Saint Antère
Pape
(19 ème) de 235 à 236 et martyr (✝ 236)
D'origine grecque,
il passa en prison les 43 jours de son très bref pontificat. Un doute subsiste
quant à son martyre, car son nom n'est pas mentionné dans la Depositio
Martyrum. Il fut le premier pape à être enseveli dans les catacombes de Saint
Calixte. Des fragments de son épitaphe subsistent encore.
À Rome, au cimetière de Calliste sur la voie Appienne, en 236, la mise au tombeau de saint Anthère, pape, qui, après le martyre de saint Pontien, occupa brièvement le siège épiscopal.
Martyrologe romain
Saint Anterus (235-236)
Méticuleux et ordonné, il commença à tenir un
registre de toutes les oeuvres de l’Église. Ledit document fut gardé à un
endroit appelé “scrinium”. Malheureusement, du temps de l’empereur Dioclétien,
cette oeuvre fut détruite.
Le
pape Anterus souffrit le martyr.
Antherus, Pope M (RM)
(also known as Antheros)
Died January 3, 236. The Greek Antherus, son of Romulus, was elected pope on
November 21, 235, but ruled only 43 days. His pontificate probably ended in
martyrdom, though his name is not mentioned in the Deposito Martyrum. He was
buried in the catacomb of Saint Callistus, and a large fragment of his epitaph
has been recovered. During his short tenure, he ordered copies of the trials of
the martyrs to be collected and kept in the episcopal archives. Click here to
see his epistle (Benedictines, Delaney).
SOURCE : http://www.saintpatrickdc.org/ss/0103.shtml
(ANTEROS.)
Pope St. Anterus
(Reigned 21
November, 235-3 January, 236). We know for certain
only that he reigned some forty days, and that he was buried
in the famous "papal crypt" of the cemetery
of St. Calixtus at Rome [Northcote and Brownlow, Roma Sotterranea, (London, 1879)
I, 296-300]. The "Liber
Pontificalis"
(ed. Duchesne I, 147; cf. xcv-vi) says that he was martyred for having caused
the Acts of the martyrs to be collected by notaries
and deposited in the archives of
the Roman Church. This tradition
seems old and respectable; nevertheless the best scholars maintain that it is
not sufficiently guaranteed by its sole voucher, the "Liber Pontificalis", on account, among other things, of
the late date of that work's
compilation. (See PAPACY, NOTARIES.) The site of his sepulchre
was discovered by De Rossi in 1854, with some broken remnants
of the Greek epitaph engraved on
the narrow oblong slab that closed his tomb, an index at once of his origin and of the
prevalence of Greek in the Roman Church up to that date. For the "Epistola Anteri" attributed
to him by Pseudo-Isidore see Hinschius, "Decret.
Pseudo-Isidorianae" (Leipzig, 1863), 156-160 and P.G., X, 165-168. Cf.
"Liber Pont". (ed. Duchesne), I. 147.
Shahan, Thomas.
"Pope St. Anterus." The Catholic Encyclopedia. Vol. 1.
New York: Robert Appleton Company, 1907. 3
Jan. 2016 <http://www.newadvent.org/cathen/01553a.htm>.
Transcription. This article
was transcribed for New Advent by Nicolette Ormsbee.
Ecclesiastical
approbation. Nihil Obstat. March 1, 1907. Remy Lafort, S.T.D.,
Censor. Imprimatur. +John
Cardinal Farley, Archbishop of New York.
SOURCE : http://www.newadvent.org/cathen/01553a.htm
Pope Saint Antherus
January 3
St. Anterus, Pope
HE succeeded
St. Pontianus in 235. He sat only one month and ten days, and is styled a
martyr by Bede, Ado, and the present Roman Martyrology. See Card. d’Aguirre,
Conc. Hispan. T. 3. In the martyrology called St. Jerom’s, kept at St.
Cyriacus’s, it is said that he was buried on the Appian road, in the
Paraphagene, where the cemetery of Calixtus was afterwards erected.
Rev. Alban
Butler (1711–73). Volume I: January. The Lives of the Saints. 1866.
Pope Saint Antherus
Also
known as
§
Anteros
§
Anterus
§
Antheros
§
5 August
(Orthodox)
Profile
Son of Romulus. His family seems to have orginally
been from Greece.
