Saint Caloger
Anachorète en Sicile (Ve siècle)
Grec, il reçut l'habit monastique à Rome, des mains du
pape. Après avoir évangélisé les îles Eoliennes, il vécut pendant trente-cinq
ans comme reclus près d'Agrigente, en Sicile.
Au mont Chronios, près des Thermes de Sélinonte en Sicile, vers le Ve siècle,
saint Caloger, ermite.
Martyrologe romain
SOURCE : https://nominis.cef.fr/contenus/saint/10966/Saint-Caloger.html
Buste en argent du XVIIIe s. de San Calogero,
Cathédrale de Lipari (îles Eoliennes, Sicile)
patron du diocèse et de la ville de Lipari.
A l'arrière-plan, tableau représentant San Calogero,
ermite.
Photographie de Ji-Elle, 2011
Also
known as
- Calogero
the Anchorite
- Calogerus
the Anchoret
Profile
Born
Buste en argent du XVIIIe s. de San Calogero,
Cathédrale de Lipari (îles Eoliennes, Sicile) :
patron du diocèse et de la ville de Lipari.
A l'arrière-plan, tableau représentant San Calogero,
ermite.
Photographie de Ji-Elle, 2011
San Calogero Eremita
in Sicilia
Calcedonia (Tracia), 466 ca. – Monte
Cronios (Sciacca), 561 ca.
Le notizie sulla sua vita sono così confuse tanto che si è pensato che
potessero riferirsi a più santi con lo stesso nome. Con il nome Calogero che
etimologicamente significa " bel vecchio " venivano infatti designate
quelle persone che vivevano da eremiti. E Calogero è venerato in Sicilia presso Sciacca, nel monastero di
Fregalà presso Messina, e in altre città. L'unica cosa sicura su di lui
è l'esistenza in Sicilia di un santo eremita, con poteri taumaturgici. A
Fragalà è stata scoperta alla testimonianza più antica legata al suo culto,
alcune odi scritte nel IX secolo da un monaco di nome Sergio, da cui risulterebbe
che Calogero proveniva da Cartagine e morì nei pressi di Lilibeo. le lezioni
dell'Uffizio, stampate nel 1610, lo dicono invece proveniente da Costantinopoli
ed eremita sul monte Gemmariano.
Etimologia: Calogero =
di bella vecchiaia, dal greco
Martirologio
Romano: Sul monte Gemmariaro presso Sciacca in Sicilia occidentale, san
Calogero, eremita.
Il termine Calogero, di origine greca, significa “bel vecchio”;
nell’ideale greco della bellezza, ciò che è bello, è anche giusto e buono,
basti pensare che nel Vangelo di Giovanni, l’originale greco definisce Gesù il
“bel pastore”, che poi è stato tradotto in il “buon Pastore”.
L’uso di questo termine venne applicato in
Oriente e nel Sud Italia ai monaci eremiti, che vennero chiamati così
‘calogeri’, pertanto alcuni studiosi pensano che il nome del santo eremita
Calogero non fosse questo, ma bensì l’appellativo con cui veniva riconosciuto;
altri studiosi comunque sono convinti che fosse proprio il suo nome.
Secondo la tradizione, giacché mancano documentazioni certe, Calogero nacque
verso il 466 a Calcedonia sul Bosforo, una cittadina dell’antica Tracia, che
nel 46 d.C. divenne provincia romana e che poi seguì le sorti dell’impero
bizantino; fin da bambino digiunava, pregava e studiava la Sacra Scrittura e
secondo gli ‘Atti’ presi dall’antico Breviario siculo-gallicano, in uso in
Sicilia dal IX secolo fino al XVI, egli giunse a Roma in pellegrinaggio,
ricevendo dal papa Felice III (483-492), il permesso di vivere in solitudine in
un luogo imprecisato.
