Bienheureux Mark Çuni
Séminariste et martyr en Albanie
(*Bushati, 30 septembre 1919 † Shkodër, 4 mars 1946)
Mark Çuni, inséré dans le
groupe de 38 martyrs tués en Albanie sous le régime communiste, a été béatifiée
à Shkodër (Albanie) le 5 novembre 2016 (>>> BBx
Vinçens (Kolë) Prennushi et 37 compagnons, martyrs), sur la place St
Etienne de la cathédrale.
Le card. Angelo Amato
s.d.b., Préfet de la Congrégation pour les Causes des Saints, représentant le
Pape François, a présidé la Messe de béatification en présence de dix mille
fidèles, beaucoup arrivés de l’étranger. Parmi les participants figuraient le Chef
de l’État, Bujar Nichani, le Président du Parlement, plusieurs ministres et
représentants d’autres religions
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Martyrs de l’Église
d’Albanie (Les 40)
XXe siècle
40 Martyrs du Christ de
l’Église en Albanie
Fête le
†+en Albanie de 1913 à
1974
Groupe : « Vinçenc
Prendushi et 37 compagnons avec Luigj Paliq et Gjon Gazulli »
Le procès canonique pour
les Martyrs Albanais a été ouvert fin 2002, victimes de la persécution
religieuse en Albanie durant les années de dictature communiste (1943-1989). Le
procès concerne le père Luigj Paliq, Franciscain, assassiné au Kosovo en 1913,
et du P. Gjon Gazulli, pendu sur une place de Shkodrë en 1927, ainsi que 38
autres martyrs de la période de la dictature communiste 1945-1990, dont des
Franciscains et des Jésuites. Cela concerne sept évêques, de nombreux prêtres
diocésains (Mark Gjani), trois jésuites, treize franciscains, un séminariste.
Outre le Frère Gjon Pantalia, les autres martyrs jésuites sont les Pères
Giovanni Fausti et Daniel Dajani.
Les 40 témoins de la foi
tués en Albanie durant la persécution communiste :
Vinçenc Prendushi,
O.F.M., Frano Gjini (1948), Jul Bonati, Dom Alfons Tracki, Dom Anton Muzaj, Dom
Anton Zogaj, Dom Dedë Maçaj, Dom Dedë Malaj, Dom Dedë Plani, Dom Ejell Deda,
Dom Jak Bushati, Josif Mihali, dom Josef Marksen, Dom Lazër Shantoja, Dom Lekë
Sirdani, Dom Luigj Prendushi, Dom Marin Shkurti, Dom Mark Xhani, Dom Mikel
Beltoja, Dom Ndoc Suma, Dom Ndre Zadeja (Tirana, Albanie), Dom Pjetër Çuni, Dom
Shtjefën Kurti, Bernardin Palaj, O.F.M., Çiprian Nika, O.F.M., Gaspër Suma,
O.F.M., Gjon Sllaku (Shllaku), O.F.M., Karl Sarreqi, O.F.M., Mati Prenushi,
O.F.M., Serafin Koda, O.F.M., Daniel Dajani, S.J., Giovanni Fausti, S.J., Gjon
Pantalia, S.J., Fran Miraku, Mark Çuni, Gjelosh Lulashi, Qerim Sadiku, Maria
Tuci, Luigj Paliq (assassiné au Kosovo en 1913), O.F.M. et Dom Gjon Gazulli
(Scutari en 1927).
L’Église
Catholique de Shkodër
SOURCE : http://www.martyretsaint.com/martyrs-de-leglise-dalbanie-les-40/
Profile
Mark was a 3rd year seminarian at
the Albanian Pontifical Seminary in
the archdiocese of Shkodër-Pult, Albania.
For his adherence to his faith, he
was arrested by Communist authorities
on 7
December 1945, imprisoned in
Shkodër for several months, sentenced to death on 22 February 1946,
and then executed. Martyr.
