440 al 480);
la cronotassi dei Vescovi di Palermo vuole che sia stato l’ottavo (455-479).
Durante la persecuzione Vandalica (verso l’anno 450) in seguito ad una
persecuzione religiosa per opera degli Ariani (o di qualche vescovo ariano) fu
mandato in esilio in Africa, forse a Cartagine.
Di là riscattato, o dalla pietà dei fedeli o da qualche vescovo africano (S.
Paolino da Nola ?), si ritirò in Sardegna e poi in una delle Isole dell’Arcipelago
Toscano, ove visse una vita eremitica e dove pare abbia fondato parecchi
monasteri, anche per monache eremite tra le quali si ricordano Ninfa e forse
anche Oliva (Cala d’Oliva all’Asinara, nda).
Ebbe parecchi compagni di esilio che vissero con lui la vita eremitica, tra cui
la tradizione ricorda: Senzio, presbitero, Eustochio, Procolo, Golbodeo, a cui
nella schiavitù africana si aggiunsero Lustro, Vindemio, Teodosio, Aurelio,
Rustico, detti tutti Monaci. Il Martirologio dei Basiliani d’Italia e la Bibliotheca Sanctorum li
vogliono dell’Ordine di San Basilio.
Morì nell’Isola di Monte Giove (detta poi di Montecristo), in un famoso
Monastero o Abbazia.
Il culto del santo sacerdote, presentato come Vescovo e Martire da leggende
assai posteriori è intimamente connesso con la diffusione del Vangelo
nell'Arcipelago toscano e nella bassa Maremma.
E’ stato uno dei primi evangelizzatori della Toscana ed ancora oggi il suo
culto è diffuso tra i marinai dell’Arcipelago Toscano, specialmente all’Elba ed
al Giglio, ove è festeggiato al 15 settembre.
E' il Patrono principale della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello (GR).
Le sue Reliquie furono trasportate in tempi diversi a Sovana nella
Concattedrale, a Spoleto, a Roma (in S. Maria in Monticelli) e parte della
testa, nel 1658, nella Cattedrale di Palermo.
Nella Diocesi di Palermo è celebrato al 16 giugno, data della prima Invenzione
delle Reliquie a Sovana (per un errore del Mongitore). Dal 1976
è il Patrono Secondario dell’Arcidiocesi di Palermo, dopo essere stato
celebrato come Patrono principale dal 1625 circa.
Autore: Ugo Russo