Qui egli ebbe una visione angelica o un’ispirazione celeste, che gli indicava
di evangelizzare la Sicilia; tornato dal papa ottenne l’autorizzazione di
recarsi nell’isola, con i compagni Filippo, Onofrio e Archileone, per liberare
quel popolo dai demoni e dall’adorazione degli dei pagani.
Mentre Filippo si recò ad Agira e Onofrio e Archileone si diressero a Paternò,
Calogero si fermò durante il viaggio a Lipari, nelle Isole Eolie, dove su
invito degli abitanti si trattenne per qualche anno, predicando il Vangelo ed
insegnando loro come ricevere i benefici per i loro malanni, utilizzando le
acque termali e stufe vaporose; ancora oggi un’importante sorgente termale
porta il suo nome, come pure le grotte dai vapori benefici.
Durante la sua permanenza nell’isola di Lipari, ebbe anche la visione della
morte del re Teodorico († 526) che negli ultimi anni aveva preso a perseguitare
quei latini che riteneva un pericolo per il suo regno, fra i quali furono
vittime il filosofo Boezio (480-524) suo consigliere, il patrizio romano capo
del Senato, Simmaco († 524) e il papa Giovanni I († 526).
Ciò è riportato nei ‘Dialoghi’ del papa s. Gregorio I Magno, la visione si era
avverata nell’esatto giorno ed ora della morte del re, e Calogero vide la sua
anima scaraventata nel cratere del vicino Vulcano.
In seguito ad altra visione, Calogero lasciò Lipari per sbarcare in Sicilia a
Syac (Sciacca), chiamata dai romani ‘Thermae’ per i bagni termali, presso i
quali sorgeva; convertì gli abitanti e poi decise di cacciare per sempre “le
potenze infernali” che regnavano sul vicino monte Kronios, consacrato al dio
greco Kronos, che per i romani era il dio Saturno.
Sul monte Giummariaro, altro nome derivante dagli arabi che lo chiamarono monte
“delle Giummare”, dalle palme nane che crescevano sui suoi fianchi e che poi
prese il nome di Monte San Calogero, come oggi è conosciuto insieme al nome
Cronio, il santo eremita prese ad abitare in grotte e spelonche e intimò ai
demoni di lasciare quei luoghi.
Gli ‘Atti’ dicono che il monte sussultò fra il fragore di urla e poi tutto si
quietò in una pace di paradiso; Calogero si sistemò in una grotta adiacente a
quelle vaporose, che come a Lipari, anche qui esistono abbondanti.
In detta grotta vi è murata sulla roccia, l’immagine in maiolica di s.
Calogero, posta sopra un rustico altare, che si dice costruito da lui stesso;
l’immagine è del 1545 e rappresenta l’eremita con la barba che tiene nella mano
destra un libro e un ramo-bastone, ai suoi piedi vi è un fedele inginocchiato e
una cerbiatta accasciata e ferita da una freccia.
L’immagine si rifà ad un episodio degli ultimi suoi giorni, essendo ormai
ultranovantenne, egli non riusciva più a cibarsi, per cui Dio gli mandò una
cerva, che con il suo delicato latte lo alimentava; un giorno un cacciatore di
nome Siero, scorgendo l’animale, prese l’arco e trafisse con una freccia la
cerva, la quale riuscì a trascinarsi all’interno della grotta di Calogero,
morendo fra le sue braccia.
Il cacciatore pentito e piangente, riconobbe nel vegliardo colui che l’aveva
battezzato anni prima, chiese perdono e Calogero lo portò nella vicina grotta
vaporosa, dandogli istruzioni per le proprietà curative di quel vapore e delle
acque che sgorgavano da quel monte. Il cacciatore Siero, divenuto suo
discepolo, salì spesso sul monte a visitarlo, ma 40 giorni dopo l’uccisione
della cerva, trovò il vecchio eremita morto, ancora in ginocchio davanti
all’altare; secondo la tradizione era morto nella grotta fra il 17 e il 18
giugno 561 ed era vissuto in quel luogo per 35 anni.
