dimanche 3 janvier 2016

Saint ANTERUS (ANTHEROS, ANTÈRE), Pape et martyr



Saint Antère

Pape (19 ème) de 235 à 236 et martyr ( 236)

D'origine grecque, il passa en prison les 43 jours de son très bref pontificat. Un doute subsiste quant à son martyre, car son nom n'est pas mentionné dans la Depositio Martyrum. Il fut le premier pape à être enseveli dans les catacombes de Saint Calixte. Des fragments de son épitaphe subsistent encore.

À Rome, au cimetière de Calliste sur la voie Appienne, en 236, la mise au tombeau de saint Anthère, pape, qui, après le martyre de saint Pontien, occupa brièvement le siège épiscopal.

Martyrologe romain


Saint Anterus (235-236)

Méticuleux et ordonné, il commença à tenir un registre de toutes les oeuvres de l’Église. Ledit document fut gardé à un endroit appelé “scrinium”. Malheureusement, du temps de l’empereur Dioclétien, cette oeuvre fut détruite.

Le pape Anterus souffrit le martyr.

SOURCE : http://eglise.de.dieu.free.fr/liste_des_papes_02.htm

Antherus, Pope M (RM)

(also known as Antheros)



Died January 3, 236. The Greek Antherus, son of Romulus, was elected pope on November 21, 235, but ruled only 43 days. His pontificate probably ended in martyrdom, though his name is not mentioned in the Deposito Martyrum. He was buried in the catacomb of Saint Callistus, and a large fragment of his epitaph has been recovered. During his short tenure, he ordered copies of the trials of the martyrs to be collected and kept in the episcopal archives. Click here to see his epistle (Benedictines, Delaney). 

SOURCE : http://www.saintpatrickdc.org/ss/0103.shtml


Pope St. Anterus

(ANTEROS.)


(Reigned 21 November, 235-3 January, 236). We know for certain only that he reigned some forty days, and that he was buried in the famous "papal crypt" of the cemetery of St. Calixtus at Rome [Northcote and Brownlow, Roma Sotterranea, (London, 1879) I, 296-300]. The "Liber Pontificalis" (ed. Duchesne I, 147; cf. xcv-vi) says that he was martyred for having caused the Acts of the martyrs to be collected by notaries and deposited in the archives of the Roman Church. This tradition seems old and respectable; nevertheless the best scholars maintain that it is not sufficiently guaranteed by its sole voucher, the "Liber Pontificalis", on account, among other things, of the late date of that work's compilation. (See PAPACY, NOTARIES.) The site of his sepulchre was discovered by De Rossi in 1854, with some broken remnants of the Greek epitaph engraved on the narrow oblong slab that closed his tomb, an index at once of his origin and of the prevalence of Greek in the Roman Church up to that date. For the "Epistola Anteri" attributed to him by Pseudo-Isidore see Hinschius, "Decret. Pseudo-Isidorianae" (Leipzig, 1863), 156-160 and P.G., X, 165-168. Cf. "Liber Pont". (ed. Duchesne), I. 147.

Shahan, Thomas. "Pope St. Anterus." The Catholic Encyclopedia. Vol. 1. New York: Robert Appleton Company, 1907. 3 Jan. 2016 <http://www.newadvent.org/cathen/01553a.htm>.

Transcription. This article was transcribed for New Advent by Nicolette Ormsbee.

Ecclesiastical approbation. Nihil Obstat. March 1, 1907. Remy Lafort, S.T.D., Censor. Imprimatur. +John Cardinal Farley, Archbishop of New York.
SOURCE : http://www.newadvent.org/cathen/01553a.htm

January 3

St. Anterus, Pope

HE succeeded St. Pontianus in 235. He sat only one month and ten days, and is styled a martyr by Bede, Ado, and the present Roman Martyrology. See Card. d’Aguirre, Conc. Hispan. T. 3. In the martyrology called St. Jerom’s, kept at St. Cyriacus’s, it is said that he was buried on the Appian road, in the Paraphagene, where the cemetery of Calixtus was afterwards erected.

Rev. Alban Butler (1711–73).  Volume I: January. The Lives of the Saints.  1866.


Pope Saint Antherus

Posted by catholic_saints

Also known as




§  Anteros
§  Anterus
§  Antheros


§  3 January
§  5 August (Orthodox)

Profile

Son of Romulus. His family seems to have orginally been from Greece. Served as 19th Pope for about six weeks. Started the Vatican library to preserve documents concerning the early martyrs. Martyred in the persecutions of Maximus Thrax when he refused to relinquish court records of the persecutions.