Served as 19th Pope
for about six weeks. Started the Vatican library to preserve documents
concerning the early martyrs. Martyred in the persecutions
of Maximus Thrax when he refused to relinquish court records
of the persecutions.
Born
§
Petilia
Policastro, Italy
Papal
Ascension
§
buried in the catacombs
at the Cemetery of Saint Callistus, Rome, the first pope
buried in the papal
crypt
SOURCE : http://catholicsaints.info/pope-saint-antherus/
Sant' Antero Papa
m. 236
(Papa dal 21/11/235 al 03/01/236)
Greco. Il suo pontificato durò appena quarantatre giorni. Fu il primo
papa ad essere sepolto nelle catacombe di Callisto, nella cosiddetta Cripta dei
Papi.
Martirologio
Romano: A Roma nel cimitero di
Callisto sulla via Appia, deposizione di sant’Antero, papa, che, dopo il
martire Ponziano, fu per breve tempo vescovo.
Greco, papa dal 21
novembre 235 al 31 gennaio 236, fu sepolto nella Cripta dei Papi nel Cimitero
di Callisto. Alcune
sue reliquie, in seguito, furono portate in S.Sisto Vecchio e a S.Silvestro in
Capite.
Ordinò che si ricercassero gli atti dei
martiri perché non andassero perduti o travisati. Morì santamente all’inizio
del consolato di Massimino.
Il Martirologio Romano così lo ricorda alla data 3 gennaio: A Roma, sulla via
Appia il natale di Sant’Antero, Papa e Martire, il quale patì sotto Giulio
Massimino e fu sepolto nel Cimitero di Callisto.
Autore: Giovanni Sicari
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/89019
Antero, santo
Secondo il Liber pontificalis era di origine greca e suo
padre si chiamava Romolo. Il suo nome potrebbe indicare
una estrazione servile. A torto Eusebio, nel Chronicon e nell'Historia
ecclesiastica, ne colloca il pontificato nel primo anno dell'impero di Gordiano III (238-244). Come attesta il
Catalogo Liberiano, fu invece ordinato papa il 21 novembre 235 a seguito della
rinuncia, il 28 settembre dello stesso anno, di Ponziano, che era stato condannato alle
miniere in Sardegna insieme
all'antipapa Ippolito su
ordine dell'imperatore Massimino il Trace, e morì il 3 gennaio
236, prima, come sembra, del suo predecessore.
La brevità del suo pontificato
(poco più di quaranta giorni) sembrerebbe confortare la notizia del Liber
pontificalis secondo cui sarebbe morto martire ("martyrio
coronatur"), accreditata dai martirologi medievali (forse sulla base della
versione rufiniana dell'Historia ecclesiastica di Eusebio), ma che si crede smentita
dall'assenza del nome del papa nella Depositio martyrum e dal fatto che il
Catalogo Liberiano a proposito della morte di A. ricorre all'espressione
"dormit" ("si addormentò"), impiegata abitualmente per
indicare la morte naturale.
Già L.-S. Lenain de Tillemont,
tuttavia, osservando che lo stesso Catalogo usa il termine "dormitio"
per papa Cornelio, ritenuto martire, e che l'espressione
"addormentarsi" è impiegata da Eusebio per Alessandro di Gerusalemme,
morto in prigione durante la persecuzione di Decio, ipotizzava che A. potesse
non essere morto per mano del carnefice, ma in carcere o comunque per qualche
altra pena che lo avrebbe fatto considerare martire; e anche L. Duchesne, per cui l'espressione del
testo era, al contrario, inequivocabile, non escludeva che il redattore del
Liber pontificalis potesse aver consapevolmente sostituito il
"dormit" del Catalogo Liberiano con la più precisa informazione
"martyrio coronatur" sulla base di documenti o tradizioni relativi
alla persecuzione di Massimino il Trace successivamente perduti.
Il Liber pontificalis gli
attribuisce una ordinazione episcopale a Fondi (che la stessa fonte segnala
come città di origine di papa Sotero); inoltre A. avrebbe incaricato i notai
ecclesiastici di realizzare una accurata raccolta degli atti processuali dei
martiri, che avrebbe poi nascosto nella sua chiesa, iniziativa connessa in qualche
modo con un non meglio identificato presbitero Massimino o Massimo, morto per
la fede.
