Saint Romulus of Genoa (patron saint of Sanremo), XVIIIe siècle,
basilica San Siro (cathédrale de San Remo), Sanremo, Italy
Romule de Gênes (IVe siècle-Ve siècle)
est un évêque de Gênes vénéré
comme saint par
l'Église catholique et l'Église orthodoxe.
On ne connaît pas exactement ses dates de naissance et
de décès, on sait seulement qu'il exerce son ministère à Gênes, au ve siècle,
succédant à saint Félix (it) et saint Syr.
Sa seule biographie date du xe siècle et
elle mentionne uniquement que c'est un homme d'une grande bonté, soucieux du
bien des pauvres, et porté à apaiser toutes les discordes. Il quitte Gênes pour
fuir l'invasion des Sarrasins, et part à Villa Matutiæ, qui devient plus
tard San
Remo où il meurt.
Selon la tradition locale de San Remo, Romule
aurait été élevé à Villa Matutiæ avant de devenir évêque de Gênes. Il y
retourne pour fuir les invasions, et se retire dans un ermitage, dans une
grotte appelée Bauma devenue ensuite lieu de pèlerinage, où il serait
mort. Comme il défend les habitants de Villa Matutiæ pendant l'invasion, il est
représenté en tenue d'évêque avec une épée à la main. Chaque fois que les
habitants étaient attaqués par des ennemis ou subissaient diverses
catastrophes, ils venaient prier saint Romule.
En 876 l'évêque Sabbatino rapporte ses reliques à Gênes. Sa fête
est célébrée par le diocèse de Gênes le 6
novembre en même temps que deux autres évêques, saint Valentin de Gênes (it) et saint Félix. Toutefois, la
ville de San
Remo continue à le fêter le 13 octobre.
Il est le patron de la ville de San Remo. La
vénération de saint Romolo est si importante qu'au début du xie siècle,
les édiles de Villa Matutiæ veulent changer le nom de leur cité, en lui donnant
le nom du saint. Toutefois, le dialecte local déforme le nom qui de San Remolo
devient San Remo, donnant dès le xve siècle la
forme actuelle de San Remo.
San Romolo di Genova, statua nella chiesa di San Romolo a San Romolo di Sanremo
Also known as
Remo
Romolo
Rœmu
6 November as
one of the founding bishops of Genoa
Profile
Bishop of Genoa, Italy.
Noted theologian.
c.641 in
Matuziano (modern Sanremo), Italy
SOURCE : https://catholicsaints.info/saint-romulus-of-genoa/
Saint Romulus di Genova; chiesa Santa Maria degli Angeli, Sanremo, Italia
(Saint) Bishop (October
13) (5th
century) A Bishop of Genoa,
concerning whom we have now no reliable documents. His name, corrupted to San
Remo, has remained to a well-known coast town on the Mediterranean Riviera.
MLA Citation
Monks of Ramsgate. “Romulus”. Book
of Saints, 1921. CatholicSaints.Info.
12 October 2016. Web. 13 October 2020.
<https://catholicsaints.info/book-of-saints-romulus-13-october/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/book-of-saints-romulus-13-october/
Facciata della chiesa di San Romolo, Sanremo
San Romolo di Genova Vescovo
V sec.
Valentino, il primo vescovo noto di Genova, svolse il
suo ufficio pastorale con rara prudenza e grande carità a favore degli orfani e
delle vedove. Felice fu l'antecessore del vescovo Siro, di cui fu padre e
maestro. Romolo successe a Felice e Siro nell'episcopato e si distinse per la
bontà, "sembrava più un padre che un signore... era il padre dei
poveri", e per il dono di comporre dissidi d'ogni genere.I loro corpi
furono sepolti a Genova nella basilica dei dodici Apostoli, detta in seguito di
San Siro. Alcune loro insigni reliquie sono custodite anche nella Chiesa
cattedrale di Genova.
Patronato: Sanremo (IM)
Etimologia: Romolo = leggendario fondatore di
Roma; forza, dal greco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Sanremo sulla costa ligure,
deposizione di san Romolo, vescovo di Genova, che, pieno di ardore apostolico,
morì mentre si recava in visita presso le popolazioni rurali.
