Saint Vigile
Évêque de Trente (✝ 405)
S. Vigilio (en
italien - 26 juin - site du Vatican)
À Trente en Vénétie, l’an 405, saint Vigile, évêque, nommé par Saint Ambroise qui lui donna des conseils pastoraux. Il
s’employa à affermir dans son territoire l'œuvre d’évangélisation et à extirper
complètement les restes d’idolâtrie. Il reçut, dit-on, le martyre pour le
Christ, blessé à mort par des païens.
Martyrologe
romain
Paolo Naurizio, Saint Vigilius, Bishop, and Martyrs
Saints Sisinnius, Martyrius, and Alexander.
Vigilius of Trent BM (RM)
Died 405. Saint Vigilius was a Roman patrician who studied at Athens. Later he
and his family settled in the Trentino. He was consecrated bishop of Trent and
succeeded in practically uprooting paganism from his diocese. He was stoned to
death near Lake Garda in the Val di Rendena for overturning a statue of Saturn
(Benedictines, Encyclopedia). In art, Saint Vigilius is a bishop holding a shoe
(Roeder).
St.
Vigilius
Accompanied by his
brothers and a priest named Julian,
Vigilius then went west of Trent to the Rendena
Valley to teach the Gospel to
the worshippers of Saturn. At a place, which is now the parish of Rendena,
he offered the Holy Sacrifice of the Mass and threw the statue of Saturn into the River Sarka. Enraged
at this the idolaters stoned
him to death. The body was brought back to Trent and buried
in the church built by Vigilius.
The acts of his life and martyrdom were immediately sent to Rome. Innocent I gave them to the Emperor Honorius as a protection on one of his military expeditions.
He seems to have made a formal canonization, for Benedict XIV ("De canonizat. SS.", Prato, 1839, I, ch. iv, no. 12) calls Vigilius
the first martyr canonized by a pope. Eugippius,
the successor of Vigilius
in the See of Trent, enlarged the cathedral and dedicated
it to St. Vigilius. In 1386 the right hand was separated from the
body and put into a precious reliquary. Many churches
in Tyrol bear the name of the saint. He is the author of the work, "De
Martyrio SS. Sisinnii, Martyrii et Alexandri", in P.L., XIII,
549.
Sources
BARDENHEWER, Patrology, tr.
SHAHAN (St. Louis, 1908), 444; KR=99SS, Austria
Sancta, I (Vienna, 1910), 8.
Mershman, Francis. "St. Vigilius." The Catholic Encyclopedia.
Vol. 15. New York: Robert Appleton Company, 1912. 26 Jun. 2017
<http://www.newadvent.org/cathen/15426c.htm>.
Transcription. This
article was transcribed for New Advent by Robert B. Olson. Offered to Almighty
God for Fr. Joseph Mulroney.
Ecclesiastical approbation. Nihil Obstat. October 1, 1912. Remy Lafort, S.T.D., Censor. Imprimatur.
+John Cardinal Farley, Archbishop of New York.
Saint Vigilius of Trent
Also known as
- Vigilio
Profile
Roman patrician, son
of Theodosius and Maxentia. Brother of Saint
Claudian and Saint Magorian. Studied at Athens, Greece where he developed a reputation for learning and sanctity.
Friend of Saint John Chrysostom. Settled in the region of Trent, Italy in 380.
Chosen bishop of Trent by the faithful
of the area. Worked to help the poor, and opposed usury. Friend of Saint
Ambrose of Milan. Nearly ended paganism
in his diocese, and worked to bring Arians
back to orthodox Christianity.
Missionary to the areas surrounding his diocese,
founding 30 parishes. Worked with Saint
Sisinnius, Saint Martyrius and Saint
Alexander about whom he wrote De Martyrio SS.
Sisinnii, Martyrii et Alexandri. Killed when he overturned a statue of Saturn in the one the few
remaining enclaves of such pagan worship. Pope Benedict XIV called Vigilius the first martyr canonized
by a pope.
Born
- c.353
June 26
St. Vigilius, Bishop of Trent, Martyr
THIS saint succeeded Abundantius in the episcopal
see of Trent in 385. He begged of St. Ambrose, who was his metropolitan, rules
for his conduct in his ministry, which that holy prelate gave him in a long
letter, in which he exhorted him vigorously to oppose the practice of usury,
and the custom of Christians intermarrying with infidels. There remained still
many idolaters in the valleys of the diocess of Trent, who adored Saturn and
other false divinities. St. Vigilius sent SS. Sisinnius, Martyrius, and Alexander,
to preach the faith to them, and afterwards wrote their acts, or a narrative of
their martyrdom in a short letter to St. Simplician, St. Ambrose’s successor,
and in another longer to St. Chrysostom. He looked on their glory with a holy
envy, and condemned himself as a mercenary and a coward so long as he saw his
own crown deferred. His labours, however, were at length recompensed with the
happiness of laying down his life for Christ. The ancient calendars rank him
among the martyrs, and Fortunatus tells us, that in seeking death he found
life, being slain for the faith by a troop of infidel peasants. Usuardus says,
they murdered him by a shower of stones, and places his martyrdom in the
consulship of Stillico, which happened in 400 or 405. Surius confounds this
saint with another of the same name, who lived one hundred years later. See
Mabill. Pref. sæc. 5, p. 60; Baillet, &c.