Diffusasi la notizia accorsero gli abitanti delle cittadine vicine, che lo
seppellirono nella grotta stessa, poi trasferito in altra caverna di cui si è
persa la memoria lungo i secoli.
Nel IX secolo un monaco che si firmava Sergio Cronista, cioè abitante del monte
Cronios o Kronios, compose in lingua greca alcuni inni in suo onore, in cui
veniva citato che s. Calogero non era approdato a Sciacca come si riteneva, ma
a Lilybeo, l’odierna Marsala, senza indicare dove fosse morto, ma sollecitando
a visitare e onorare la grotta in cui il santo era vissuto, scacciando i demoni
e operando tante guarigioni di ammalati.
Uno studioso contemporaneo Francesco Terrizzi, sostiene che s. Calogero,
perduti i compagni martirizzati dai Vandali, si recò dapprima a Palermo
passando poi per Salemi, Termini Imerese, Fragalà, Lipari, Lentini, Agrigento,
Naro e infine Sciacca; si spiegherebbe così le tante tradizioni e le diverse
grotte abitate e attribuite ad un unico e medesimo santo.
C’è da aggiungere che le reliquie del santo, secondo un’altra tradizione, erano
state successivamente trasferite in un monastero a tre km dalla grotta, nel
1490 furono traslate a Fragalà (Messina) dal monaco basiliano Urbano da Naso e
poi nell’800 a Frazzanò (Messina), nella chiesa parrocchiale; qualche sua reliquia
è custodita anche nel santuario di San Calogero, sorto vicino alla sua grotta
sull’omonimo monte di Sciacca nel XVII secolo e che è meta di
pellegrinaggi.
Ad ogni modo s. Calogero è veneratissimo in tutta la Sicilia e in tutte le
città sopra citate è onorato con suggestive processioni e celebrazioni, tipiche
della religiosità intensa dei siciliani, quasi tutte si svolgono nel giorno
della sua festa il 18 giugno.
Autore: Antonio Borrelli
Maiolica di San Calojru du 1545 na Grutta abitata du Santu supra u Munti Croniu, Xacca ( AG ), 1545
Nome: San Calogero
Titolo: Eremita in Sicilia
Le informazioni sulla vita di San Calogero provengono da varie leggende tramandate da scritti e inni in suo onore. Uno dei racconti più accreditati tratto da breviario siculo-gallicano narra che sia nativo di Costantinopoli intorno al I secolo.
Spinto a convertire gli abitanti della Sicilia andò in pellegrinaggio a Roma dove incontrò San Pietro apostolo da cui ottenne il permesso di vivere da eremita in un luogo imprecisato. Qui ebbe l'ispirazione di evangelizzare la Sicilia.
Tornato da Pietro, ottenne il premesso di recarsi nell'isola assieme ai compagni, Filippo, Onofrio e Archileone. Filippo si recò a Agira, Onofrio e Archileone si recarono nel deserto di Sutera e il nostro Calogero si fermò a Lipari. Da qui, dopo diversi anni, si spostò nei pressi di Sciacca dove visse per trentacinque anni.
Un'altra versione della sua vita racconta che San Calogero per scampare alla persecuzione dei cristiani nell'Africa settentrionale approdò in Sicilia insieme a San Gregorio e al diacono Demetrio. La sua provenienza dal continente nero si presume gli abbia dato proprio l'appellativo di "Santo Nero" nonché il colore della pelle
quasi sempre nero impresso nei dipinti e nelle molteplici statue in suo onore.
Successivamente raggiunse le zone più interne dell'isola evangelizzando con grande coraggio la fede cristiana. In tal modo, però, si attirò l'odio dei nemici del Vangelo. Demetrio e Gregorio vennero catturati, mentre Calogero, si rifugiò sul monte Kronio a Sciacca, dove usando le acque delle terme minerali guarì miracolosamente alcuni infermi. Per tale motivo a Sciacca sorge oggi uno dei maggiori santuari dedicati al Santo taumaturgo.