Born

§  Petilia Policastro, Italy

Papal Ascension


§  buried in the catacombs at the Cemetery of Saint Callistus, Rome, the first pope buried in the papal crypt
§  relics re-discovered in 1854



SOURCE : http://catholicsaints.info/pope-saint-antherus/

Sant' Antero Papa


m. 236

(Papa dal 21/11/235 al 03/01/236)


Greco. Il suo pontificato durò appena quarantatre giorni. Fu il primo papa ad essere sepolto nelle catacombe di Callisto, nella cosiddetta Cripta dei Papi.


Martirologio Romano: A Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia, deposizione di sant’Antero, papa, che, dopo il martire Ponziano, fu per breve tempo vescovo. 

Greco, papa dal 21 novembre 235 al 31 gennaio 236, fu sepolto nella Cripta dei Papi nel Cimitero di Callisto. Alcune sue reliquie, in seguito, furono portate in S.Sisto Vecchio e a S.Silvestro in Capite.

Ordinò che si ricercassero gli atti dei martiri perché non andassero perduti o travisati. Morì santamente all’inizio del consolato di Massimino.

Il Martirologio Romano così lo ricorda alla data 3 gennaio: A Roma, sulla via Appia il natale di Sant’Antero, Papa e Martire, il quale patì sotto Giulio Massimino e fu sepolto nel Cimitero di Callisto.