La notizia non ha alcun
fondamento storico, ma è espressione del tentativo di ricostruire la storia del
corpo dei notarii, la cui istituzione, col compito di raccogliere gli atti dei
martiri, è fatta risalire addirittura a papa Clemente.
In ogni caso il Liber
pontificalis non sembra istituire alcun nesso di causalità tra l'iniziativa
attribuita ad A. e il suo martirio, stando almeno all'edizione restituitane dal
Duchesne, in cui si legge: "Hic gestas martyrum diligenter a notariis exquisivit
et in ecclesia recondit propter quodam Maximino [o Maximo] presbytero qui
martyrio coronatus est [o martyr effectus est]". Questa interpretazione,
riproposta da P. Allard, secondo il quale il papa
sarebbe stato ucciso "per aver cercato […] gli Atti dei martiri" (p.
193), dipende dalla congettura dell'editore seicentesco di Magonza, che, nel tentativo di rendere
comprensibile un testo filologicamente molto incerto e poco chiaro, ipotizzò
una corruzione dopo "recondit" e suggerì di correggere "propter
quod a Maximo praefecto martyr effectus est [o martyrio coronatus est]".
La correzione, accolta da G.B. de Rossi in considerazione della facilità di
confondere le abbreviazioni di presbytero e praefecto e del fatto che Pupieno
Massimo (il prefetto del testo congetturale) avrebbe ricoperto la prefettura di Romaall'incirca nel periodo del
pontificato di A., è stata rifiutata da Duchesne, che ha negato la fondatezza
dell'argomento paleografico e ha giudicato poco verosimile la coincidenza del
breve episcopato di A. con la magistratura di Pupieno, un personaggio che nel
237 fu scelto dal Senato per sostituire Massimino dichiarato decaduto e
pubblico nemico, al quale perciò difficilmente il Trace avrebbe affidato nel
236 la prefettura urbana. A suo giudizio il senso più probabile in base al
testo tradito "est que le pape s'occupa de recueillir les actes des
martyrs, à propos d'un prêtre Maxime ou Maximin qui était mort pour la
foi" (introduzione a Le Liber pontificalis, p. XCV).
Il rinvenimento, da parte di
G.B. de Rossi, di una lastra marmorea parzialmente mutila, pertinente in
origine ad una tomba a loculo, recante l'iscrizione "ΑΝΤΕΡΩΣ
ΕΠΙ[ΣΚΟΠΟΣ]" (Inscriptiones Christianae, nr. 10558), nella cosiddetta
cripta dei papi nel cimitero di Callisto, ha confermato la notizia del Liber
pontificalis riguardo la sua sepoltura "in cymiterio Calisti",
localizzandola inoltre con maggiore precisione rispetto all'altra grande lastra
marmorea collocata da Sisto III sul lato interno della parete d'ingresso della
cripta recante i nomi dei vescovi, anche di alcuni non romani, sepolti nel
cimitero (ibid., nr. 9516: "Xystus Dionysius Stephanus Urbanus / Cornelius
Felix Lucius Manno / Pontianus Eutychianus Anteros Numidianus
/ Fabianus Gaius Laudiceus Iulianus / Eusebius Miltiades Polycarpus Optatus"). A. fu il primo
ad essere sepolto nella cripta, prima di Ponziano, le cui spoglie traslate
dalla Sardegna furono deposte nella cripta dei papi durante il pontificato di
Fabiano. L'autenticità dell'epitaffio di A. non può essere messa in dubbio, in
primo luogo per le circostanze del rinvenimento che ne testimoniano la
contestualità con una delle tombe a loculo della cripta, in secondo luogo per
le sue caratteristiche interne, quali l'uso della lingua greca e l'estrema
laconicità, che rientrano pienamente nella prassi epigrafica cristiana del
pieno III secolo.
Le spoglie di A., unitamente a
quelle di altri papi, vescovi e martiri sepolti nel cimitero callistiano, al
tempo di Pasquale I furono traslate nella chiesa di S. Prassede, come
documentato dalla nota iscrizione posta nella chiesa, sul primo pilastro della
navata destra (cfr. il testo riportato nel Liber pontificalis [II, pp. 63-4]).
