jeudi 29 juin 2017

Sainte EMMA (HEMMA) de GURK, veuve et fondatrice


Josef Ferdinand Fromiller  (1693–1760). Hemma und die Legende vom gerechten Lohn, 
vers 1739, 151 X 110, Klagenfurt, Bischöfliches Ordinariat

Sainte Emma de Sangau

Veuve à Gürk ( 1045)

Hemma ou Gemma

Sa mère était, parait-il, une femme insupportable. Son père ne vint jamais à bout de cette mégère et il reporta toute son affection sur sa fille qui avait toutes les vertus. Il lui fit épouser un mari charmant, le comte Ludger, dont elle eut deux fils. L'un d'entre eux, saint Meinwerk, devint évêque de Paderborn. Veuve, elle consacra les quarante dernières années de sa vie à secourir les malheureux, à construire des monastères et des églises dont celle de Saint Ludger en Westphalie, lui donnant le nom de son inoubliable époux. Emma, une authentique laïque qui découvrit la sainteté dans la vie conjugale et familiale.

À Gurk en Carinthie (Autriche), vers 1045, sainte Emma, comtesse, qui vécut quarante ans dans le veuvage et se montra très généreuse pour les pauvres et pour l’Église.


Martyrologe romain



Blessed Hemma of Gurk

Also known as
  • Emma
  • Gemma
Profile

Born to the nobility, and a relative of emperor Saint Henry II; Countess of Zeltschach. Educated at the court of Henry II where she was a lady-in-waiting to Saint Cunegundes.

Married to Blessed William of Sann in the diocese of Gurk, Austria; it was arranged marriage, but a very happy one. Mother of two, Wilhelm and Hartvig, both of whom were murdered by the miners they were supervising when they planned to execute one of the workers. The parents turned to prayer as a way to deal with their grief. Blessed William died returning from pilgrimage to Rome, Italy.

Widowed and childless, Hemma withdrew from society, spending her life and fortune in charity and to found Benedictine houses including the double-monastery of Gurk Abbey in Carinthia, Austria in 1043. where she retired; may have become a nun, but records are unclear.

Born



June 29

St. Hemma, Widow

SHE was nearly allied to the holy emperor, St. Henry, and having sanctified the world and her family by her holy example in a married state, after the death of her husband, she founded the great double Benedictin monastery of Gurk, in Carinthia, for twenty monks and seventy-two nuns, in which she took the religious veil, and died the death of the saints in 1045. 1 See Papebroke, Jun. t. 5. p. 499.

Note 1. The Archbishop of Saltzburg, by the authority of Pope Alexander II. and the concurrence of Henry IV. founded a bishopric at Gurk in 1073, to which the revenues of this abbey were united in 1120, the nunnery being extinguished, and the monks made regular canons, who still serve that church, and are of the congregation of Lateran. [back]

Rev. Alban Butler (1711–73).  Volume VI: June. The Lives of the Saints.  1866.




Josef Ferdinand Fromiller  (1693–1760). Apotheose der seligen Hemma, 1745, 300 X 180 

Santa Emma di Gurk Contessa


Morta a Gurk, Carinzia (Austria), prima del 1070

Nel giorno dei santi Pietro e Paolo la Chiesa ricorda anche una benefattrice austriaca, Emma. Nata a Gurk, in Carinzia, nel 980, perse marito e figlio. Con il patrimonio di famiglia beneficò i poveri e fondò monasteri benedettini: uno nella città natale e uno ad Admont, in Stiria. Morì 65enne nel 1045. La sua causa di canonizzazione durò quasi cinque secoli, dal 1466 al 1938, quando Pio XI la proclamò santa. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Gurk in Carinzia, santa Emma, che, contessa, visse per quarant’anni vedova e distribuì generosamente molti averi ai poveri e alla Chiesa.

Santa, sì, ma piuttosto latitante. Emma di Gurk è un personaggio da inseguire attraverso la storia come un ricercato, contando sulle poche tracce sicure e schivando le volonterose invenzioni successive. Dunque: anno di nascita e luogo sconosciuti. Noi incontriamo Emma quando è già moglie del conte di Sann, appartenente alla più ricca nobiltà del ducato di Carantania, che comprende le attuali regioni austriache di Carinzia e Stiria, e la Carnìola (in Slovenia).Di questo marito, sappiamo che muore nel 1016. Dei figli, ne conosciamo uno solo: Guglielmo, ucciso nel 1036. Alla sua morte, Emma rimane sola, con l’imponente patrimonio di una famiglia che non c’è più. Allora se ne serve per il soccorso ai poveri e per fondare i monasteri di Gurk, femminile, e più tardi quello maschile di Admont. Lei si ritira a vivere come monaca a Gurk, secondo un’attestazione che risale al 1200.Ma non sappiamo se ne diventa badessa – come altre fondatrici – o se rimane semplice religiosa: entra in una sorta di clandestinità che non possiamo certo perlustrare con la fantasia. Ma c’è chi invece alla fantasia e ai sentito dire ricorre volentieri, per compilare testi devoti, ricchi di buone intenzioni ma sprovvisti di prove: così fa ad esempio un certo canonico Arnoldo (inizio del XIII secolo), secondo il quale Emma sarebbe morta nel 1045. In realtà si può dire solamente che è morta prima dell’anno 1070, giacché è ben certo che in quell’anno è stata sepolta nella chiesa di Gurk, da poco costruita.Oltre cento anni dopo (1174), sempre in questa chiesa, si trasferisce il corpo in una tomba per esso ricavata nella profondità della cripta, in mezzo a una selva imponente di colonne romaniche. È noto che in quest’epoca l’iniziativa dei fedeli anticipa spesso quella del clero nel promuovere e divulgare la “fama di santità” di persone morte da poco, e nell’invocare la loro protezione. Così può essere accaduto per Emma, in modo tale da spingere vescovi e monasteri a prendere iniziative ufficiali. Infatti il 12 novembre 1287, a più di due secoli dalla morte, Emma viene ufficialmente beatificata dalla Chiesa. E la tradizione perdura nel tempo, sicché nel 1464 si avvia un regolare processo per la canonizzazione di Emma, destinato però a restare inconcluso per secoli. Intanto a Gurk, la si venera anche con l’arte. Nel XVIII secolo, lo scultore italiano Antonio Corradini, di Este, che lavora molto anche a Vienna e a Venezia, adorna la tomba di lei con una grande decorazione marmorea, che raffigura il momento della sua morte. Infine, nel 1938, al tempo di Pio XI, il processo canonico viene chiuso con l’approvazione del culto già tributato a Emma, come santa, fin dal tempo ormai remoto della sua morte, specialmente in Carinzia e in Slovenia.

Autore: Domenico Agasso