Saint Alfier
fondateur
du monastère de la Sainte-Trinité de la Cava (✝ 1050)
Confesseur.
D'abord moine à Cluny sous l'abbatiat de saint
Odilon, il fut rappelé par les princes de Salerne pour ranimer la
vie religieuse dans sa principauté d'origine. Ce pourquoi il fonda le monastère
de la Sainte-Trinité de la Cava.
Au monastère de Cava en Campanie, l’an 1050, saint Alfier,
fondateur et premier abbé de ce monastère. Auparavant conseiller de Guimard,
duc de Salerne, il devint à Cluny disciple de saint Odilon et apprit avec
exactitude l’observance de la vie monastique.
Martyrologe
romain
Alferius, OSB (AC)
(also known as Alfere, Adalfere, Alpherius, Adalfericus)
(also known as Alfere, Adalfere, Alpherius, Adalfericus)
Born in Salerno, Italy, in 930; died 1050; cultus confirmed in 1893. Saint Alferius, born into the Norman Pappacarbone family, was ambassador from the court of Gisulf, duke of Salerno, to France when he fell ill at the abbey of Chiusa, Italy. Upon his recovery, he professed himself at Cluny under Saint Odilo. The duke of Salerno asked him to return home to reform the monasteries of his principality, and Alferius obeyed but the task was beyond his capabilities.
The saint settled at the
picturesque Mount Fenestra near Salerno and there founded the monastery of the
Holy Trinity of La Cava under the Cluniac Rule. Soon the abbey had hundreds of
affiliated houses and became a potent civilizing influence in southern Italy
and Sicily. Alferius governed the abbey until he was age 120. He died on Holy
Thursday, alone in his cell after he had celebrated the Mass and washed the
feet of his brothers, including the future Pope Victor III. The cults of eleven
other abbots of La Cava were confirmed in 1893 and 1928 (Attwater2,
Benedictines, Encyclopedia, Walsh).
Saint Alferius of La Cava
Also known
as
§
Adalfere
§
Adalfericus
§
Adalferius
§
Alfere
§
Alferio
Abbate
§
Alferio
the Abbot
§
Allerius
§
Alpherius
§
12
April
Profile
Member of the noble Pappacarbone
family. Ambassador for Duke Gisulf of Salerno, Italy. When he fell seriously ill at the abbey
of Chiusa, Italy, he made the common promise to God
that if he lived, he would enter religious life. When he recovered, he became a monk at Cluny,
France, training under Saint
Odilo of Cluny. Duke Gisulf recalled him to Salerno to reform the monasteries
in his region.
Alferius met with little success,
and in 1011 he became a hermit on Mount Fenestra near Salerno. His reputation for holiness and wisdom
spread, and he attracted students. He selected twelve, and founded the Benedictine abbey
Holy
Trinity of La Cava under the Cluniac
rule. The abbey became the motherhouse for scores of others in
the region; this network of houses became a powerful force for civilization and
religion in Sicily and southern Italy, and twelve of the motherhouse abbots
have been beatified to date. Alferius lived to be 120,
governing the abbey
till the day he died; on that day, he celebrated Mass,
and washed the feet of his brothers, including the future Pope Blessed
Victor III.
Born
§
1893 by Pope Leo XIII (cultus confirmed)
Sant' Alferio
Abate
Salerno, 930 - 12 aprile
1050
Nato a Salerno nel 930
dalla nobile famiglia dei Pappacarbone, servì per lungo tempo Guaimaro,
principe della sua città. Settantenne, nel 1002, era a capo di una legazione
diretta in Francia al re Enrico II. Essendosi ammalato prima di valicare le Alpi, chiese
ospitalità al monastero di San Michele della Chiusa e fece voto di farsi monaco
se fosse guarito. Ristabilitosi, lasciò il mondo per
rivestire l'abito benedettino, e seguì a Cluny sant'Odilone incontrato nel
convento della Chiusa. Alcuni
anni dopo, il principe di Salerno chiese all'abate di Cluny il suo antico
ministro per impiegarlo nella riforma dei monasteri locali, ma, dopo un
tentativo poco fruttuoso, Alferio si ritirò con due compagni nella «valle
Metilia», presso Salerno (nell'attuale Cava dei Tirreni), per condurvi vita
eremitica. In seguito vi costituì, dedicandolo alla Santissima Trinità, un
monastero per dodici discepoli, destinato a diventare uno dei principali centri
della riforma monastica. Fra i discepoli del santo dobbiamo ricordare san Leone
di Lucca e il monaco Desiderio, che più tardi sarà papa Vittore III. Alferio
morì nel 1050. (Avvenire)
Martirologio Romano: Nel monastero di Cava de’
Tirreni in Campania, sant’Alferio, fondatore e primo abate, che, dopo essere
stato consigliere di Guaimario duca di Salerno, divenuto discepolo di
sant’Odilone a Cluny, apprese in modo eccellente la disciplina della vita
monastica.
Nato a Salerno nel 930 dalla nobile famiglia dei
Pappacarbone, servì per lungo tempo Guaimaro, principe della sua città.
Settantenne, nel 1002, era a capo di una legazione diretta in Francia al re
Enrico II, per ottenerne la protezione sul suo signore e sul suo principato.
Essendosi ammalato gravemente prima di valicare le Alpi, chiese ospitalità al
monastero di S. Michele della Chiusa e, mentre i suoi compagni proseguirono il
loro cammino, fece voto di farsi monaco se fosse guarito. Infatti, ristabilitosi,
lasciò il mondo per rivestire l'abito benedettino, e seguì a Cluny s. Odilone
incontrato nel convento della Chiusa.
Alcuni anni dopo, il principe di Salerno chiese al grande abate di Cluny il suo antico ministro per impiegarlo nella riforma dei monasteri del salernitano, ma, dopo un tentativo poco fruttuoso, Alferio si ritirò con due compagni nella Cavea metiliana o “valle Metilia”, presso Salerno (nell'attuale Cava dei Tirreni), per menarvi vita eremitica in preghiera e penitenza. In seguito vi costituì, dedicandolo alla S.ma Trinità, un monastero per dodici discepoli, destinato a diventare uno dei principali centri della riforma monastica. La comunità fu organizzata sul tipo di quella di Cluny e secondo il suo spirito. Fra i discepoli del santo dobbiamo ricordare il mercante di Lucca s. Leone e il monaco Desiderio, che più tardi salirà al trono pontificio col nome di Vittore III e tesserà l'elogio di Alferio nel terzo libro dei suoi Dialoghi. Il monastero godette della particolare benevolenza di Guaimaro, il quale con decreto del 1025 ne riconosceva l'esistenza, concedendo un largo tratto di terra intorno e piena libertà di governo, compresa quella di eleggere l'abate in seno alla comunità senza alcuna ingerenza di secolari.
Alferio morì nel 1050, il 12 aprile, giorno in cui è festeggiato, dopo aver designato Leone di Lucca suo successore e aver revocato la norma stabilita di non accogliere nel suo monastero più di dodici monaci.
I suoi undici immediati successori sono venerati con culto pubblico riconosciuto dalla Chiesa; come santi: Leone, Pietro e Constabile, insieme col santo fondatore Alferio, con decreto di Leone XIII del 1893 ; come beati: Simeone, Falcone, Marino, Benincasa, Pietro II, Balsamo, Leonardo e Leone II, con decreto di Pio XI del 1927.
Autore: Ildebrando Mannocci