mercredi 8 octobre 2025

Sainte RÉPARATE de CÉSARÉE de PALESTINE, vierge et martyre

 

Santa Reparata di Cesarea, Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona


Sainte Réparate

Martyre (+ 253)

ou Réparade.

Martyrisée à 15 ans à Césarée de Palestine. Son corps serait arrivé à Nice dans une barque guidée par une colombe et fleurie de roses, de lys et de palmes.

La cathédrale de Nice lui est dédiée de même que le diocèse de Nice.

Sa fête y est célébrée avec beaucoup de ferveur le dimanche proche du 8 octobre

Originaire de Césarée de Palestine, Réparate serait morte en 250, à l'âge de 15 ans, lors des persécutions de l'empereur romain Dèce. Selon la tradition tout d'abord, on aurait tenté de la brûler vive mais elle fut sauvée par une averse opportune. On lui fit ensuite boire de la poix bouillante, mais une fois de plus elle survécut. Finalement, elle fut décapitée et son corps placé dans une barque, fleurie de mousse, de roses, de lis et de palmes et guidée par une colombe qui dériva sur la Méditerranée. L'embarcation atteignit ainsi les côtes de Nice et fut ramenée sur le rivage par des anges, donnant ainsi son nom à la célèbre baie de Nice.

(Sainte Réparate, patronne de notre basilique-cathédrale)

En Corse, on la nomme aussi 'Liberata' et deux communes portent son nom*... (d'après Église de Corse en prière)

*Santa Reparata di Balagna, 20220 et Santa Reparata di Moriani, 20230.

Des internautes nous signalent:

- c'est la sainte en Corse de la paroisse de Sicchè, commune de Santa Maria Sichè (20190)

- cette sainte est honorée dans un village près d'Aix en Provence: Le Puy Sainte Réparade (13610).

Commémoraison de sainte Réparate, vénérée en divers lieux autour de la Méditerranée comme vierge et martyre.

Martyrologe romain

SOURCE : https://nominis.cef.fr/contenus/saint/8496/Sainte-R%C3%A9parate.html

Santa Reparata di Cesarea di Palestina Martire

Festa: 8 ottobre

Cesarea, Palestina, sec. III

La prima testimonianza del culto di santa Reparata risale al IX secolo quando nel «Martirologio di Beda» compare per la prima volta il suo nome all'8 ottobre. Tratta da questo testo la «Passio» della santa ebbe subito molte recensioni, che ci sono pervenute da diverse zone dell'Occidente. La devozione si diffonde in Italia in maniera particolare a Firenze, Atri, Napoli e Chieti. Secondo il «Martirologio Romano» il martirio di santa Reparata avvenne a Cesarea di Palestina sotto l'imperatore Decio a causa del suo rifiuto di sacrificare agli idoli e «fu sottoposta a diverse specie di torture. Fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di colomba». A parte questo riferimento alle persecuzioni del 250-251 non vi sono altre notizie sulla vita della santa. Nell'arte è stata rappresentata in poche ma importantissime opere, i cui autori sono Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Domenico Passignano; opere eseguite tutte a Firenze. (Avvenire)

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Commemorazione di santa Reparata, venerata in diversi luoghi come vergine e martire.

Non si trova traccia del culto di s. Reparata prima della metà del secolo IX, quando nel ‘Martirologio di Beda’, compare per la prima volta il suo nome all’8 ottobre, questo manoscritto era proveniente dall’abbazia di Lorsch, nella regione di Würzburg (si tratta dell’attuale ‘Palatino Latino 833’ della Biblioteca Vaticana).

Ma la sua popolarità dovette subito diffondersi, visto il gran numero di recensioni della sua ‘Passio’ che ci sono pervenute da diverse zone dell’Occidente medioevale.

Particolarmente in Italia s. Reparata gode di grande fama e devozione, come a Firenze, Atri, Napoli e Chieti. Il ‘Martirologio Romano’ scrive all’8 ottobre “A Cesarea di Palestina, il martirio di s. Reparata vergine e martire; poiché rifiutava di sacrificare agli idoli, sotto l’imperatore Decio, fu sottoposta a diverse specie di torture e fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di colomba”.

A parte questo, non vi sono altre notizie, nemmeno da parte di Eusebio di Cesarea, che non ignorava i tormenti inflitti ai cristiani, durante la breve persecuzione di Decio (250-251) e che s. Reparata sarebbe stata martire nella sua città episcopale, avrebbe dovuto saperlo.

È stata poi nel tempo confusa con altre sante martiri da parte degli studiosi; ad ogni modo essa è stata rappresentata nell’arte in poche ma importantissime opere, i cui autori sono Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Domenico Passignano; opere eseguite tutte a Firenze.

