Bienheureux Cyprian (Dedë)
Nika
Prêtre o.f.m.
et martyr en Albanie
(*Shkodër, 19 juillet
1900 † 11 mars 1948)
Cyprian (Dedë) Nika,
inséré dans le groupe de 38 martyrs tués en Albanie sous le régime communiste,
a été béatifiée à Shkodër (Albanie) le 5 novembre 2016 (>>> BBx
Vinçens (Kolë) Prennushi et 37 compagnons, martyrs), sur la place St
Etienne de la cathédrale.
Le card. Angelo Amato
s.d.b., Préfet de la Congrégation pour les Causes des Saints, représentant le
Pape François, a présidé la Messe de béatification en présence de dix mille
fidèles, beaucoup arrivés de l’étranger. Parmi les participants figuraient le
Chef de l’État, Bujar Nichani, le Président du Parlement, plusieurs ministres
et représentants d’autres religions.
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Martyrs de l’Église
d’Albanie (Les 40)
XXe siècle
40 Martyrs du Christ de
l’Église en Albanie
Fête le
+ en Albanie de 1913 à
1974
Groupe : « Vinçenc
Prendushi et 37 compagnons avec Luigj Paliq et Gjon Gazulli »
Le procès canonique pour
les Martyrs Albanais a été ouvert fin 2002, victimes de la persécution
religieuse en Albanie durant les années de dictature communiste (1943-1989). Le
procès concerne le père Luigj Paliq, Franciscain, assassiné au Kosovo en 1913,
et du P. Gjon Gazulli, pendu sur une place de Shkodrë en 1927, ainsi que 38
autres martyrs de la période de la dictature communiste 1945-1990, dont des
Franciscains et des Jésuites. Cela concerne sept évêques, de nombreux prêtres
diocésains (Mark Gjani), trois jésuites, treize franciscains, un séminariste.
Outre le Frère Gjon Pantalia, les autres martyrs jésuites sont les Pères
Giovanni Fausti et Daniel Dajani.
Les 40 témoins de la foi
tués en Albanie durant la persécution communiste :
Vinçenc Prendushi,
O.F.M., Frano Gjini (1948), Jul Bonati, Dom Alfons Tracki, Dom Anton Muzaj, Dom
Anton Zogaj, Dom Dedë Maçaj, Dom Dedë Malaj, Dom Dedë Plani, Dom Ejell Deda,
Dom Jak Bushati, Josif Mihali, dom Josef Marksen, Dom Lazër Shantoja, Dom Lekë
Sirdani, Dom Luigj Prendushi, Dom Marin Shkurti, Dom Mark Xhani, Dom Mikel
Beltoja, Dom Ndoc Suma, Dom Ndre Zadeja (Tirana, Albanie), Dom Pjetër Çuni, Dom
Shtjefën Kurti, Bernardin Palaj, O.F.M., Çiprian Nika, O.F.M., Gaspër
Suma, O.F.M., Gjon Sllaku (Shllaku), O.F.M., Karl Sarreqi, O.F.M., Mati
Prenushi, O.F.M., Serafin Koda, O.F.M., Daniel Dajani, S.J., Giovanni Fausti,
S.J., Gjon Pantalia, S.J., Fran Miraku, Mark Çuni, Gjelosh Lulashi, Qerim
Sadiku, Maria Tuci, Luigj Paliq (assassiné au Kosovo en 1913), O.F.M. et Dom
Gjon Gazulli (Scutari en 1927).
L’Église
Catholique de Shkodër
SOURCE : http://www.martyretsaint.com/martyrs-de-leglise-dalbanie-les-40/
Also
known as
Brother Ciprian
Ciprian Nika
Dedë Nikacj
Profile
Orphaned at
age five, he was educated by
the Franciscans. Studied in
Shkodër, Albania,
then Lankowitz and Graz in Austria,
then in Rome, Italy. Ordained a priest in Rome on 25 July 1924. Taught at
a Franciscan seminary from 1929 to 1932.
Novice master from 1932 to 1938. Franciscan provincial
master from 1938 to 1941.
Director of the Franciscan seminary from 1941 to 1944. Franciscan Guardian
of Gjuhadol in 1944.
On 15
November 1946 the Communist authorities arrested him
on a charge of concealing weapons behind a church altar. He
was imprisoned, tortured,
sentenced to death,
and finally executed. Martyr.