Autore: Giovanni Sicari

SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/89019

Antero, santo
Secondo il Liber pontificalis era di origine greca e suo padre si chiamava Romolo. Il suo nome potrebbe indicare una estrazione servile. A torto Eusebio, nel Chronicon e nell'Historia ecclesiastica, ne colloca il pontificato nel primo anno dell'impero di Gordiano III (238-244). Come attesta il Catalogo Liberiano, fu invece ordinato papa il 21 novembre 235 a seguito della rinuncia, il 28 settembre dello stesso anno, di Ponziano, che era stato condannato alle miniere in Sardegna insieme all'antipapa Ippolito su ordine dell'imperatore Massimino il Trace, e morì il 3 gennaio 236, prima, come sembra, del suo predecessore.
La brevità del suo pontificato (poco più di quaranta giorni) sembrerebbe confortare la notizia del Liber pontificalis secondo cui sarebbe morto martire ("martyrio coronatur"), accreditata dai martirologi medievali (forse sulla base della versione rufiniana dell'Historia ecclesiastica di Eusebio), ma che si crede smentita dall'assenza del nome del papa nella Depositio martyrum e dal fatto che il Catalogo Liberiano a proposito della morte di A. ricorre all'espressione "dormit" ("si addormentò"), impiegata abitualmente per indicare la morte naturale.
Già L.-S. Lenain de Tillemont, tuttavia, osservando che lo stesso Catalogo usa il termine "dormitio" per papa Cornelio, ritenuto martire, e che l'espressione "addormentarsi" è impiegata da Eusebio per Alessandro di Gerusalemme, morto in prigione durante la persecuzione di Decio, ipotizzava che A. potesse non essere morto per mano del carnefice, ma in carcere o comunque per qualche altra pena che lo avrebbe fatto considerare martire; e anche L. Duchesne, per cui l'espressione del testo era, al contrario, inequivocabile, non escludeva che il redattore del Liber pontificalis potesse aver consapevolmente sostituito il "dormit" del Catalogo Liberiano con la più precisa informazione "martyrio coronatur" sulla base di documenti o tradizioni relativi alla persecuzione di Massimino il Trace successivamente perduti.
Il Liber pontificalis gli attribuisce una ordinazione episcopale a Fondi (che la stessa fonte segnala come città di origine di papa Sotero); inoltre A. avrebbe incaricato i notai ecclesiastici di realizzare una accurata raccolta degli atti processuali dei martiri, che avrebbe poi nascosto nella sua chiesa, iniziativa connessa in qualche modo con un non meglio identificato presbitero Massimino o Massimo, morto per la fede.
La notizia non ha alcun fondamento storico, ma è espressione del tentativo di ricostruire la storia del corpo dei notarii, la cui istituzione, col compito di raccogliere gli atti dei martiri, è fatta risalire addirittura a papa Clemente.
In ogni caso il Liber pontificalis non sembra istituire alcun nesso di causalità tra l'iniziativa attribuita ad A. e il suo martirio, stando almeno all'edizione restituitane dal Duchesne, in cui si legge: "Hic gestas martyrum diligenter a notariis exquisivit et in ecclesia recondit propter quodam Maximino [o Maximo] presbytero qui martyrio coronatus est [o martyr effectus est]". Questa interpretazione, riproposta da P. Allard, secondo il quale il papa sarebbe stato ucciso "per aver cercato […] gli Atti dei martiri" (p. 193), dipende dalla congettura dell'editore seicentesco di Magonza, che, nel tentativo di rendere comprensibile un testo filologicamente molto incerto e poco chiaro, ipotizzò una corruzione dopo "recondit" e suggerì di correggere "propter quod a Maximo praefecto martyr effectus est [o martyrio coronatus est]". La correzione, accolta da G.B. de Rossi in considerazione della facilità di confondere le abbreviazioni di presbytero e praefecto e del fatto che Pupieno Massimo (il prefetto del testo congetturale) avrebbe ricoperto la prefettura di Romaall'incirca nel periodo del pontificato di A., è stata rifiutata da Duchesne, che ha negato la fondatezza dell'argomento paleografico e ha giudicato poco verosimile la coincidenza del breve episcopato di A. con la magistratura di Pupieno, un personaggio che nel 237 fu scelto dal Senato per sostituire Massimino dichiarato decaduto e pubblico nemico, al quale perciò difficilmente il Trace avrebbe affidato nel 236 la prefettura urbana. A suo giudizio il senso più probabile in base al testo tradito "est que le pape s'occupa de recueillir les actes des martyrs, à propos d'un prêtre Maxime ou Maximin qui était mort pour la foi" (introduzione a Le Liber pontificalis, p. XCV).
Il rinvenimento, da parte di G.B. de Rossi, di una lastra marmorea parzialmente mutila, pertinente in origine ad una tomba a loculo, recante l'iscrizione "ΑΝΤΕΡΩΣ ΕΠΙ[ΣΚΟΠΟΣ]" (Inscriptiones Christianae, nr. 10558), nella cosiddetta cripta dei papi nel cimitero di Callisto, ha confermato la notizia del Liber pontificalis riguardo la sua sepoltura "in cymiterio Calisti", localizzandola inoltre con maggiore precisione rispetto all'altra grande lastra marmorea collocata da Sisto III sul lato interno della parete d'ingresso della cripta recante i nomi dei vescovi, anche di alcuni non romani, sepolti nel cimitero (ibid., nr. 9516: "Xystus Dionysius Stephanus Urbanus / Cornelius Felix Lucius Manno / Pontianus Eutychianus Anteros Numidianus / Fabianus Gaius Laudiceus Iulianus / Eusebius Miltiades Polycarpus Optatus"). A. fu il primo ad essere sepolto nella cripta, prima di Ponziano, le cui spoglie traslate dalla Sardegna furono deposte nella cripta dei papi durante il pontificato di Fabiano. L'autenticità dell'epitaffio di A. non può essere messa in dubbio, in primo luogo per le circostanze del rinvenimento che ne testimoniano la contestualità con una delle tombe a loculo della cripta, in secondo luogo per le sue caratteristiche interne, quali l'uso della lingua greca e l'estrema laconicità, che rientrano pienamente nella prassi epigrafica cristiana del pieno III secolo.
Le spoglie di A., unitamente a quelle di altri papi, vescovi e martiri sepolti nel cimitero callistiano, al tempo di Pasquale I furono traslate nella chiesa di S. Prassede, come documentato dalla nota iscrizione posta nella chiesa, sul primo pilastro della navata destra (cfr. il testo riportato nel Liber pontificalis [II, pp. 63-4]). Una precedente traslazione, evidentemente parziale, è indirettamente testimoniata da un altro documento epigrafico, una lastra marmorea collocata nell'atrio della chiesa di S. Silvestro in Capite: l'epigrafe è stata attribuita da A. Silvagni al papato di Paolo I.
È apocrifa l'epistola riportata a suo nome compresa nella collezione delle false decretali pseudoisidoriane, che consente il passaggio di sede dei vescovi.
I calendari e i libri liturgici romani lo commemorano alla data del 3 gennaio solo a partire dal IX secolo.FONTI E BIBLIOGRAFIA

