Santa Reparata
di Cesarea, Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona
Sainte Réparate
Martyre (+ 253)
ou Réparade.
Martyrisée à 15 ans à Césarée de Palestine. Son corps serait arrivé à Nice dans une barque guidée par une colombe et fleurie de roses, de lys et de palmes.
La cathédrale de Nice lui est dédiée de même que le diocèse de Nice.
Sa fête y est célébrée avec beaucoup de ferveur le dimanche proche du 8 octobre
Originaire de Césarée de Palestine, Réparate serait morte en 250, à l'âge de 15 ans, lors des persécutions de l'empereur romain Dèce. Selon la tradition tout d'abord, on aurait tenté de la brûler vive mais elle fut sauvée par une averse opportune. On lui fit ensuite boire de la poix bouillante, mais une fois de plus elle survécut. Finalement, elle fut décapitée et son corps placé dans une barque, fleurie de mousse, de roses, de lis et de palmes et guidée par une colombe qui dériva sur la Méditerranée. L'embarcation atteignit ainsi les côtes de Nice et fut ramenée sur le rivage par des anges, donnant ainsi son nom à la célèbre baie de Nice.
(Sainte Réparate, patronne de notre basilique-cathédrale)
En Corse, on la nomme aussi 'Liberata' et deux communes portent son nom*... (d'après Église de Corse en prière)
*Santa Reparata di Balagna, 20220 et Santa Reparata di Moriani, 20230.
Des internautes nous signalent:
- c'est la sainte en Corse de la paroisse de Sicchè, commune de Santa Maria Sichè (20190)
- cette sainte est honorée dans un village près d'Aix en Provence: Le Puy Sainte Réparade (13610).
Commémoraison de sainte Réparate, vénérée en divers lieux autour de la
Méditerranée comme vierge et martyre.
Martyrologe romain
SOURCE : https://nominis.cef.fr/contenus/saint/8496/Sainte-R%C3%A9parate.html
Santa Reparata di
Cesarea di Palestina Martire
Festa: 8 ottobre
Cesarea, Palestina, sec.
III
La prima testimonianza
del culto di santa Reparata risale al IX secolo quando nel «Martirologio di
Beda» compare per la prima volta il suo nome all'8 ottobre. Tratta da questo
testo la «Passio» della santa ebbe subito molte recensioni, che ci sono pervenute
da diverse zone dell'Occidente. La devozione si diffonde in Italia in maniera
particolare a Firenze, Atri, Napoli e Chieti. Secondo il «Martirologio Romano»
il martirio di santa Reparata avvenne a Cesarea di Palestina sotto l'imperatore
Decio a causa del suo rifiuto di sacrificare agli idoli e «fu sottoposta a
diverse specie di torture. Fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si
vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di colomba». A
parte questo riferimento alle persecuzioni del 250-251 non vi sono altre
notizie sulla vita della santa. Nell'arte è stata rappresentata in poche ma
importantissime opere, i cui autori sono Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano,
Domenico Passignano; opere eseguite tutte a Firenze. (Avvenire)
Emblema: Palma
Martirologio
Romano: Commemorazione di santa Reparata, venerata in diversi luoghi come
vergine e martire.
Non si trova traccia del culto di s. Reparata prima della metà del secolo IX, quando nel ‘Martirologio di Beda’, compare per la prima volta il suo nome all’8 ottobre, questo manoscritto era proveniente dall’abbazia di Lorsch, nella regione di Würzburg (si tratta dell’attuale ‘Palatino Latino 833’ della Biblioteca Vaticana).
Ma la sua popolarità dovette subito diffondersi, visto il gran numero di recensioni della sua ‘Passio’ che ci sono pervenute da diverse zone dell’Occidente medioevale.
Particolarmente in Italia s. Reparata gode di grande fama e devozione, come a Firenze, Atri, Napoli e Chieti. Il ‘Martirologio Romano’ scrive all’8 ottobre “A Cesarea di Palestina, il martirio di s. Reparata vergine e martire; poiché rifiutava di sacrificare agli idoli, sotto l’imperatore Decio, fu sottoposta a diverse specie di torture e fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di colomba”.
A parte questo, non vi sono altre notizie, nemmeno da parte di Eusebio di Cesarea, che non ignorava i tormenti inflitti ai cristiani, durante la breve persecuzione di Decio (250-251) e che s. Reparata sarebbe stata martire nella sua città episcopale, avrebbe dovuto saperlo.
È stata poi nel tempo confusa con altre sante martiri da parte degli studiosi; ad ogni modo essa è stata rappresentata nell’arte in poche ma importantissime opere, i cui autori sono Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Domenico Passignano; opere eseguite tutte a Firenze.
Questa celebre santa palestinese, ebbe specie nel Medioevo in tutto l’Occidente un diffuso culto, in particolare a Chieti, Napoli, Atri e Firenze, quindi in Italia Centrale; ciò fa supporre che ci sia stato un culto anche a Lucca.