Una precedente traslazione, evidentemente parziale, è indirettamente
testimoniata da un altro documento epigrafico, una lastra marmorea collocata
nell'atrio della chiesa di S. Silvestro in Capite: l'epigrafe è stata
attribuita da A. Silvagni al papato di Paolo I.
È apocrifa l'epistola
riportata a suo nome compresa nella collezione delle false decretali
pseudoisidoriane, che consente il passaggio di sede dei vescovi.
I calendari e i libri liturgici romani lo commemorano alla
data del 3 gennaio solo a partire dal IX secolo.FONTI E
BIBLIOGRAFIA
Bibliotheca Hagiographica Latina [...], I,
Bruxellis 1898-99 (Subsidia hagiographica, 6), p. 90.
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1-2, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1908 (Die Griechischen Christlichen
Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 2), p. 582 (cfr. p. 583 la trad.
la-tina di Rufino, a cura di Th. Mommsen).
H. Delehaye, Commentarius perpetuus in
Martyrologium Hieronymianum [...], in Acta Sanctorum Novembris [...], II, pars posterior, Bruxellis 1931, p. (23)
24.
Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis
instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, ivi 1940, p. 4.
Regesta Pontificum Romanorum,
a cura di Ph. Jaffé-G.
Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, Graz 1956 (rist. anast. dell'ediz. Lipsiae 1885²), nr. 90, p. 15, per l'epistola
apocrifa.
Itineraria romana, a cura di Fr. Glorie, in
Itineraria et alia geographica, a cura di P. Geyer, Turnholti 1965 (Corpus
Christianorum,
Series Latina, 175), p. 327 (Itinerarium Malmesburiense 10,79), pp. 332, 341
(Itinerarium Einsiedlense, itin. 36/37, 245).
Le Liber pontificalis, a cura
di L. Duchesne, I-II, Paris 1955; III, a cura di C. Vogel, ivi 1957: I, pp.
LXXV-LXXVI, XCI, XCV-XCVI, C-CI, CCXLVII-CCXLVIII, pp. 4 e 5 (Catalogo
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Eusebius, Chronicon, ad a. 239, a cura di R. Helm,
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[L.-S.] Lenain de Tillemont,
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G.B. de Rossi,
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H. Quentin,
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G. Wilpert,
La cripta dei papi e la cappella di Santa
Cecilia nel cimitero
di Callisto, Roma 1910, pp. 15, 18, 25, 26, 28, 31, 34, 63, tav. II, 1.
H. Quentin,
La correction du Martyrologe Romain, "Analecta Bollandiana", 42,
1924, p. 401.
E. Caspar, Geschichte des Papsttums, I, Tübingen 1930,
pp. 43-4, 48-50.
E. Josi, Il
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Monumenta epigraphica
christiana saeculo XIII antiquiora quae in Italiae finibus adhuc extant [...],
a cura di A. Silvagni, I, Roma, Città del Vaticano 1943, tav. XXXVII, 1.
F.X. Seppelt,
Geschichte der Päpste, München 1955², p. 43.
Inscriptiones Christianae
urbis Romae. Nova series, IV, a cura di G.B. de Rossi-A. Ferrua, In Civitate
Vaticana 1964.
J. Zeiller,
in Storia della Chiesa, a cura di A. Fliche-V. Martin, II, Torino 1972³, pp.
190, 582.
V. inoltre le seguenti voci:
Dictionnaire de théologie
catholique, I, 2, Paris 1923, s.v., coll. 1366-67.
Vies des Saints et des
Bienheureux, I, ivi 1935, s.v., pp. 45-6.
J.P. Kirsch, Antère, Anteros, in D.H.G.E., III,
coll. 520-21; E.C., I, s.v., coll. 1428-29.
M.V. Brandi-M.C. Celletti,
Antero (Anterote), in B.S., II, coll. 51-2, 52-6.
Lexikon für Theologie und Kirche, I, Freiburg
1993³, s.v., coll. 718-19.
Il grande libro dei Santi. Dizionario enciclopedico, I,
Cinisello Balsamo 1998, s.v., p. 172.