Statua di San Calogero ad Agrigento.
Photographie de Riccardo Spoto at Italian Wikipedia, 2007
Saint Caloger
Anachorète en
Sicile (Ve siècle)
Grec, il reçut l'habit
monastique à Rome, des mains du pape. Après avoir évangélisé les îles
Eoliennes, il vécut pendant trente-cinq ans comme reclus près d'Agrigente, en
Sicile.
Au mont Chronios, près
des Thermes de Sélinonte en Sicile, vers le Ve siècle, saint Caloger, ermite.
Martyrologe romain
SOURCE : https://nominis.cef.fr/contenus/saint/10966/Saint-Caloger.html
Buste en argent du XVIIIe s.
de San Calogero, Cathédrale de Lipari (îles Eoliennes, Sicile) :
Buste
en argent du XVIIIe s. de San Calogero, Cathédrale de Lipari (îles Eoliennes,
Sicile), patron du diocèse et de la ville de Lipari. A l'arrière-plan, tableau
représentant San Calogero, ermite. Photographie de Ji-Elle, 2011
Also
known as
Calogero the Anchorite
Calogerus the Anchoret
Profile
Fifth
century evangelist on
the island of Lipari, Italy.
Lived his last 35 years as a hermit near
Girgenti, Sicily.
Noted exorcist.
Born
c.486 of
natural causes
Additional
Information
Book
of Saints, by the Monks of
Ramsgate
Short
Lives of the Saints, by Eleanor Cecilia Donnelly
books
Our Sunday Visitor’s Encyclopedia of Saints
other
sites in english
images
MLA
Citation
“Saint Calogerus the
Anchorite“. CatholicSaints.Info. 17 April 2021. Web. 17 June 2024.
<https://catholicsaints.info/saint-calogerus-the-anchorite/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/saint-calogerus-the-anchorite/
La
Chiesa di San Calogero tra la fine dell' 800 e l'inizio del '900
St. Calogerus
Feastday: June 18
Death: 486
A Greek hermit and
missionary called "the Anchoret." He received the monastic habit from
the pope in Rome, and lived as a hermit for more than three decades near
Girgenti, in Sicily. Calogerus is also reported to have served as a missionary
on the isles of Lepari.
SOURCE : https://www.catholic.org/saints/saint.php?saint_id=2571
Santuario San Calogero, Agrigento
June 18, 2018
Kalogeros (Calogerus) is
commemorated by the Orthodox Church on June 18, together with Bishop Gregory
and the Deacon Demetrios. There are various opinions as to when these Saints
existed and under what circumstances. It is generally believed they came from
Carthage in North Africa and fled a persecution there which brought them to
Sicily. Some believe this took place in the fifth century and the persecution
was by the Monophysites, others say it was the sixth century and the
persecution was by the Arian Vandals, but another tradition says they probably
lived in the late seventh century, and they fled Carthage when the Arab Muslims
took Carthage in 698. Though one tradition says they fled, another says they
were exiled.
When
they arrived in Sicily they were active in the area of Fragalata, near Messina,
where they separated to proclaim the gospel and instructed the Christians in
the faith of Christ. Though Gregory and Demetrios are called martyrs, there is
no indication that they died in this way, though it has been suggested they
died during the persecution back in Carthage, and Kalogeros fled to Sicily on
his own. It has also been suggested that they were martyred in Sicily by a
Monophysite bishop or Vandals who were Arians.
Kalogeros is held to have
worked as a missionary on Lipari in the Aeolian Islands, before retiring to
live as a hermit on Monte Kronio, which is now sometimes called in Sicilian:
Monte San Caluòru (Italian: Monte San Calogero) in his honor, as is another
mountain near Palermo. Here he lived for thirty-five years. He is noted to have
been a mentor of other monks, a conqueror of demons and a wonderworker. He
reposed in 561 in Agrigento.