Questa celebre santa palestinese, ebbe specie nel Medioevo in tutto l’Occidente un diffuso culto, in particolare a Chieti, Napoli, Atri e Firenze, quindi in Italia Centrale; ciò fa supporre che ci sia stato un culto anche a Lucca.

Poi come succedeva spesso, la martire sarà stata ritenuta originaria del luogo dove era venerata. Si pensi che a Chieti si è ritenuto che le reliquie della santa martire fossero proprio lì.

Grandi artisti fiorentini l’hanno raffigurata in celebri opere a Firenze, che non è tanto lontana da Lucca.

Autore: Antonio Borrelli

SOURCE : https://www.santiebeati.it/dettaglio/73575

GLORIA DI SANTA REPARATA di Giulio De Monaco

Pubblicato da Antonioin data: 08/10/14 12:23In: ArchivioNon ci sono commenti

La devozione endemica per Santa Reparata è antica e diffusa nell’area dei Paesi costieri del Mediterraneo, oltre che in Sardegna, in Corsica, a Nizza di cui è Patrona. Si rammenta che è la Patrona di Lucca,Firenze e che la cattedrale precedente all’attuale le era intitolata.

Molte città e luoghi ne perpetuano il nome ( Santa Reparata in Valle, Baia Santa Reparata, Santa Reparata di Gallura e via di seguito) In suo onore, nella cittadina di Terra del Sole, si disputa ogni anno la prima domenica di settembre il Palio di Santa Reparata, in quanto la chiesa principale del paese è a lei intitolata. Nel culto della Santa di Cesarea ogni 5 anni nel comune di Pesco Sannita si realizza un dramma sacro sulla vita della martire, con persone del luogo. Per tradizione un buon paesano almeno una volta nella vita deve vedere il dramma, e per l’occasione ritornano tutti gli emigranti.

Grandi artisti fiorentini l’hanno raffigurata in celebri opere (Andrea Pisano, Arnolfo di Cambio, Andrea Passignano) "Pensare la fede come una difesa della città è dunque il primo messaggio che ci giunge da questa festa.-sostiene l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori in un appassionante panegirico – Un problema che se nell’antichità era legato alla sorte delle armi, oggi si colloca su quello di una identità da non perdere dentro tempi confusi e soggetti a cambiamenti che rischiano di far perdere i riferimenti di fondo. Ne consegue un indebolimento etico che corrode la convivenza, i suoi comportamenti, la saldezza stessa della comunità.(…)Ma torniamo a Santa Reparata di cui, se abbiamo appena ricordato come si costituì il suo legame con Firenze, dobbiamo però recuperare ancora la figura di santità. L’attuale Martirologio Romano con estrema sintesi parla di una vergine e martire venerata in diversi luoghi. Ma il grande storico della Chiesa card. Baronio, sintetizzando la sua Passio, è più diffuso, e al giorno 8 ottobre scrive: ‘A Cesarea di Palestina, martirio di santa Reparata vergine e martire: poiché rifiutava di sacrificare agli idoli, sotto l’imperatore Decio, fu sottoposta a diverse specie di torture e fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di una colomba’. " L’anima che se ne torna in paradiso, come colomba " dal disio chiamata" è comune ad alcune Sante del primo Cristianesimo. Mi piace ricordare Santa Scolastica, che il fratello Benedetto, tornandosene all’abbazia, dopo averla visitata, la vide di lontano trasmutarsi in questo simpatico volatile, simpolo di pace e purezza.        A Teano il culto di Santa Reparata fu sempre molto forte e tenuto in vita con diverse modalità. Dopo che le Benedettine di Santa Reparata dovettero abbandonare il loro Monastero in quanto nuove norme vietavano alle religiose di vivere , per motivi di sicurezza in edifici fuori dalle mura urbane, furono sostituite dai cappuccini e infine, in tempi recenti dai Redentoristi, per volontà del Cardinale D’Avanzo, che recuperò il patrimonio confiscato e lo donò ai figli di S.Alfonso. Anche il corpo della nostra Patrona fu riportato ai principi del 1900 nella sua chiesa dopo essere stato traslato in Cattedrale e ivi venerato per molti anni presso l’altare maggiore sormontato dall’arco trionfale sopravvissuto ai bombardamenti dell’ultima guerra e a lei dedicato. Fu fondata anche una congrega dai calzolai e conciatori che abbondavano in Teano, producendo splendide calzature, esportate anche all’estero.

Concludo questa breve memoria della Santa con le parole del Vescovo Betori che calzano a puntino per questa sentita solennità: "Il martirio per il cristiano non porta con sé l’oscurità del lutto, ma si illumina della gioia di poter condividere la sorte stessa di Cristo.Questo vogliamo chiedere alla nostra Patrona." 

Giulio

SOURCE : https://www.ilmessaggioteano.net/gloria-di-santa-reparata-di-giulio-de-monaco/