Presto l'ammirazione dei fedeli di San Calogero crebbe e si diffuse in tutta l'isola. San Calogero raggiunse poi Agrigento, dove, secondo la tradizione, si fermò presso una grotta nella quale oggi sorge il Santuario a lui dedicato.
Negli ultimi anni della sua vita il Santo rimase sul monte Kronio perchè a causa delle sue precarie condizioni di salute.
La storia narra che una cerva che gli forniva il latte, dopo essere stata ferita da un cacciatore, lo condusse nella grotta. Questi si rese conto, con immenso dolore, di avere procurato al povero vecchio eremita un danno irrimediabile. L'uomo decise allora di restare accanto a San Calogero per curarlo e quando il Santo spirò, venne sepolto presso la grotta dove fu edificata una chiesetta che è divenuta meta di pellegrinaggio da parte di fedeli.
Ogni anno il vescovo di Agrigento apre i festeggiamenti benedicendo l'abito dei frati a lui devoti: una tunica bianca che reca sul petto "la pazienza", cioè lo stemma nero del Santo
San Calogero a Naro
Il culto del "Santo nero" è molto sentito a Naro città della provincia di Agrigento di cui è patrono. Dal 15 giugno, giorno in cui la statua del Santo viene portata dalla cripta sottostante la chiesa all'interno del Santuario stesso, al 25 di giugno, denominato ottava, culminando il 18 giugno, giorno vero e proprio della festa, che vede il Santo messo su una grande slitta in legno denominata straula o "carro dei Miracoli" e trascinato dai fedeli con una corda, legata a due capi della slitta e lunga più di 100 metri, dal Santuario di San Calogero fino alla chiesa Madre della città.
Tutta la processione è scandita dalle urla dei fedeli che trascinano la straula col Santo al grido di "Viva Diu e San Calò". Particolare è la tradizione del pane benedetto che viene modellato in diverse forme a rappresentare le parti del corpo miracolate da San Calogero e viene portato al Santuario per essere benedetto, i proprietari poi ne tengono una parte per loro per condividerla con amici e parenti ed il resto lo lasciano al Santuario affinché sia distribuito ai fedeli.
18 GIUGNO
SAN
CALOGERO
Calcedonia
(Tracia), 466 ca. – Monte Cronios (Sciacca), 561 ca.
Nacque in
Calcedonia (Turchia) nella seconda parte del V C secolo da ricchi e pii
genitori. Giovinetto ancora sentì il fascino della vita di solitudine ne!
deserto della Tebaide per dedicarsi a Dio nella vita contemplativa. Quando, per
obbedienza, ricevette l’ordine sacerdotale donò se stesso alla vita missionaria
per l’evangelizzazione della Sicilia. L’isola di Lipari e Lilibeo (Marsala)
divennero così il campo delle sue fatiche apostoliche. Tutta la fascia della
Sicilia occidentale, Agrigento, Naro, Licata etc, conobbero il suo zelo e la
sua santità nel calore della carità inesauribile verso i poveri e gli ammalati.
Morì quasi centenario nei giugno del 667 sui Monte Cronios (Sciacca) dove sono
conservate le sue reliquie e dove sorge il celebre Santuario con le grotte
curative che portano il suo nome
PREGHIERA A SAN CALOGERO
O glorioso santo
che nella solitudine della tebaide
porgeste al mondo l'esempio
della più grande austerità e penitenza
e con le vostre preghiere
otteneste la conversione di tanti peccatori,
impetrateci da Dio lo spirito
della mortificazione dei nostri sensi
e il disprezzo del mondo,
affinchè meritiamo di conseguire
la beatitudine eterna.
PREGHIERA A SAN CALOGERO
Glorioso San Calogero,
volgi lo sguardo a noi e
ascolta la nostra preghiera.
Tu sei stato mandato da Dio
a irradiare nella Sicilia
la luce del Vangelo.
ai cercato il Signore
nella solitudine;
l'hai servito con la penitenza;
hai insegnato la via
della salvezza e della virtù.