Poi come succedeva spesso, la martire sarà stata ritenuta originaria del luogo dove era venerata. Si pensi che a Chieti si è ritenuto che le reliquie della santa martire fossero proprio lì.
Grandi artisti fiorentini l’hanno raffigurata in celebri opere a Firenze, che non è tanto lontana da Lucca.
Autore: Antonio Borrelli
SOURCE : https://www.santiebeati.it/dettaglio/73575
GLORIA DI SANTA REPARATA
di Giulio De Monaco
Pubblicato da Antonioin
data: 08/10/14 12:23In: ArchivioNon
ci sono commenti
La devozione endemica
per Santa Reparata è antica e diffusa nell’area dei Paesi costieri
del Mediterraneo, oltre che in Sardegna, in Corsica, a Nizza di cui è Patrona.
Si rammenta che è la Patrona di Lucca,Firenze e che la cattedrale precedente
all’attuale le era intitolata.
Molte città e luoghi ne
perpetuano il nome ( Santa Reparata in Valle, Baia Santa Reparata, Santa Reparata
di Gallura e via di seguito) In suo onore, nella cittadina di Terra del Sole,
si disputa ogni anno la prima domenica di settembre il Palio di Santa Reparata,
in quanto la chiesa principale del paese è a lei intitolata. Nel culto della
Santa di Cesarea ogni 5 anni nel comune di Pesco Sannita si realizza un dramma
sacro sulla vita della martire, con persone del luogo. Per tradizione un buon
paesano almeno una volta nella vita deve vedere il dramma, e per l’occasione
ritornano tutti gli emigranti.
Grandi artisti fiorentini
l’hanno raffigurata in celebri opere (Andrea Pisano, Arnolfo di Cambio, Andrea
Passignano) "Pensare la fede come una difesa della città è dunque il primo
messaggio che ci giunge da questa festa.-sostiene l’Arcivescovo di
Firenze Giuseppe Betori in un appassionante panegirico – Un problema
che se nell’antichità era legato alla sorte delle armi, oggi si colloca su
quello di una identità da non perdere dentro tempi confusi e soggetti a
cambiamenti che rischiano di far perdere i riferimenti di fondo. Ne consegue un
indebolimento etico che corrode la convivenza, i suoi comportamenti, la
saldezza stessa della comunità.(…)Ma torniamo a Santa Reparata di cui, se
abbiamo appena ricordato come si costituì il suo legame con Firenze, dobbiamo però
recuperare ancora la figura di santità. L’attuale Martirologio Romano con
estrema sintesi parla di una vergine e martire venerata in diversi luoghi. Ma
il grande storico della Chiesa card. Baronio, sintetizzando la sua Passio, è
più diffuso, e al giorno 8 ottobre scrive: ‘A Cesarea di Palestina,
martirio di santa Reparata vergine e martire: poiché rifiutava di sacrificare
agli idoli, sotto l’imperatore Decio, fu sottoposta a diverse specie di torture
e fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire
dal corpo e salire al cielo sotto forma di una colomba’. " L’anima
che se ne torna in paradiso, come colomba " dal disio chiamata" è
comune ad alcune Sante del primo Cristianesimo. Mi piace ricordare Santa
Scolastica, che il fratello Benedetto, tornandosene all’abbazia, dopo averla
visitata, la vide di lontano trasmutarsi in questo simpatico volatile, simpolo
di pace e purezza. A Teano il culto di Santa
Reparata fu sempre molto forte e tenuto in vita con diverse modalità. Dopo che
le Benedettine di Santa Reparata dovettero abbandonare il loro Monastero in
quanto nuove norme vietavano alle religiose di vivere , per motivi di sicurezza
in edifici fuori dalle mura urbane, furono sostituite dai cappuccini e infine,
in tempi recenti dai Redentoristi, per volontà del Cardinale D’Avanzo, che
recuperò il patrimonio confiscato e lo donò ai figli di S.Alfonso. Anche il
corpo della nostra Patrona fu riportato ai principi del 1900 nella sua chiesa
dopo essere stato traslato in Cattedrale e ivi venerato per molti anni presso
l’altare maggiore sormontato dall’arco trionfale sopravvissuto ai bombardamenti
dell’ultima guerra e a lei dedicato. Fu fondata anche una congrega dai calzolai
e conciatori che abbondavano in Teano, producendo splendide calzature,
esportate anche all’estero.
Concludo questa breve
memoria della Santa con le parole del Vescovo Betori che calzano a
puntino per questa sentita solennità: "Il martirio per il cristiano
non porta con sé l’oscurità del lutto, ma si illumina della gioia di poter
condividere la sorte stessa di Cristo.Questo vogliamo chiedere alla nostra
Patrona."
Giulio
SOURCE : https://www.ilmessaggioteano.net/gloria-di-santa-reparata-di-giulio-de-monaco/