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/74100
San Romolo di Genova,Vescovo Patrono di Sanremo
Romolo, venerato come Santo dalla Chiesa cattolica, fu vescovo di Genova, intorno al V secolo, e successore di S. Siro e S. Felice.
Non si hanno notizie certe sulla sua vita in quanto esiste una sua sola biografia anonima risalente al X° secolo; tuttavia ciò che è certo è che sia stato un uomo di notevole bontà e particolarmente portato a dirimere discordie. Morì nella città di Villa Matutiæ(oggi Sanremo), pare durante un viaggio pastorale nella Liguria di ponente; la sua morte è attribuita, per tradizione, al 13 ottobre.
Tale fu la venerazione per il vescovo che non si è certi di quanto si siano mescolati leggenda e realtà. La tradizione sanremese dice che Romolo venne educato a Villa Matutiæ; eletto vescovo, si recò a Genova per la sua missione pastorale. Tuttavia per sfuggire alle invasioni longobarde ritornò nella terra natale ove si rifugiò, in penitenza, in una grotta nell'entroterra sanremese. Ogni volta che vi erano attacchi da nemici, carestie, calamità varie, i matuziani si recavano in pellegrinaggio presso la grotta dove viveva Romolo, pregando e chiedendo la protezione del Signore. Alla sua morte, il suo corpo fu sepolto nella città, ai piedi di un piccolo altare usato per le prime celebrazioni cristiane, e qui venerato per molti anni.
Intorno al 930 il suo corpo fu traslato a Genova, per il timore delle numerose scorribande saracene, e venne sepolto nella Cattedrale di S. Lorenzo. A Villa Matutiæ, nel frattempo, si cominciarono ad attribuire a Romolo numerosi prodigi, soprattutto relativi alla difesa della città dagli attacchi dei Saraceni, tanto che ancora oggi il Santo viene rappresentato vestito da vescovo e con una spada in mano.
L'occasione della traslazione spinse i sanremesi ad edificare, nel luogo di sepoltura originario, una chiesetta (ricostruita nel XII secolo e oggi Insigne Basilica Collegiata Cattedrale). Essa fu consacrata nel 1143 dall'Arcivescovo di Genova il Cardinale Siro de Porcello e dedicata a quel S. Siro che in quello stesso luogo aveva fatto costruire, alcuni secoli prima, il primo altare della città e sotto al quale collocò le spoglie del Beato Ormisda (Sacerdote dell'antica pieve di Villa Matutiæ) evangelizzatore del ponente ligure e suo maestro.
Tanta fu la venerazione per S. Romolo che, all'inizio dell'XI secolo, la cittadinanza decise di cambiare il nome del paese in “civitas Sancti Romuli”. Tuttavia in dialetto locale il nome veniva declinato nel più breve “San Romolo”, pronunciato “San Roemu”, che mutò, poi, intorno al Quattrocento, nella forma attuale “Sanremo”.
La località dove il Santo si era ritirato, ai piedi del Monte Bignone, è ora chiamata “S. Romolo” ed è una frazione della città: la grotta (detta bauma) è stata trasformata in chiesetta, con l'ingresso protetto da una inferriata, e contiene all'interno una statua di S. Romolo morente sopra un altare barocco.
Significato del nome Romolo: dal leggendario fondatore
di Roma; “forza” (greco).
©Evangelizo.org
SAN ROMOLO
Liturgia del giorno:
Unica fonte storica di una certa importanza su Romolo
è una breve Vita anonima, la cui composizione viene fatta risalire ai secoli
X–XI; ma da essa non è possibile dedurre con precisione il tempo in cui visse:
secondo alcuni tra il secolo IV e il V. Questo santo succedette sulla cattedra
genovese ai gloriosi san Felice e san Siro. Nota caratteristica del suo
ministero pastorale fu la bontà: «Sembrava più un padre che un signore»,
scrissero di lui, «era il padre dei poveri» e dimostrò una capacità
straordinaria di comporre dissidi di ogni genere. Secondo la tradizione locale
egli aveva ricevuto la sua formazione religiosa a Matuta (l’odierna
Sanremo); fu poi eletto vescovo di Genova e, in seguito, per sfuggire alla
persecuzione ariana degli invasori longobardi, si ritirò a vivere in strettissima
penitenza nell’entroterra di Matuta, in una zona chiamata ancora oggi di
san Romolo, dentro una grotta detta bauma dove sarebbe poi morto.