Tutti t'invocano taumaturgo,
perché con la tua intercessione
Dio ha dato la parola ai muti,
la salute ai malati, l'udito ai sordi
e la vista ai ciechi.
Hai preservato più volte
le terre, a te devote, dal colera,
dal terremoto e da altre disgrazie.
Salvaci dai pericoli e concedici
le grazie che ti chiediamo.
PREGHIERA
Composta
da Sua Ecc. Rev.Mons. Ignazio Zambito Vescovo di Patti
O Dio per
mezzo di Gesù Tuo Figlio e nostro Signore,
nello Spirito Santo Dio che hai mostrato a tutti che è Signore e da la vita,
Ti ringraziamo dei Tuoi innumerevoli doni.
In particolare Ti lodiamo per averci dato,
modello e protettore, San Calogero che per amore a Te,
nelle nostre contrade,
a servito i fratelli guarendoli nell'anima e nel corpo.
Per sua intercessione proteggici
sul suo esempio donaci di cercare Te
sopra ogni cosa e di trovarti nell'attenzione alla Tua parola,
nella preghiera, in un ordinato uso delle cose,
nel servizio ai fratelli.
Amen.
PREGHIERA
O glorioso San Calogero,
sono venuto in questi luoghi santificati dalla tua presenza
e all'ombra del tuo santuario,
mi e destata una grande fiducia in te,
più che nei rimedi che possono prestare l'arte e la natura.
Grande benefattore degli uomini, dal ricordati dell'esimia carità
con cui in vita guarivi innumerevoli infermi.
Non ti chiedo miracoli,
Perché la mia indegnità non li merita:
ma ti prego di aiutarmi in questa cura,
onde possa naturalmente guarire.
Prega per me il Signore,
perché purificato nell'animo,
possa goderlo con te in paradiso.
Amen.
INNO A SAN CALOGERO
O Calogero dal cielo pietoso
Come il sole che splende al mattino
Tu ci guidi nell'aspro cammino
Che conduce all'eterno splendore,
tu ci guidi nell'aspro cammino
Che conduce all'eterno splendore.
Ritornello
O Calogero eremita prega
Prega per noi Gesù.
Sorgi o
San Salvator, dell'alba novella.
Già la
luce sorride sul monte,
Fanciullini venite alla fonte
Manifesti la gioia del cuor.
Fanciullini venite alla fonte
Manifesti la gioia del cuor.
Ritornello
O
Calogero Eremita prega
prega per noi Gesù.
SOURCE : https://www.preghiereperlafamiglia.it/san-calogero.htm
Il monte San Calogero è una collina situata a circa 7
km da Sciacca, in provincia di Agrigento.
Vi si trovano il santuario di San Calogero (mostrato
in questa foto), del XVI secolo,
e diverse grotte naturali dalle quali si sprigiona
vapore.
Archivio privato della famiglia Riggio.
Foto amatoriale non firmata, ma trovata nella
collezione
del fotografo dilettante Giuseppe Riggio di
Sciacca.
Upload effettuato dai suoi eredi.