Born
19 July 1900 in
Shkodër, Albania
shot on 11 March 1948 in
Shkodër, Albania
26 April 2016 by Pope Francis (decree
of martyrdom)
5 November 2016 by Pope Francis
beatification celebrated
at the Square of the Cathedral of Shën Shtjefnit, Shkodër, Albania,
presided by Cardinal Angelo
Amato
Additional
Information
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MLA
Citation
“Blessed Dedë
Nikaj“. CatholicSaints.Info. 21 February 2023. Web. 4 March 2024.
<https://catholicsaints.info/blessed-dede-nikaj/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/blessed-dede-nikaj/
Beato Cipriano (Dedë)
Nika Sacerdote francescano, martire
>>>
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Scutari, Albania, 19
luglio 1900 – 11 marzo 1948
Padre Cyprian Nika, al
secolo Dedë, francescano albanese, fu padre provinciale della provincia
d’Albania e padre guardiano del convento di Scutari. Arrestato dalla polizia
segreta comunista col pretesto di aver collaborato all’occultamento di un
deposito di armi dietro l’altare di una chiesa, venne a lungo torturato, anche
se cercava, sulla base di argomentazioni filosofiche, di condurre i suoi
persecutori a credere in Dio. Venne fucilato a Scutari l’11 marzo 1948, insieme
al confratello Mati Prennushi e al vescovo Frano Gjini. Compresi tutti e tre
nell’elenco dei 38 martiri albanesi, di cui fanno parte altri cinque frati e un
vescovo francescani, è stato beatificato il 5 novembre 2016 a Scutari.
Studi e responsabilità
nel francescanesimo albanese
Dedë (corrispondente
all’italiano Domenico) Nika nacque a Scutari, in Albania, il 19 luglio 1900.
Rimase orfano a cinque anni. Frequentò quindi le elementari e le medie nella
scuola tenuta dai Frati Minori nella sua città, poi, come tutti quelli che desideravano
andare avanti verso il sacerdozio, venne inviato a studiare Teologia in
Austria.
Fu ordinato a Roma nel
1924. Il suo nome religioso era padre Cyprian (Cipriano). Nel 1937 divenne
Provinciale della provincia francescana d’Albania e, nel 1943, assunse
l’incarico di guardiano del convento di Scutari.
Una perquisizione sotto
le cineprese
Proprio in quel periodo
iniziarono le persecuzioni ai danni dei credenti di tutte le fedi, a opera del
partito comunista: in particolare, l’accanimento in ambito cattolico era contro
i gesuiti e i francescani, per la loro opera educativa e di preservazione delle
antiche tradizioni popolari albanesi.
Un caso eclatante avvenne
quando la polizia segreta di regime, la Sigurimi, scoprì un deposito di armi
dietro l’altare di sant’Antonio nella chiesa di San Francesco a Gjiudahol,
quartiere di Scutari. Il fatto, documentato da un filmato girato in presa
diretta dalla televisione di stato jugoslava, alle dipendenze del dittatore
Tito, era in realtà una messa in scena pianificata apposta per mettere agli
arresti i frati.
Un’occasione per dare
testimonianza
Anche padre Cyprian venne
incarcerato e più volte sottoposto a torture. Lo racconta uno dei suoi compagni
di prigionia, Ilir Bali: «Il soldato aprì la porta della nostra cella con
fragore di chiavi e si rivolse urlando al prete che si alzasse. Padre Nika,
perso nella sua preghiera, non si preoccupò del soldato; non lo sentiva o non
lo vedeva. Allora con una pedata portò brutalmente il prete fuori dai suoi sogni,
proseguì con un urlo di ingiuria mentre i due altri soldati che attendevano
sulla soglia della porta ridevano istericamente».
Il frate si alzò e,
lentamente, si diresse verso la stanza delle torture. Dopo parecchie ore venne
letteralmente buttato dentro la cella, dove Ilir Bali cercò di prendersi cura
di lui lavando le sue ferite, poi gli chiese come stesse: «Sto bene. Sto
molto bene», rispose, con voce fioca, «Ho dato loro una testimonianza».