Hagiographic traditions
say that during his old age, Kalogeros no longer was able to collect the herbs
to feed on, so he fed on the milk of a deer that was sent to him by God. One
day, however, the hunter Siero, called Arcario because he hunted with the bow
and arrows, accidentally killed the animal. Sorrowful for having made such an
error, he became a disciple of the Saint, at the death of the Saint, which took
place after forty days. The same archer buried him in a cave on the mountain,
known only to him. He later transformed the cave where Kalogeros lived into a
small church, where he stayed together with other disciples. Later the cells
that formed the dormitories were dug into the rock: they were called Quarto
degli Eremi. Because of the Saracen invasions in Sicily, the Agrigentinian
bishop of the time, not to disperse the relics, brought them in the Messina
area to the Basilian Monastery of San Filippo di Fragalà, near Frazzanò.
Nowadays the sacred remains rest in a wooden box in the mother church of
Frazzanò, Diocese of Patti, together with those of the patron and fellow
citizen of the city of San Lorenzo.
Saint Kalogeros is
venerated at Agrigento more than Saint Gerland, who is the patron of Agrigento.
Other centers in which Saint Kalogeros is particularly venerated are Porto
Empedocle, Naro, Sciacca, Frazzanó, San Salvatore di Fitalia, Cesaró, Petralia
Sottana and Campofranco. In iconography he is usually identifiable as a bearded
hermit with dark skin wearing eastern (Syriac) hooded vestments.
SOURCE : https://www.johnsanidopoulos.com/2018/06/saint-kalogeros-anchorite-561.html
Maiolica di San Calojru du 1545 na Grutta abitata du Santu supra u Munti Croniu, Xacca ( AG )
San Calogero Eremita
in Sicilia
Calcedonia (Tracia), 466
ca. – Monte Cronios (Sciacca), 561 ca.
Le notizie sulla sua vita
sono così confuse tanto che si è pensato che potessero riferirsi a più santi
con lo stesso nome. Con il nome Calogero che etimologicamente significa "
bel vecchio " venivano infatti designate quelle persone che vivevano da
eremiti. E Calogero è venerato in Sicilia presso Sciacca, nel monastero di
Fregalà presso Messina, e in altre città. L'unica cosa sicura su di lui è
l'esistenza in Sicilia di un santo eremita, con poteri taumaturgici. A Fragalà
è stata scoperta alla testimonianza più antica legata al suo culto, alcune odi
scritte nel IX secolo da un monaco di nome Sergio, da cui risulterebbe che
Calogero proveniva da Cartagine e morì nei pressi di Lilibeo. le lezioni
dell'Uffizio, stampate nel 1610, lo dicono invece proveniente da Costantinopoli
ed eremita sul monte Gemmariano.
Etimologia: Calogero
= di bella vecchiaia, dal greco
Martirologio
Romano: Sul monte Gemmariaro presso Sciacca in Sicilia occidentale, san
Calogero, eremita.
Il termine Calogero, di
origine greca, significa “bel vecchio”; nell’ideale greco della bellezza, ciò
che è bello, è anche giusto e buono, basti pensare che nel Vangelo di Giovanni,
l’originale greco definisce Gesù il “bel pastore”, che poi è stato tradotto in
il “buon Pastore”.
L’uso di questo termine
venne applicato in Oriente e nel Sud Italia ai monaci eremiti, che vennero
chiamati così ‘calogeri’, pertanto alcuni studiosi pensano che il nome del
santo eremita Calogero non fosse questo, ma bensì l’appellativo con cui veniva
riconosciuto; altri studiosi comunque sono convinti che fosse proprio il suo
nome.
Secondo la tradizione,
giacché mancano documentazioni certe, Calogero nacque verso il 466 a Calcedonia
sul Bosforo, una cittadina dell’antica Tracia, che nel 46 d.C. divenne
provincia romana e che poi seguì le sorti dell’impero bizantino; fin da bambino
digiunava, pregava e studiava la Sacra Scrittura e secondo gli ‘Atti’ presi
dall’antico Breviario siculo-gallicano, in uso in Sicilia dal IX secolo fino al
XVI, egli giunse a Roma in pellegrinaggio, ricevendo dal papa Felice III
(483-492), il permesso di vivere in solitudine in un luogo imprecisato.