Born
30 September 1919 in
Ranza Bushat, Shkodër, Albania
shot by
a machine-gun squad at 6am on 4 March 1946 at
the Varrezat e Rrmajit cemetery on the Rruga Hile Mosi in Shkodrë, Albania
the body was left laying
outside for a day to show the locals what would happen to those who opposed the
Communists
buried with
other martyrs in
a mass grave near the nearby river bed on the night of 5 March;
rubbish bins were stacked on the grave to conceal it
26 April 2016 by Pope Francis (decree
of martyrdom)
5 November 2016 by Pope Francis
beatification celebrated
at the Square of the Cathedral of Shën Shtjefnit, Shkodër, Albania,
presided by Cardinal Angelo
Amato
Additional
Information
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fonti
in italiano
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e internetit në gjuhën shqipe
MLA
Citation
“Blessed Mark
Çuni“. CatholicSaints.Info. 21 February 2023. Web. 4 March 2024.
<https://catholicsaints.info/blessed-mark-cuni/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/blessed-mark-cuni/
Beato Marco Çuni Seminarista
e martire
>>>
Visualizza la Scheda del Gruppo cui appartiene
Bushati, Albania, 30
settembre 1919 – Scutari, Albania, 4 marzo 1946
Mark Çuni, allievo dei
Pontificio Seminario di Scutari, contrastò la propaganda del regime comunista
producendo, insieme all’amico e collega Gjergj Bici, una serie di volantini
firmati «Unione Albanese». La polizia segreta scoprì il suo progetto e colse
l’occasione per incastrare i Gesuiti che dirigevano il Seminario. A seguito di
un processo-farsa, Mark venne condannato a morte per fucilazione insieme ad
altri cinque uomini: i padri gesuiti Giovanni Fausti e Daniel Dajani, il
francescano Gjon Shllaku, i laici Gjelosh Lulashi e Qerim Sadiku. La sentenza
fu eseguita il 4 marzo 1946 presso il cimitero cattolico di Scutari. Insieme ai
suoi compagni di martirio, Mark Çuni è stato incluso nell’elenco dei 38 martiri
albanesi beatificati il 5 novembre 2016 a Scutari.
Famiglia e formazione
Mark Çuni nacque nel
villaggio di Bushati, in Albania, il 30 settembre 1919. Proveniva da una
famiglia che si era resa nota nella zona per il suo coraggio e il suo
ardimento.
Frequentò le elementari
nel suo villaggio, ma per le scuole secondarie passò a Scutari. A 18 anni
divenne allievo del Collegio Saveriano di Scutari, annesso al Pontificio
Seminario diocesano, entrambi retti dai Gesuiti.
I rischi del comunismo
Quando Mark era ormai
molto avanti negli studi teologici, l’Albania fu occupata prima dall’esercito
italiano fascista, poi da quello tedesco nazista. Alla fine del 1944, i
tedeschi si ritirarono e i partigiani comunisti, comandati da Enver Hoxha,
conquistarono il potere.
Gli allievi del
Seminario, che avevano iniziato a temere il pericolo imminente, avevano
cominciato a produrre un mensile, «Aurora consurgens», stampato in proprio con
il ciclostile con cui, all’epoca, venivano riprodotti i libri di testo.
La propaganda comunista,
intanto, aumentava sempre più: non passava giorno che, sulle porte delle case,
comparissero volantini dai toni minacciosi, spesso distribuiti dai giovani. I
seminaristi avvertirono il peggioramento della situazione e trovarono un modo
insolito per reagire.
Il primo volantino
Nel mese di aprile 1945,
durante una ricreazione, qualcuno lesse una poesia satirica, a firma del
francescano padre Gjon Shllaku, diretta contro Tuk Jakovë, all’epoca segretario
del partito comunista per la regione di Scutari. I giovani scoppiarono in una fragorosa
risata: il componimento descriveva alla perfezione il clima politico in cui
vivevano.