L’argomentazione di padre
Cyprian
Bevve un sorso d’acqua,
poi spiegò: «Gli ufficiali della Sigurimi mi hanno detto che volevano discutere
scientificamente con me dell’esistenza di Dio. Erano in quattro. Non mi sono
mai sentito più felice di allora: “Cyprian”, ho detto a me stesso, “ecco
un’occasione di guadagnare l’amore e la misericordia dell’Altissimo”».
Basando la sua
argomentazione sulla teologia di san Tommaso d’Aquino, professò anche la sua
fede: «Come essere umano pensante, credo che esiste un “Qualcosa” dopo questa
breve vita sulla terra, dove il bene e il male troveranno ricompensa e castigo.
Un “Qualcosa” che superi i limiti della natura umana; un “Qualcosa” di
sovrumano, soprannaturale in cui il male e l’ingiustizia non hanno
posto…».
Ma la sua esposizione fu
interrotta dalle torture: i soldati avevano perso la pazienza. Mentre il frate
pregava: «Che sia fatta la Tua volontà», sentiva che uno dei persecutori
diceva: «Il mio Dio è Enver Hoxha», il presidente e dittatore albanese.
L’altro prigioniero
rispose che quella richiesta dei soldati era un’evidente presa in giro e che
avrebbe dovuto cercare di sfuggire a un male simile. La replica di padre
Cyprian fu: «Figlio mio, è vero, ma io ho anche una missione, più di altre in
questo ambiente: devo tenere la lampada accesa ogni volta e in qualsiasi luogo
sia spenta. Certamente, non è facile soffrire, ma la sofferenza, figlio mio,
rende la vittoria più nobile».
Il martirio e la
beatificazione
Padre Cyprian venne
fucilato l’11 marzo 1948 a Scutari, in un fosso vicino a una vigna: con lui, il
confratello Mati Prennushi e il vescovo-abate di Sant’Alessandro a Orosh
monsignor Frano Gjini. Le sue ultime parole, riportate nel verbale processuale,
furono: «Viva Cristo Re! Perdoniamo i nostri nemici. L'Albania non muore con
noi!».
L’Ordine dei Frati Minori
ha dato altri martiri alla Chiesa in Albania: molti di essi sono compresi
nell’elenco dei 38 beatificati a Scutari il 5 novembre 2016. Oltre a padre
Cyprian, si tratta del vescovo di Durazzo monsignor Vinçenc Prennushi e dei
padri Gjon Shllaku, Serafin Koda, Bernardin Palaj, Gaspër Suma e Karl Serreqi.
Autore: Emilia
Flocchini
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/95816
Martyrs
of Albania. Stained glass depiction at the Catholic Cathedral in Prishtinë
Beati Martiri
Albanesi (Vincenzo Prennushi e 37 compagni)
† Albania, 1945/1974
Tra i numerosissimi
cattolici di nazionalità albanese, che durante il regime comunista (1944-1991)
hanno subito prigionia, torture e falsi processi, nel tentativo di sradicare il
Vangelo e la cultura di un intero popolo, sono stati selezionati i nomi di 38
candidati agli altari, capeggiati dall’arcivescovo di Durazzo, monsignor
Vincenzo Prennushi. La lista comprende due vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7
sacerdoti francescani, 3 gesuiti (due sacerdoti e un fratello coadiutore), un
seminarista e quattro laici (compresa un’aspirante religiosa). Sono stati
beatificati il 5 novembre 2016, nella piazza davanti alla cattedrale di Santo
Stefano a Scutari.
Secondo alcune stime, in Albania, sotto il regime comunista negli anni 1944-1991, sono stati uccisi cinque vescovi, sessanta sacerdoti, trenta religiosi francescani e tredici gesuiti, dieci seminaristi e otto suore, senza contare i laici.
Le accuse con le quali venivano arrestati, torturati e a volte sottoposti a processi dall’esito già scritto erano principalmente due: quella di essere spie della Santa Sede e, specie nel caso di quanti avevano avuto contatti con l’Europa, di essere collaborazionisti del nazismo o del fascismo. C’era anche un ulteriore motivo: dato che molti sacerdoti erano anche letterati, eliminandoli fisicamente s’intendeva dare anche un duro colpo all’identità nazionale.
La dolorosa situazione dei cattolici albanesi ebbe fine quando, il 4 novembre 1990, la celebrazione di una Messa al cimitero cattolico di Scutari segnò la ripresa della pubblica professione di fede. Da allora, la memoria di quanti avevano dato la vita per la fede si è intensificata e ha portato alla richiesta d’introdurre la causa di beatificazione per alcuni di essi.