Qui egli ebbe una visione
angelica o un’ispirazione celeste, che gli indicava di evangelizzare la
Sicilia; tornato dal papa ottenne l’autorizzazione di recarsi nell’isola, con i
compagni Filippo, Onofrio e Archileone, per liberare quel popolo dai demoni e
dall’adorazione degli dei pagani.
Mentre Filippo si recò ad
Agira e Onofrio e Archileone si diressero a Paternò, Calogero si fermò durante
il viaggio a Lipari, nelle Isole Eolie, dove su invito degli abitanti si
trattenne per qualche anno, predicando il Vangelo ed insegnando loro come
ricevere i benefici per i loro malanni, utilizzando le acque termali e stufe
vaporose; ancora oggi un’importante sorgente termale porta il suo nome, come
pure le grotte dai vapori benefici.
Durante la sua permanenza
nell’isola di Lipari, ebbe anche la visione della morte del re Teodorico (†
526) che negli ultimi anni aveva preso a perseguitare quei latini che riteneva
un pericolo per il suo regno, fra i quali furono vittime il filosofo Boezio
(480-524) suo consigliere, il patrizio romano capo del Senato, Simmaco († 524)
e il papa Giovanni I († 526).
Ciò è riportato nei
‘Dialoghi’ del papa s. Gregorio I Magno, la visione si era avverata nell’esatto
giorno ed ora della morte del re, e Calogero vide la sua anima scaraventata nel
cratere del vicino Vulcano.
In seguito ad altra
visione, Calogero lasciò Lipari per sbarcare in Sicilia a Syac (Sciacca),
chiamata dai romani ‘Thermae’ per i bagni termali, presso i quali sorgeva;
convertì gli abitanti e poi decise di cacciare per sempre “le potenze
infernali” che regnavano sul vicino monte Kronios, consacrato al dio greco
Kronos, che per i romani era il dio Saturno.
Sul monte Giummariaro,
altro nome derivante dagli arabi che lo chiamarono monte “delle Giummare”,
dalle palme nane che crescevano sui suoi fianchi e che poi prese il nome di
Monte San Calogero, come oggi è conosciuto insieme al nome Cronio, il santo
eremita prese ad abitare in grotte e spelonche e intimò ai demoni di lasciare
quei luoghi.
Gli ‘Atti’ dicono che il
monte sussultò fra il fragore di urla e poi tutto si quietò in una pace di
paradiso; Calogero si sistemò in una grotta adiacente a quelle vaporose, che
come a Lipari, anche qui esistono abbondanti.
In detta grotta vi è
murata sulla roccia, l’immagine in maiolica di s. Calogero, posta sopra un
rustico altare, che si dice costruito da lui stesso; l’immagine è del 1545 e
rappresenta l’eremita con la barba che tiene nella mano destra un libro e un
ramo-bastone, ai suoi piedi vi è un fedele inginocchiato e una cerbiatta
accasciata e ferita da una freccia.
L’immagine si rifà ad un
episodio degli ultimi suoi giorni, essendo ormai ultranovantenne, egli non
riusciva più a cibarsi, per cui Dio gli mandò una cerva, che con il suo
delicato latte lo alimentava; un giorno un cacciatore di nome Siero, scorgendo
l’animale, prese l’arco e trafisse con una freccia la cerva, la quale riuscì a
trascinarsi all’interno della grotta di Calogero, morendo fra le sue braccia.