A Mark venne un’idea, che
rivelò subito, sussurrandogliela all’orecchio, all’amico e collega Gjergj Bici:
riprodurre la poesia su dei volantini. Gjergj aveva sottratto alle
perquisizioni il ciclostile con cui veniva stampato «Aurora consurgens» e
l’aveva nascosto nel laboratorio di fisica.
Con una scusa, domandò a
un altro studente, Ndoc Vata, le chiavi dell’aula: insieme a Mark, portò
l’apparecchio in soffitta e lì iniziarono a riprodurre la poesia. Con l’aiuto
di alcuni amici fidati, iniziarono a farla circolare: di mano in mano, procurò
un certo sollievo in quei tempi critici.
L’Unione Albanese
Visto il successo, Mark e
Gjergj decisero di produrre un altro volantino, poi un altro ancora. Come
pseudonimo, dato che rischiavano di essere scoperti ed espulsi per aver violato
le regole del Seminario, si firmarono «Bashkimi Shqiptar», ovvero «Unione
Albanese».
Grazie alle vacanze
estive, poi, i seminaristi che vivevano le prime esperienze pastorali, ne
approfittarono per estendere ancora di più la distribuzione dei volantini ai
villaggi e ai paesi di montagna.
Le false elezioni
L’estate 1945, tuttavia,
segnò anche l’inizio di voci relative a una probabile tornata elettorale.
Nell’autunno successivo, Mark e Gjergj andarono al liceo Illyricum dei Frati
Minori, per parlare con Zef Plluni, un lontano parente del secondo. Il loro
scopo era procurarsi altri ciclostile e macchine da scrivere, perché le
elezioni erano state fissate per il mese di dicembre e, nei fatti, non c’erano
candidati se non per il partito comunista.
Zef era di parere
contrario: pensava che, essendo giovani, nessuno li avrebbe ascoltati. Gli
altri due replicarono che si dovevano affrontare i comunisti usando le loro
stesse armi di propaganda, anche con l’impiego dei giovani. L’allievo
francescano provò ancora a dissuaderli, ma senza verso.
Nel periodo
pre-elettorale, l’Unione Albanese uscì con altri quattro o cinque volantini,
distribuiti sempre nella segretezza più estrema, tramite parenti, conoscenti o
altri colleghi. L’unico professore a sapere dell’organizzazione era il
professore laico Gjelosh Lulashi.
Tuttavia, il 27 novembre,
pochissimi giorni prima delle elezioni, uno degli studenti del Seminario, Fran
Gaçi, venne arrestato, poi rilasciato: morì a casa propria, di lì a poco, a
causa delle torture subite. Il 2 dicembre si tennero le prime elezioni,
nient’affatto libere: c’era una sola lista e chi non andava a votare era
minacciato.
L’arresto
Cinque giorni dopo, il 7
dicembre, Mark fu arrestato, seguito da Gjergj Bici, Ndoc Vata e altri. Tutti
subirono pesanti torture, volte a far rivelare loro i particolari del complotto
cui erano accusati di far parte, insieme ai Gesuiti e ai Frati Minori.
La sera del 31 fu la
volta del rettore, padre Daniel Dajani, e del viceprovinciale dei Gesuiti,
padre Giovanni Fausti: erano appena tornati dal villaggio di Fran Gaçi, dove
avevano celebrato una Messa in suo suffragio.
Il processo
Gli accusati erano
portati a deporre in condizioni pietose. L’accusa principale che veniva loro
rivolta era quella di essere delle spie del Vaticano e, di conseguenza, di aver
tradito la propria patria.