Sepolto nella chiesa di S. Siro, fu subito oggetto di grande venerazione per i
prodigi verificatisi davanti alla sua tomba. Durante l’episcopato genovese di
Sabatino, poiché la Riviera di Ponente era infestata dalle scorrerie dei
Saraceni, le reliquie del santo furono traslate solennemente via mare a Genova.
Di esse fu fatta una ricognizione canonica nel 1188 nella cattedrale di S.
Lorenzo. Durante tutto l’Alto Medioevo il santo fu venerato come patrono
speciale di Sanremo: si tramandano un gran numero di fatti prodigiosi
attribuiti alla sua intercessione per la difesa di questa terra dagli invasori
stranieri. A partire dal secolo XI, diede pure il suo nome all’antica Matuta,
nome che si cambiò verso il secolo XV nell’attuale Sanremo (probabilmente
derivato dalla voce dialettale “San Römu”). Romolo fu pure molto venerato anche
a Genova: dopo san Siro, fu il vescovo che ricevette maggior culto. La sua
festa si celebra oggi 13 ottobre, data tradizionale della sua morte.
SOURCE : https://www.famigliacristiana.it/liturgia/san-romolo.aspx
San Romolo, la vita e il culto del santo nella
tradizione sanremasca
Su Romolo e sulla sua vita non si hanno notizie certe, in quanto esiste una sola biografia, peraltro anonima e risalente al X secolo
Oggi, 13 ottobre, Sanremo festeggia il suo
patrono: San Romolo. Conosciuto per la sua bontà e votato a dirimere
discordie, il santo porta in dote, in analogia al leggendario fondatore di
Roma, il più alto significato della parola “forza”.
Su Romolo e sulla sua vita non si hanno notizie
certe, in quanto esiste una sola biografia, peraltro anonima e risalente al X
secolo. Inoltre la sua adorazione fu tale che non si è certi di quanto si siano
mescolate leggenda e realtà. Tuttavia è certo che fu vescovo di Genova
intorno al V secolo e che morì nella città di Villa Matutiae (antico nome
di Sanremo) durante un viaggio pastorale nel Ponente Ligure. Le fonti riportano
che la sua morte è avvenuta appunto il 13 ottobre.
Secondo quanto tramandato dalla tradizione
sanremese, Romolo venne educato a Villa Matutiae. Eletto vescovo poi, si recò a
Genova per compiere la missione pastorale. Per sfuggire alle scorrerie dei
Longobardi ritornò nella terra natale dove si ritirò in eremitaggio in una
grotta nell’entroterra ai piedi di Monte Bignone. Ogni volta che vi erano
attacchi da nemici, carestie, calamità naturali, i matuziani si recavano in
pellegrinaggio presso la grotta dove viveva il santo, pregando e chiedendo la
protezione del Signore.
Tale fu la venerazione del vescovo che alla sua morte
i fedeli ne trasportarono il feretro giù per la valle fino alla città,
seppellendolo ai piedi di un piccolo altare usato per le prime celebrazioni
cristiane. Ma intorno al 930, per il timore delle razzie saracene, le reliquie
del vescovo furono trasportate via mare a Genova e custodite nella Cattedrale
di San Lorenzo.
Nel frattempo i cittadini di Villa Matutiae
iniziarono ad attribuirgli prodigi e azioni miracolose riguardanti la difesa
della città dal popolo barbaro di origine araba, al punto che ancora adesso
l’iconografia sanremese lo rappresenta con l’abito vescovile e una spada nella
mano.
A seguito della traslazione i sanremesi
edificarono nel luogo di sepoltura una chiesetta. Questa fu consacrata nel
1143 dall’Arcivescovo di Genova, il Cardinale Siro de Porcello, e dedicata a
San Siro che in quello stesso luogo, alcuni secoli precedenti, aveva fatto
costruire il primo altare della città.