Quindi il 10 novembre 2002, nella cattedrale di Scutari, alla presenza del cardinal Crescenzio Sepe, all’epoca Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, è stata introdotta la fase diocesana del processo per accertare l’effettivo martirio di 38 candidati, capeggiati da Vincenzo Prennushi (al secolo Kolë), religioso dei Frati Minori e arcivescovo di Durazzo. La lista comprende due vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 sacerdoti francescani, 3 gesuiti (due sacerdoti e un fratello coadiutore), un seminarista e quattro laici.
Contemporaneamente, ma in maniera distinta, sono cominciate le cause del francescano padre Luigi Paliq, morto nel 1913, e del sacerdote diocesano don Gjon Gazulli, ucciso nel 1927; le loro sono state considerate “cause storiche”.
Le tre inchieste sono state concluse l’8 dicembre 2010, sempre nella cattedrale di Scutari, alla presenza del cardinale Claudio Hummes, Prefetto Emerito della Congregazione per il Clero, e convalidate con decreto del 9 marzo 2012.
Papa Francesco si è così espresso il 21 settembre 2014, nel corso del suo viaggio apostolico in Albania, precisamente durante la celebrazione dei Vespri nella cattedrale di Scutari: «In questi due mesi, mi sono preparato per questa visita, leggendo la storia della persecuzione in Albania. E per me è stata una sorpresa: io non sapevo che il vostro popolo avesse sofferto tanto! Poi, oggi, nella strada dall’aeroporto fino alla piazza, tutte queste fotografie dei martiri: si vede che questo popolo ancora ha memoria dei suoi martiri, di quelli che hanno sofferto tanto! Un popolo di martiri…».
Non molto tempo dopo, ossia nel mese di luglio 2015, sono stati presentati alla Congregazione vaticane delle Cause dei Santi i due volumi della “positio super martyrio” di monsignor Prennushi e dei suoi 38 compagni. Il 17 novembre dello stesso anno i consultori teologi si sono pronunciati favorevolmente circa l’effettiva morte in odio alla fede dei potenziali martiri. Il 26 aprile 2016, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che ufficializzava il loro martirio.
La loro beatificazione è stata fissata al 5 novembre 2016, sulla piazza della
cattedrale di Santo Stefano a Scutari; a presiederla, in qualità di delegato
del Santo Padre, il cardinal Amato.
Nel presentare l’elenco che segue, ordinato in base alle date di morte dei
singoli Beati, precisiamo che, nel caso dei religiosi, il nome al secolo è
riportato tra parentesi tonde, mentre quello religioso è italianizzato. Nelle
singole schede, invece, è italianizzato anche il nome proprio di quelli che non
sono religiosi. Quando possibile, verrà inserito il numero della scheda
relativa al singolo personaggio.
97000 - Lazër
Shantoja, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 5 marzo 1945 a Tirana
97003 - Ndre
Zadeja, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 25 marzo 1945 a Scutari
92209 - Giovanni
Fausti, sacerdote gesuita
95819 - Giovanni (Kolë) Shllaku, sacerdote francescano
92220 - Daniel Dajani, sacerdote gesuita
Qerim Sadiku, laico dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
96993 - Mark Çuni, seminarista dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
Gjelosh Lulashi, laico dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 4 marzo 1946 a Scutari
97010 - Alfons
Tracki, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 18 luglio 1946 a Scutari
Fran Mirakaj, laico coniugato dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† settembre 1946 a Tirana
97015 - Josef
Marxen, sacerdote dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo
† 16 novembre 1946 a Tirana
95815 - Bernardino
(Zef) Palaj, sacerdote francescano
† 2 dicembre 1946 a Scutari
97017 - Luigj
Prendushi, sacerdote della Diocesi di Sapë
† 24 gennaio 1947 a Shelqet, Scutari
97018 - Dedë
Maçaj, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 28 marzo 1947 a Përmet