Il cacciatore pentito e
piangente, riconobbe nel vegliardo colui che l’aveva battezzato anni prima,
chiese perdono e Calogero lo portò nella vicina grotta vaporosa, dandogli
istruzioni per le proprietà curative di quel vapore e delle acque che sgorgavano
da quel monte. Il cacciatore Siero, divenuto suo discepolo, salì spesso sul
monte a visitarlo, ma 40 giorni dopo l’uccisione della cerva, trovò il vecchio
eremita morto, ancora in ginocchio davanti all’altare; secondo la tradizione
era morto nella grotta fra il 17 e il 18 giugno 561 ed era vissuto in quel
luogo per 35 anni.
Diffusasi la notizia
accorsero gli abitanti delle cittadine vicine, che lo seppellirono nella grotta
stessa, poi trasferito in altra caverna di cui si è persa la memoria lungo i
secoli.
Nel IX secolo un monaco
che si firmava Sergio Cronista, cioè abitante del monte Cronios o Kronios,
compose in lingua greca alcuni inni in suo onore, in cui veniva citato che s.
Calogero non era approdato a Sciacca come si riteneva, ma a Lilybeo, l’odierna
Marsala, senza indicare dove fosse morto, ma sollecitando a visitare e onorare
la grotta in cui il santo era vissuto, scacciando i demoni e operando tante
guarigioni di ammalati.
Uno studioso
contemporaneo Francesco Terrizzi, sostiene che s. Calogero, perduti i compagni
martirizzati dai Vandali, si recò dapprima a Palermo passando poi per Salemi,
Termini Imerese, Fragalà, Lipari, Lentini, Agrigento, Naro e infine Sciacca; si
spiegherebbe così le tante tradizioni e le diverse grotte abitate e attribuite
ad un unico e medesimo santo.
C’è da aggiungere che le
reliquie del santo, secondo un’altra tradizione, erano state successivamente
trasferite in un monastero a tre km dalla grotta, nel 1490 furono traslate a
Fragalà (Messina) dal monaco basiliano Urbano da Naso e poi nell’800 a Frazzanò
(Messina), nella chiesa parrocchiale; qualche sua reliquia è custodita anche
nel santuario di San Calogero, sorto vicino alla sua grotta sull’omonimo monte
di Sciacca nel XVII secolo e che è meta di pellegrinaggi.
Ad ogni modo s. Calogero
è veneratissimo in tutta la Sicilia e in tutte le città sopra citate è onorato
con suggestive processioni e celebrazioni, tipiche della religiosità intensa
dei siciliani, quasi tutte si svolgono nel giorno della sua festa il 18 giugno.
Autore: Antonio
Borrelli
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/58100
Chiesa
di San Calogero, Favara.
Nome: San Calogero
Titolo: Eremita in
Sicilia
Ricorrenza: 18 giugno
Le informazioni sulla vita di San Calogero provengono da varie leggende
tramandate da scritti e inni in suo onore. Uno dei racconti più accreditati
tratto da breviario siculo-gallicano narra che sia nativo di Costantinopoli
intorno al I secolo.
Spinto a convertire gli abitanti della Sicilia andò in pellegrinaggio a Roma
dove incontrò San Pietro apostolo da cui ottenne il permesso di vivere da
eremita in un luogo imprecisato. Qui ebbe l'ispirazione di evangelizzare
la Sicilia.
Tornato da Pietro, ottenne il premesso di recarsi nell'isola assieme ai
compagni, Filippo, Onofrio e Archileone. Filippo si recò a Agira, Onofrio e
Archileone si recarono nel deserto di Sutera e il nostro Calogero si fermò a
Lipari. Da qui, dopo diversi anni, si spostò nei pressi di Sciacca dove visse
per trentacinque anni.
Un'altra versione della sua vita racconta che San Calogero per scampare alla
persecuzione dei cristiani nell'Africa settentrionale approdò in Sicilia
insieme a San Gregorio e al diacono Demetrio. La sua provenienza dal continente
nero si presume gli abbia dato proprio l'appellativo di "Santo Nero"
nonché il colore della pelle
quasi sempre nero impresso nei dipinti e nelle molteplici statue in suo onore.