Racconta una leggenda che
un cacciatore di Naro, in Sicilia, inseguendo una cerva ferita, capitò in una
grotta dove viveva un vecchio nero come la pece. L'eremita disse di essere
Calogero, fratello di Diego e Gerlando, due santi venerati rispettivamente a
Canicattì e ad Agrigento. Per desiderio espresso di Calogero (il nome nella
etimologia greca vuol dire semplicemente "bel vecchio", e con questo
appellativo venivano indicati gli eremiti), il cacciatore tacque per alcuni
anni la notizia; poi quando gli abitanti di Naro si recarono in processione
alla grotta, del santo eremita trovarono soltanto le ossa. Ma ad Agrigento,
smentendo in parte la leggenda di Naro, si parla addirittura di quattro santi
eremiti col nome di Calogero, patroni di Naro, di Agrigento, di Licata e di
Sciacca. Al dire di un antico ritornello, i quattro non sarebbero ugualmente
ben disposti a concedere grazie ai devoti, giacché " S. Caloiru di
Girgenti, li grazii li fa pri nienti; - S. Caloiru di Naru, li fa sempri pri
dinaru ", il patrono di Agrigento le grazie le fa per niente, mentre
quello di Naro le fa sempre per denaro! Il santuario più rinomato e più popolare
per il culto di S. Calogero è quello di Gemmariaro, o Cronio, un monte a
ridosso della cittadina termale di Sciacca. A Fragalà, in provincia di Messina,
è stata scoperta la testimonianza più antica del culto di S. Calogero: alcune
odi, scritte da un monaco di nome Sergio, del IX secolo, nelle quali si parla
di un vecchio eremita, vissuto in una spelonca e dotato di eccezionali poteri
taumaturgici contro gli spiriti maligni. S. Calogero sarebbe arrivato in
Sicilia da Cartagine e spinto dal desiderio di appartarsi si sarebbe celato
dentro una spelonca nei pressi di Lilibeo. Un altro testo, utilizzato anche
dalle lezioni dell'Uftìcio, e concordante sostanzialmente col precedente, dice
che S. Calogero, nativo di Costantinopoli, dopo una giovinezza trascorsa nello
studio della Scrittura e negli esercizi ascetici, venne a Roma a far visita al
papa e da questi ottenne il permesso di vivere da eremita, in Sicilia, dove si
recò in compagnia di Onofrio, Filippo e Archileone. Lasciando proseguire i
compagni per Paternò e Agira, Calogero sostò nell'isola di Lipari. Più tardi,
rispondendo al richiamo di una angelica visione, dalle Eolie avrebbe fatto vela
per Sciacca, dove scelse a dimora una grotta sul monte Gemmariaro. Visse per altri
trentacinque anni, in solitaria meditazione, interrotta di tanto in tanto per
scendere a predicare la parola di Dio in mezzo al popolo, operandovi prodigi di
ogni genere.
18 GIUGNO
SAN CALOGERO EREMITA IN SICILIA
PREGHIERE:
Glorioso San Calogero, costretto dalle miserie e dai
miei
affanni con tutto il cuore piangendo, a voi ricorro per aiuto. Io non sono
degno di ricevere alcuna grazia da Dio, ma confido che mercé i vostri meriti e
la vostra potente intercessione. Iddio mi faccia la grazia di.…….(ognuno
domandi la grazia che desidera.) Deh! o San Calogero questa grazia da voi la
desidero, da voi la voglio; fate ancora che come voi nell'eremitaggio amaste
Dio, così io lo ami per poi venire con voi a goderlo nel Paradiso. Così sia.
Pater
Glorioso San Calogero, volgi lo sguardo a noi e
ascolta la nostra preghiera.
Tu
sei stato mandato da Dio a irradiare nella Sicilia la luce del Vangelo. Hai
cercato il Signore nella solitudine; l'hai servito con la penitenza; hai
insegnato la via della salvezza e della virtù. Tutti t'invocano taumaturgo,
perché con la tua intercessione Dio ha dato la parola ai muti, la salute ai
malati l'udito al sordi e la vista ai ciechi. Ha preservato più volte le terre,
a te devote, dal colera, dal terremoto e da altre disgrazie. Salvaci dai
pericoli e concedici le grazie che ti chiediamo. Amen.
O Dio per mezzo di Gesù Tuo Figlio e nostro Signore,
nello Spirito Santo Dio che hai mostrato a tutti che è Signore e da la vita, Ti
ringraziamo dei Tuoi innumerevoli doni. In particolare Ti lodiamo per averci
dato, modello e protettore, San Calogero che per amore a Te, nelle nostre
contrade, a servito i fratelli guarendoli nell'anima e nel corpo. Per sua
intercessione proteggici e sul suo esempio donaci di cercare Te sopra ogni cosa
e di trovarti nella preghiera, in un ordinato uso delle cose, nella solitudine.