Bibliotheca Hagiographica Latina [...], I, Bruxellis 1898-99 (Subsidia hagiographica, 6), p. 90.
Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica VI, 29, 1-2, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1908 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 2), p. 582 (cfr. p. 583 la trad. la-tina di Rufino, a cura di Th. Mommsen).
H. Delehaye, Commentarius perpetuus in Martyrologium Hieronymianum [...], in Acta Sanctorum Novembris [...], II, pars posterior, Bruxellis 1931, p. (23) 24.
Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, ivi 1940, p. 4.
Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé-G. Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, Graz 1956 (rist. anast. dell'ediz. Lipsiae 1885²), nr. 90, p. 15, per l'epistola apocrifa.
Itineraria romana, a cura di Fr. Glorie, in Itineraria et alia geographica, a cura di P. Geyer, Turnholti 1965 (Corpus Christianorum, Series Latina, 175), p. 327 (Itinerarium Malmesburiense 10,79), pp. 332, 341 (Itinerarium Einsiedlense, itin. 36/37, 245).
Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I-II, Paris 1955; III, a cura di C. Vogel, ivi 1957: I, pp. LXXV-LXXVI, XCI, XCV-XCVI, C-CI, CCXLVII-CCXLVIII, pp. 4 e 5 (Catalogo Liberiano), pp. 62-4 e 65, 147 (Anteros), p. 145 (Pontianus); II, pp. 63-4; III, p. 74.
Eusebius, Chronicon, ad a. 239, a cura di R. Helm, Berlin 1984³ (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), p. 216.
[L.-S.] Lenain de Tillemont, Mémoires pour servir à l'histoire ecclésiastique des six premiers siècles, t. III, Venise 1732, pp. 278, 694-95.
G.B. de Rossi, La Roma sotterranea cristiana, I-II, Roma 1864-67: I, pp. 254-57; II, pp. XX-XXI, XXIV, 33-48, 55-8, 180-84.
H. Quentin, Les Martyrologes historiques du Moyen-Âge, Paris 1908, pp. 102, 320, 470, 626.
G. Wilpert, La cripta dei papi e la cappella di Santa Cecilia nel cimitero di Callisto, Roma 1910, pp. 15, 18, 25, 26, 28, 31, 34, 63, tav. II, 1.
H. Quentin, La correction du Martyrologe Romain, "Analecta Bollandiana", 42, 1924, p. 401.
E. Caspar, Geschichte des Papsttums, I, Tübingen 1930, pp. 43-4, 48-50.
E. Josi, Il cimitero di Callisto, Roma 1933, pp. 20-2.
P. Allard, Storia critica delle persecuzioni, II, Firenze 1935, pp. 190-95.
A. Saba-C. Castiglioni, Storia dei papi, I, Torino 1939, pp. 42-3.
Monumenta epigraphica christiana saeculo XIII antiquiora quae in Italiae finibus adhuc extant [...], a cura di A. Silvagni, I, Roma, Città del Vaticano 1943, tav. XXXVII, 1.
F.X. Seppelt, Geschichte der Päpste, München 1955², p. 43.
Inscriptiones Christianae urbis Romae. Nova series, IV, a cura di G.B. de Rossi-A. Ferrua, In Civitate Vaticana 1964.
J. Dubois, Le Martyrologe d'Usuard, Bruxelles 1965 (Subsidia hagiographica, 40), p. 154.
J. Zeiller, in Storia della Chiesa, a cura di A. Fliche-V. Martin, II, Torino 1972³, pp. 190, 582.
V. inoltre le seguenti voci:
Dictionnaire de théologie catholique, I, 2, Paris 1923, s.v., coll. 1366-67.
Vies des Saints et des Bienheureux, I, ivi 1935, s.v., pp. 45-6.
J.P. Kirsch, Antère, Anteros, in D.H.G.E., III, coll. 520-21; E.C., I, s.v., coll. 1428-29.
M.V. Brandi-M.C. Celletti, Antero (Anterote), in B.S., II, coll. 51-2, 52-6.
Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, I, Hamm 1975, s.v., col. 189.
J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, Oxford-New York 1986, s.v., p. 16.
Lexikon für Theologie und Kirche, I, Freiburg 1993³, s.v., coll. 718-19.
Dizionario storico del Papato, a cura di Ph. Levillain, I, Milano 1996, s.v., pp. 67-8.
Il grande libro dei Santi. Dizionario enciclopedico, I, Cinisello Balsamo 1998, s.v., p. 172.