Successivamente raggiunse le zone più interne dell'isola evangelizzando con
grande coraggio la fede cristiana. In tal modo, però, si attirò l'odio dei
nemici del Vangelo. Demetrio e Gregorio vennero catturati, mentre Calogero, si
rifugiò sul monte Kronio a Sciacca, dove usando le acque delle terme minerali
guarì miracolosamente alcuni infermi. Per tale motivo a Sciacca sorge oggi uno
dei maggiori santuari dedicati al Santo taumaturgo.
Presto l'ammirazione dei fedeli di San Calogero crebbe e si diffuse in tutta
l'isola. San Calogero raggiunse poi Agrigento, dove, secondo la tradizione, si
fermò presso una grotta nella quale oggi sorge il Santuario a lui dedicato.
Negli ultimi anni della sua vita il Santo rimase sul monte Kronio perchè a
causa delle sue precarie condizioni di salute.
La storia narra che una cerva che gli forniva il latte, dopo essere stata
ferita da un cacciatore, lo condusse nella grotta. Questi si rese conto, con immenso
dolore, di avere procurato al povero vecchio eremita un danno irrimediabile.
L'uomo decise allora di restare accanto a San Calogero per curarlo e quando il
Santo spirò, venne sepolto presso la grotta dove fu edificata una chiesetta che
è divenuta meta di pellegrinaggio da parte di fedeli.
Ogni anno il vescovo di Agrigento apre i festeggiamenti benedicendo l'abito dei
frati a lui devoti: una tunica bianca che reca sul petto "la
pazienza", cioè lo stemma nero del Santo
San Calogero a Naro
Il culto del "Santo
nero" è molto sentito a Naro città della provincia di Agrigento di cui è
patrono. Dal 15 giugno, giorno in cui la statua del Santo viene portata dalla
cripta sottostante la chiesa all'interno del Santuario stesso, al 25 di giugno,
denominato ottava, culminando il 18 giugno, giorno vero e proprio della festa,
che vede il Santo messo su una grande slitta in legno denominata straula o
"carro dei Miracoli" e trascinato dai fedeli con una corda, legata a
due capi della slitta e lunga più di 100 metri, dal Santuario di San Calogero
fino alla chiesa Madre della città.
Tutta la processione è scandita dalle urla dei fedeli che trascinano la straula
col Santo al grido di "Viva Diu e San Calò". Particolare è la
tradizione del pane benedetto che viene modellato in diverse forme a
rappresentare le parti del corpo miracolate da San Calogero e viene portato al
Santuario per essere benedetto, i proprietari poi ne tengono una parte per loro
per condividerla con amici e parenti ed il resto lo lasciano al Santuario affinché
sia distribuito ai fedeli.
SOURCE : https://www.santodelgiorno.it/san-calogero/
Il
bacio di un devoto alla statua del santo.
Photographie
de Riccardo Spoto at Italian Wikipedia, 2007
18 GIUGNO
SAN CALOGERO
Calcedonia (Tracia), 466
ca. – Monte Cronios (Sciacca), 561 ca.
Nacque in Calcedonia
(Turchia) nella seconda parte del V C secolo da ricchi e pii genitori.
Giovinetto ancora sentì il fascino della vita di solitudine ne! deserto della
Tebaide per dedicarsi a Dio nella vita contemplativa. Quando, per obbedienza,
ricevette l’ordine sacerdotale donò se stesso alla vita missionaria per
l’evangelizzazione della Sicilia. L’isola di Lipari e Lilibeo (Marsala)
divennero così il campo delle sue fatiche apostoliche. Tutta la fascia della
Sicilia occidentale, Agrigento, Naro, Licata etc, conobbero il suo zelo e la
sua santità nel calore della carità inesauribile verso i poveri e gli ammalati.