La devozione per Romolo crebbe a tal punto che, all’inizio
dell’XI secolo, la cittadinanza cambiò il nome di Villa Matutiae in Civitas
Sancti Romuli. Presto però quest’ultimo venne declinato in dialetto locale
nel più breve “San Romolo”, pronunciato “San Roemu”, che nel Quattrocento mutò
nella forma attuale “Sanremo”.
Venne invece chiamata “San Romolo” la località
dove il Santo si era ritirato e la grotta (detta “bauma”) è stata
trasformata in una chiesetta che, protetta da una inferriata, custodisce al suo
interno una statua di San Romolo morente sopra un altare barocco.
13 ottobre la chiesa celebra san Romolo di Genova
a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 13 ottobre la chiesa celebra san Romolo di
Genova, era originario di Villa Matutiæ (antico nome romano della città di
Sanremo) nacque agli inizi del V secolo. Fu eletto 5° vescovo di Genova nel 400
d.C. Per sfuggire alle invasioni longobarde di Genova ritornò nella terra
natale. Poiché anche il Ponente ligure era vittima di incursioni e
saccheggiamenti, da parte dei saraceni, Romolo fu attivo nell’organizzare la
difesa armata della città di Villa Matutiæ (per questo motivo è rappresentato
con la mitra e la spada) e nel ritirare la popolazione sulle alture alle spalle
di Villa Matutiæ, per scampare agli attacchi saraceni. Non trascurò
assolutamente la vita spirituale dei suoi concittadini (di cui era anche
vescovo, in quanto all’epoca tutta Liguria era sotto la diocesi di Genova) e
considerò la sua presenza in quelle terre come una utile visita pastorale
per rinvigorire e promuovere la fede cattolica, e animare la vita cristiana
della popolazione. Anziano, si ritirò in penitenza in una grotta
nell’entroterra, ai piedi del Monte Bignone, (sul monte che prende il suo
nome). In occasioni di difficoltà, attacchi da nemici, carestie, calamità
varie, i matuziani (sanremesi) si recavano in pellegrinaggio presso la grotta
dove viveva il santo, pregando e chiedendo la protezione del Signore. Alla sua
morte, avvenuta il 13 ottobre 440, il suo corpo fu sepolto nella città di Villa
Matutiæ, ai piedi di un piccolo altare usato per le prime celebrazioni
cristiane (che sorgeva nello stesso posto ove ora, in Sanremo, è la Basilica di
San Siro) e qui è stato venerato per molti anni. Intorno al 930 il suo corpo fu
traslato a Genova, per il timore delle numerose scorribande saracene, e venne
sepolto nella Cattedrale di San Lorenzo. L’occasione della traslazione spinse i
sanremesi ad edificare, nel luogo di sepoltura originario, una chiesetta
(ricostruita nel XII secolo e oggi insigne Basilica Collegiata Cattedrale).
Essa fu consacrata nel 1143 dall’Arcivescovo di Genova il cardinale Siro de
Porcello e dedicata a quel San Siro che in quello stesso luogo aveva fatto
costruire, alcuni secoli prima, il primo altare della città e sotto al quale
collocò le spoglie del Beato Ormisda (sacerdote dell’antica pieve di Villa
Matutiæ) evangelizzatore del ponente ligure e suo maestro. I matuziani in onore
del loro vescovo e difensore, che li aiutò, difese e protesse in terra, decisero
di acclamarlo proprio patrono e nel 1188 cambiarono il nome pagano della città
da Villa Matutiæ in “Civitas Sancti Romuli” (Città di San Romolo), che, per
abbreviare divenne “Sancti Romuli”, e per derivazioni di pronuncia dialettale
si tramutò in “San Rœmu”, che mutò, poi, intorno al Quattrocento, nella forma
attuale “Sanremo”.
Voir aussi : https://www.santodelgiorno.it/san-romolo-di-genova/
https://www.sanremostoria.it/it/la-citta/le-frazioni/356-san-romolo.html