Così sia.
Glorioso San Calogero, noi
ci rallegriamo della gloria che godi in cielo e in terra, in premio
per le tue virtù e delle grazie di cui ti arricchiva il Signore, operando per
intercessione grandi miracoli, nel dare la vista ai ciechi, l'udito ai sordi,
la loquela ai muti, la salute ad ogni sorta di ammalati. Accetta le preghiere e
gli umili ossequi che con vero affetto ti porgiamo. Tu, o nostro protettore,
sei nostra guida e difesa; accoglici sotto il tuo patrocinio, e come nel mondo
schiacciasti il demonio da tanti corpi, scaccia il peccato dai nostri cuori.
Come ascoltasti tanti meschini che a te ricorrevano ascolta le nostre
preghiere. Accendi in noi sentimenti di viva fede, ferma speranza ed
ardente carità simile alla tua affinché otteniamo la salute del corpo, ma
principalmente quella dell'anima. E così nell'imitazione della tua virtù
possedere il santo timore di Dio, la pace e la tranquillità dello spirito, il
tuo conforto in questo pellegrinaggio, la tua assistenza nell'ora della morte e
finalmente la grazia di venire a lodare con te la divina misericordia in
Paradiso per tutta l'eternità.
Prega per noi San Calogero.
Affinché siamo degni delle promesse di Cristo.
AMICO PELLEGRINO
Amico pellegrino,vieni al Santuario,
"Cammina verso lo splendore,il Signore cammina
con te".
Prepara il tuo cuore e parti con gioia, solo o in
compagnia dei tuoi fratelli, ma vieni.
Segui le orme dei tuoi Padri.
Chiunque tu sia, ricordati che hai un posto nella Casa
di Dio,
tu hai dei fratelli da incontrare, dei Santi da
imitare,
San Calogero da ascoltare e il mistero della Chiesa da
vivere.
Se sei assetato di gioia, di pace, di giustizia,
d'amore e di perdono,
vieni a bere l'acqua viva alla sorgente della
salvezza.
Giovane pieno d'entusiasmo, o malato disperato per la
sofferenza,
tu che ti senti emarginato,o tu che vivi la serenità
della vita familiare,
vieni ad illuminarti alla luce del Vangelo.
Va e torna riconciliato, confortato e rinnovato.
Annuncia la Lieta Notizia ai tuoi fratelli:
Dio ci ama e ci attende.
Cammina verso lo splendore:
il Signore cammina con te.
CREDIMI SIGNORE
Signore, Padre Onnipotente, luce nelle tenebre;
misericordia infinita; maestro e compagno;
volontà suprema e creatore di ogni volontà.
Mi hai dato gli occhi per vedere.
Il cuore per sentire, amare e credere.
Mi hai dato il cervello per pensare.
Ed io, mio Signore, sento, amo, credo e penso.
Signore dimmi, dove sei?
Io ti cerco, desidero incontrarti, parlare con te,
ascoltarti, ma Tu. Nella mia pochezza,
di sicuro sbaglio, pure quando ti cerco, ti respingo:
tu sei dentro di me ed io voglio trovarti fuori.
Ma Signore, Onnipotente Creatore che ci lasci liberi e
sempre liberi ci hai lasciato. Tu permetti noi di
sbagliare,
tu ci consenti di peccare.
La tua volontà, Signore, è suprema, nel bene ed anche
nel male!
Padre Nostro misericordioso che mai il tuo perdono fai
mancare,
tu hai fatto un disegno, un mosaico immenso, perfetto
e noi siamo i tasselli:
sempre suprema è la tua volontà.
Non meravigliarti Signore, non sorprenderti e non
offenderti
se la mia fede vola come una carta al vento e poi,
ritorna come un'onda del mare, calmo.