Morì quasi centenario nei giugno del 667 sui Monte Cronios (Sciacca) dove sono
conservate le sue reliquie e dove sorge il celebre Santuario con le grotte
curative che portano il suo nome
PREGHIERA A SAN CALOGERO
O glorioso santo
che nella solitudine
della tebaide
porgeste al mondo
l'esempio
della più grande
austerità e penitenza
e con le vostre
preghiere
otteneste la conversione
di tanti peccatori,
impetrateci da Dio lo
spirito
della mortificazione dei
nostri sensi
e il disprezzo del
mondo,
affinchè meritiamo di
conseguire
la beatitudine eterna.
PREGHIERA A SAN CALOGERO
PREGHIERA
Composta da Sua Ecc.
Rev.Mons. Ignazio Zambito Vescovo di Patti
O Dio per mezzo di Gesù
Tuo Figlio e nostro Signore,
nello Spirito Santo Dio
che hai mostrato a tutti che è Signore e da la vita,
Ti ringraziamo dei Tuoi
innumerevoli doni.
In particolare Ti lodiamo
per averci dato,
modello e
protettore, San Calogero che per amore a Te,
nelle nostre contrade,
a servito i fratelli
guarendoli nell'anima e nel corpo.
Per sua intercessione
proteggici
sul suo esempio donaci di
cercare Te
sopra ogni cosa e di
trovarti nell'attenzione alla Tua parola,
nella preghiera, in un
ordinato uso delle cose,
nel servizio ai fratelli.
Amen.
PREGHIERA
INNO A SAN CALOGERO
SOURCE : https://www.preghiereperlafamiglia.it/san-calogero.htm
Racconta una leggenda che
un cacciatore di Naro, in Sicilia, inseguendo una cerva ferita, capitò in una
grotta dove viveva un vecchio nero come la pece. L'eremita disse di essere
Calogero, fratello di Diego e Gerlando, due santi venerati rispettivamente a Canicattì
e ad Agrigento. Per desiderio espresso di Calogero (il nome nella etimologia
greca vuol dire semplicemente "bel vecchio", e con questo appellativo
venivano indicati gli eremiti), il cacciatore tacque per alcuni anni la
notizia; poi quando gli abitanti di Naro si recarono in processione alla
grotta, del santo eremita trovarono soltanto le ossa. Ma ad Agrigento,
smentendo in parte la leggenda di Naro, si parla addirittura di quattro santi
eremiti col nome di Calogero, patroni di Naro, di Agrigento, di Licata e di
Sciacca. Al dire di un antico ritornello, i quattro non sarebbero ugualmente
ben disposti a concedere grazie ai devoti, giacché " S. Caloiru di
Girgenti, li grazii li fa pri nienti; - S. Caloiru di Naru, li fa sempri pri
dinaru ", il patrono di Agrigento le grazie le fa per niente, mentre
quello di Naro le fa sempre per denaro! Il santuario più rinomato e più
popolare per il culto di S. Calogero è quello di Gemmariaro, o Cronio, un monte
a ridosso della cittadina termale di Sciacca. A Fragalà, in provincia di
Messina, è stata scoperta la testimonianza più antica del culto di S. Calogero:
alcune odi, scritte da un monaco di nome Sergio, del IX secolo, nelle quali si
parla di un vecchio eremita, vissuto in una spelonca e dotato di eccezionali poteri
taumaturgici contro gli spiriti maligni. S. Calogero sarebbe arrivato in
Sicilia da Cartagine e spinto dal desiderio di appartarsi si sarebbe celato
dentro una spelonca nei pressi di Lilibeo. Un altro testo, utilizzato anche
dalle lezioni dell'Uftìcio, e concordante sostanzialmente col precedente, dice
che S. Calogero, nativo di Costantinopoli, dopo una giovinezza trascorsa nello
studio della Scrittura e negli esercizi ascetici, venne a Roma a far visita al
papa e da questi ottenne il permesso di vivere da eremita, in Sicilia, dove si
recò in compagnia di Onofrio, Filippo e Archileone. Lasciando proseguire i
compagni per Paternò e Agira, Calogero sostò nell'isola di Lipari. Più tardi,
rispondendo al richiamo di una angelica visione, dalle Eolie avrebbe fatto vela
per Sciacca, dove scelse a dimora una grotta sul monte Gemmariaro. Visse
per altri trentacinque anni, in solitaria meditazione, interrotta di tanto in
tanto per scendere a predicare la parola di Dio in mezzo al popolo, operandovi
prodigi di ogni genere.