Rev. Alban Butler (1711–73). Volume VI: June. The Lives of the Saints. 1866.
San Vigilio Vescovo
e martire
Trento, secolo IV - Trento,
anno 400 o 405
È un trentino di origine romana, vissuto tra la fine del IV e l'inizio
del V secolo, terzo vescovo di Trento. Su suggerimento di Ambrogio, vescovo di
Milano, Vigilio affida a tre presbiteri cappadoci - Sisinnio, Martirio e
Alessandro - l'evangelizzazione dell'Anaunia, oggi Val di Non. I tre, che aveva
personalmente formato, verranno poi martirizzati. Vigilio invia le reliquie dei
tre a Costantinopoli e a Milano, dove vengono accolte rispettivamente da
Giovanni Crisostomo e Simpliciano. Un'antica tradizione racconta che il
martirio del vescovo, patrono di Trento, si sia consumato a colpi di zoccolo in
Val Rendena. (Avvenire)
Patronato: Trento
Etimologia: Vigilio = vigilante, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Palma, Zoccolo
Martirologio Romano: A Trento, san Vigilio, vescovo, che, ricevute da
sant’Ambrogio di Milano le insegne del suo mandato e una istruzione pastorale,
si adoperò per consolidare nel suo territorio l’opera di evangelizzazione ed
estirpare a fondo i residui di idolatria; si tramanda poi che abbia subito il
martirio per la fede in Cristo, colpito a morte da rozzi pagani.
E’ un
trentino, ma di origine romana, e nei documenti lo troviamo già vescovo di
Trento. Ha avuto l’incarico da Ambrogio, vescovo di Milano, che all’epoca ha
autorità su tutta l’Italia del Nord: al momento della sua nomina (nell’ultimo
decennio del IV secolo) il Papa è Siricio, energico sostenitore del primato
romano su tutta la comunità cristiana. (In quell’epoca, infatti, scrivendo al
vescovo di Tarragona in Spagna, afferma deciso: "L’apostolo Pietro in
persona sopravvive nel vescovo di Roma"). Però lascia che Ambrogio
sovrintenda al NordItalia, dove la struttura cristiana è tutt’altro che
consolidata. Vigilio, per esempio, è solo il terzo vescovo di Trento; e parti
importanti del suo territorio non sono ancora evangelizzate. Gli manca il
personale adatto, cosicché deve rivolgersi appunto ad Ambrogio per avere validi
missionari. Ambrogio glieli trova e glieli manda. Sono orientali, della
Cappadocia (regione dell’attuale Turchia), ossia di un’area che sta dando
all’intera Chiesa apostoli e maestri. Così arrivano nel Trentino questi tre
orientali: Sisinnio, Martirio e Alessandro suo fratello.
Il vescovo Vigilio affida loro la predicazione nell’Anaunia, ossia nella Val di
Non. E certo li prepara al difficile compito secondo il suo personale stile di
pastore, arricchito dalla conoscenza delle popolazioni da raggiungere. Non
vuole farne dei travolgenti conquistatori, ma piuttosto dei veicoli della
Parola con l’intera loro vita, attraverso l’esempio, l’amicizia e la carità
senza distinzioni. E’ molto efficace la loro parola, perché i tre sono i
soccorritori di tutti, gli amici di tutti, e accolgono tutti nella casa che si
sono costruiti con le loro mani. Dopo dieci anni di annuncio attraverso
l’esempio, ecco però una tragica crisi: una lite a Sanzeno, tra seguaci dei
vecchi culti e un cristiano che rifiuta di venerare Saturno, scatena una parte
degli abitanti contro i tre missionari, percossi a morte e poi bruciati.
Accorre Vigilio a raccogliere quanto rimane di loro; tuttavia, anche di fronte
alla tragedia, il suo stile non muta. Onorati i martiri, egli si oppone
risolutamente al castigo dei colpevoli: li perdona e poi chiede di persona la
grazia per essi all’imperatore Onorio (che all’epoca è un ragazzo: in suo nome
governa il generale Stilicone). Il gesto riassume tutta la linea pastorale del
vescovo Vigilio: "Vincere soccombendo", come scrive in una lettera.
Egli manda poi reliquie dei tre evangelizzatori a Costantinopoli, dove le
accoglie san Giovanni Crisostomo; e a Milano, dove a riceverle c’è san Simpliciano,
successore di Ambrogio. Nel XX secolo, Milano donerà parte di quei resti alla
chiesa di Sanzeno. Non sappiamo come sia morto Vigilio: un tardo racconto, che
parla di martirio, non convince gli studiosi. Una leggenda del suo martirio
dice che venne ucciso a zoccolate in Val Rendena; altre versioni dicono che la
sua lapidazione prese il via da una zoccolata datagli da una donna.
I suoi resti sono custoditi nella cattedrale di Trento.
Autore: Domenico
Agasso