97019 - Mark
Gjani, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 1947 a Shën Pal, Mirditë
95822 - Serafino
(Gjon) Koda, sacerdote francescano
† 11 maggio 1947 a Lezhë
92221 - Gjon
Pantalia, fratello gesuita
† 31 ottobre 1947 a Scutari
97021 - Anton
Zogaj, sacerdote dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo
† 9 marzo 1948 a Durazzo
97001 - Frano
Gjini, vescovo e abate nullius di Sant’Alessandro a Orosh (attualmente in Diocesi
di Rrëshen)
95821 - Mattia
(Pal) Prennushi, sacerdote francescano
95816 - Cipriano
(Dedë) Nika, sacerdote francescano
† 11 marzo 1948 a Scutari
95817 - Dedë
Plani, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 30 aprile 1948 a Scutari
97020 - Ejëll
Deda, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 12 maggio 1948 a Scutari
97023 - Anton
Muzaj, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† primavera 1948 a Scutari
Pjetër Çuni, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 31 luglio 1948 (data probabile) a Koplik, Scutari
97024 - Josif
Papamihali, sacerdote dell’Amministrazione apostolica dell’Albania del Sud
(Rito greco-cattolico albanese)
† 26 ottobre 1948 a Maliq, Coriza
92980 - Aleksander
Sirdani, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 26 dicembre 1948 a Koplik, Scutari
95823 - Vincenzo
(Kolë) Prennushi, sacerdote francescano, arcivescovo di Durazzo
† 20 marzo 1949 a Durazzo
97025 - Jak
Bushati, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 4 aprile 1949 a Lezhë
95818 - Gaspare
(Mikel) Suma, sacerdote francescano
† 16 aprile 1950 a Scutari
94615 - Maria
Tuci, giovane laica, aspirante delle Suore Stimmatine
† 24 ottobre 1950 a Scutari
97032 - Jul
Bonati, sacerdote dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo
† 5 novembre 1951 a Scutari
95820 - Carlo
(Ndue) Serreqi, sacerdote francescano
† 4 aprile 1954 a Burrel, Scutari
97033 - Ndoc
Suma, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 22 aprile 1958 a Scutari
97037 - Dedë
Malaj, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 12 maggio 1959 a Scutari
97035 - Marin
Shkurti, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† aprile 1969 a Scutari
97034 - Shtjefën
Kurti, sacerdote dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo
† 20 ottobre 1971 a Fushe, Krujë
97036 - Mikel
Beltoja, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult
† 10 febbraio 1974 a Scutari
Autore: Emilia Flocchini
SOURCE : https://www.santiebeati.it/dettaglio/96474
Atë Çiprijan Nikaj O.F.M.
Martiret e Komunizmit October
19, 2015
Lindi në Shkodër më
19.07.1900. Studioi në Seminarin e Fretërve Minorë të Shkodrës, pastaj në
Lankowitz dhe Grac (Austri) dhe Teologjinë në Romë dhe Peshia (Itali). U
shugurua meshtar në Romë më 25.07.1924. Dha mësim në Seminarin e Fretërve
Minorë. Mësues i xhakojve (1929-1932), Mësues i novicëve (1932-1938),
Ministër Provincial (1938-1941), Drejtor i Seminarit Françeskan (1941-1944),
Guardian i Gjuhadolit prej vitit 1944 derisa vdiq. U arrestua në Shkodër dhe u
burgos më 15.11.1946. U dënua me vdekje më 28.12.1947 dhe u pushkatua më
11.03.1948.
It.
Nacque a Scutari il
19.07.1900. Ha studiato nel Seminario dei Frati Minori a Scutari, poi a
Lankowitz e a Graz in Austria e la Teologia a Roma e a Pescia. Fu ordinato
sacerdote a Roma il 25.07.1924. Insegnante nel Seminario dei Frati Minori.
Maestro dei chierici (1929-1932), Maestro dei novizi (1932-1938), Ministro
Provinciale (1938-1941), Direttore del Seminario Francescano (1941-1944),
Guardiano di Gjuhadol dal 1944 fino alla morte. Fu arrestato a Scutari e lì
imprigionato il 15.11.1946. Fu condannato a morte il 28.12.1947. Fu fucilato
l’11.03.1948.
SOURCE : http://www.kishakatolikeshkoder.com/at%c3%ab-%c3%a7iprijan-nikaj-ofm/
Voir aussi : https://www.iskk.gov.al/wp-content/uploads/2017/03/fjalori-enciklopedik-i-ri-D-G-1.pdf