Mark, in particolare, era
stato torturato a tal punto che due guardie dovevano sorreggerlo. Il suo
spirito e la sua ironia, però, erano decisamente intatti, a giudicare dalle
parole che rivolse ai giudici:
«Noi seminaristi non
siamo dispiaciuti e non chiediamo pietà per noi stessi perché abbiamo impiegato
i mezzi di propaganda che la costituzione garantisce e che voi medesimi
promuovete. Nondimeno, siamo dispiaciuti e non possiamo essere assolti dalla
colpa di aver infranto le regole dell’obbedienza e di aver così implicato i
nostri superiori che voi state falsamente presentando come capi della nostra
organizzazione, l’Unione Albanese».
Il martirio
Il 22 febbraio 1946
vennero lette le sentenze. Otto furono i condannati a morte per fucilazione:
padre Gjon Shllaku, padre Giovanni Fausti, padre Daniel Dajani, i seminaristi
Mark Çuni e Gjergj Bici, i laici Gjelosh Lulashi, Fran Mirakaj e Qerim Sadiku. Gli
altri furono invece destinati al carcere, per un periodo che poteva andare dai
cinque anni all’intera vita, di fatto, se avessero anche minimamente
trasgredito. Per Gjergj Bici la sentenza venne poi cambiata in anni di lavori
forzati, mentre Fran Mirakaj risulta che sia morto nel settembre 1946.
All’alba del 4 marzo, i
sei rimasti furono trasportati al cimitero cattolico di Scutari, luogo della
loro esecuzione. Alle 6 in punto venne dato l’ordine di fare fuoco agli otto
soldati del plotone, armati di mitragliatrici.
Mark pronunciò quindi le
sue ultime parole: «Perdono tutti coloro che mi hanno giudicato, condannato e
coloro che mi stanno assassinando. Dite a mia madre che deve regalare i
quindici napoleoni d’oro che devo a Ludovik Rasha». Il grido comune dei
condannati fu: «Viva Cristo Re! Viva l’Albania!».
La beatificazione
Nell’elenco di 38 martiri
uccisi sotto il regime comunista in Albania, capeggiati dal vescovo Vincenç
Prennushi, figurano anche Mark Çuni e i cinque tra sacerdoti e laici uccisi con
lui. Sono stati tutti beatificati il 5 novembre 2016 nella piazza davanti alla
cattedrale di Santo Stefano a Scutari.
Autore: Emilia
Flocchini
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/96993
Mark Çuni
Martiret e Komunizmit October
19, 2015
Seminarist
Lindi në Rranxa të
Bushatit më 30.09.1919. Shkollën fillore e bëri në vendlindje dhe pastaj i
vazhdoi studimet në Seminarin Papnor Shqiptar. Seminarist, ndiqte vitin e tretë
të Teologjisë. U arrestua më 07.12.1945 dhe u burgos në Shkodër. U dënua me
vdekje më 22.02.1946. U pushkatua në Shkodër, në orën 5 të mëngjesit, më
04.03.1946, dhe u la aty, së bashku me Atë Danjel Dajanin S.I., Atë Giovanni
Fausti-n S.I., Atë Gjon Shllakun O.F.M., të rinjtë Qerim Sadiku, Gjelosh
Lulashi e të tjerë.
It.
Seminarista
Nacque a Rranxa di Bushat
il 30.09.1919. Ha frequentato le scuole primarie al suo paese e poi presso il
Seminario Pontificio Albanese. Seminarista, frequentava il terzo anno del corso
teologico. Fu arrestato il 07.12.1945 e imprigionato a Scutari. Fu condannato a
morte il 22.02.1946. Fu fucilato a Scutari alle ore 5 del mattino di lunedì
04.03.1946, e lì abbandonato, insieme a P. Danjel Dajani S.I., P. Giovanni
Fausti S.I., P. Gjon Shllaku O.F.M., i giovani Qerim Sadiku e Gjelosh Lulashi e
altri.
SOURCE : http://www.kishakatolikeshkoder.com/mark-%c3%a7uni/
Voir aussi : https://www.iskk.gov.al/wp-content/uploads/2017/03/fjalori-enciklopedik-i-ri-D-G-1.pdf