Ma tu sei il Signore, il mio Signore, l'Onnipotente
Padre Creatore
ed ogni cosa conosci. Tutto è da te, tutto è per te,
tutto ti appartiene.
Tu vuoi la mia fede come una carta al vento.
Io imploro il tuo aiuto,sempre di te ho bisogno: non
togliermi la tua misericordia.
Solo tu sai quant'è difficile credere in te,credimi,
Signore!
INNO
Da ogni piaga ognor, o San Calogero,
muovon le turbe pellegrinanti a te
stanche e provate dal lungo penare
ai tuoi pie' vengono ad implorar mercé.
Rit.
Tu dei fedeli i voti
accogli e le preghiere,
tu alle stanche schiere largisci
i tuoi favor; in Dio dei tribolati
la fede e la speranza
conferma e la costanza
lenisci ogni dolor! (bis)
Freme la guerra intorno a noi del male
e non v'è pace in fondo ai nostri cuor
onde dimessi, stretti al tuo altar,
tregua imploriamo, o Santo Protettore.
Rit.
Su questo colle ove di grazie
il trono fissar volesti del tuo santo amor il voto
adempi del popolo che l'implora
stendi il tuo manto sopra San Salvator.....
Rit.
INNO
O Calogero dal ciel pietoso
Come il sole che splende al mattino
Tu ci guidi nell'aspro cammino
Che conduce all'eterno splendor,
Tu ci guidi nell'aspro cammino
Che conduce all'eterno splendor.
Rit. O Calogero Eremita prega
prega per noi Gesù.
Sorgi o San Salvator, dell'alba novella.
Già la luce sorride sul monte
Fanciullini venite alla fonte
Manifesti la gioia del cuor.
Fanciullini venite alla fonte
Manifesti la gioia del cuor.
Rit.
Martirologio Romano: Sul monte Gemmariaro presso
Sciacca in Sicilia occidentale, san Calogero, eremita.
SOURCE : http://santiemodestia.blogspot.com/2017/06/18-giugno-san-calogero-eremita-in.html
Statue de Saint Calogero.
Santuario di San Calogero, Naro (Sicily)
Calógero el anacoreta, Santo
Eremita, 18 de junio
Por: Cristina Huete García | Fuente: hagiopedia.blogspot.com
Martirologio Romano: En el
monte Cronio (hoy Gemmariario), cerca de las termas de Selinunte, en Sicilia
occidental, Italia, san Calógero, eremita. († c. 561).
Nació en Calcedonia, junto al Bósforo, en un pueblo de la
antigua Tracia. Desde niño fue muy devoto y, ya joven, peregrinó de
Constantinopla a Roma, donde lo recibió el papa san Félix III y le dio permiso
para vivir en soledad en un lugar impreciso.
En este lugar tuvo una visión angélica o una inspiración
celestial, que le indicó que debía evangelizar Sicilia; se entrevistó con el
Papa del que obtuvo la autorización para partir hacia la isla, con sus
compañeros san Felipe, Onofrio y Arquileon, para liberar aquel pueblo de los
demonios y de la adoración de los dioses paganos. Mientras san Felipe se dirigió
a Agira y Onofrio y Arquileon se fueron a Paternò, Calógero, durante el viaje a
Lípari, en las islas Eolias, fue invitado por los habitantes para que se
quedara con ellos durante algún tiempo, predicando el Evangelio y enseñándoles
cómo utilizar las aguas termales en los momentos de necesidad.
Durante su permanencia en la isla de Lípari, tuvo la visión
de la muerte y condena del rey Teodorico, rey de los lombardos. Después de otra
visión, se dirigió a Sicialia y vivió en Sciacca (Sicilia). Convirtió a sus habitantes
y curó a los poseídos. En el monte donde vivió hoy se le llama: monte San
Calógero. Es recordado por su soledad, por la felicidad con la que gozó la
vida, y por sus exorcismos. Su vida está plagada de leyendas piadosas. Patrón
de Agrigento.