SOURCE : http://www.enrosadira.it/santi/c/calogero.htm
Statue
de Saint Calogero. Santuario di San Calogero, Naro (Sicily)
18 GIUGNO
SAN CALOGERO EREMITA IN
SICILIA
PREGHIERE:
Glorioso San Calogero,
costretto dalle miserie e dai miei
affanni con tutto il
cuore piangendo, a voi ricorro per aiuto. Io non sono degno di ricevere alcuna
grazia da Dio, ma confido che mercé i vostri meriti e la vostra potente
intercessione. Iddio mi faccia la grazia di.…….(ognuno domandi la grazia che
desidera.) Deh! o San Calogero questa grazia da voi la desidero, da voi la
voglio; fate ancora che come voi nell'eremitaggio amaste Dio, così io lo ami
per poi venire con voi a goderlo nel Paradiso. Così sia.
Pater
Glorioso San Calogero,
volgi lo sguardo a noi e ascolta la nostra preghiera.
Tu sei stato mandato da
Dio a irradiare nella Sicilia la luce del Vangelo. Hai cercato il Signore nella
solitudine; l'hai servito con la penitenza; hai insegnato la via della salvezza
e della virtù. Tutti t'invocano taumaturgo, perché con la tua intercessione Dio
ha dato la parola ai muti, la salute ai malati l'udito al sordi e la vista ai
ciechi. Ha preservato più volte le terre, a te devote, dal colera, dal terremoto
e da altre disgrazie. Salvaci dai pericoli e concedici le grazie che ti
chiediamo. Amen.
O Dio per mezzo di Gesù
Tuo Figlio e nostro Signore, nello Spirito Santo Dio che hai mostrato a tutti
che è Signore e da la vita, Ti ringraziamo dei Tuoi innumerevoli doni. In
particolare Ti lodiamo per averci dato, modello e protettore, San Calogero che
per amore a Te, nelle nostre contrade, a servito i fratelli guarendoli
nell'anima e nel corpo. Per sua intercessione proteggici e sul suo esempio
donaci di cercare Te sopra ogni cosa e di trovarti nella preghiera, in un
ordinato uso delle cose, nella solitudine. Così sia.
Glorioso San
Calogero, noi ci rallegriamo della gloria che godi in cielo e in
terra, in premio per le tue virtù e delle grazie di cui ti arricchiva il Signore,
operando per intercessione grandi miracoli, nel dare la vista ai ciechi,
l'udito ai sordi, la loquela ai muti, la salute ad ogni sorta di ammalati.
Accetta le preghiere e gli umili ossequi che con vero affetto ti porgiamo. Tu,
o nostro protettore, sei nostra guida e difesa; accoglici sotto il tuo
patrocinio, e come nel mondo schiacciasti il demonio da tanti corpi, scaccia il
peccato dai nostri cuori. Come ascoltasti tanti meschini che a te ricorrevano
ascolta le nostre preghiere. Accendi in noi sentimenti di viva fede,
ferma speranza ed ardente carità simile alla tua affinché otteniamo la salute
del corpo, ma principalmente quella dell'anima. E così nell'imitazione della
tua virtù possedere il santo timore di Dio, la pace e la tranquillità dello spirito,
il tuo conforto in questo pellegrinaggio, la tua assistenza nell'ora della
morte e finalmente la grazia di venire a lodare con te la divina misericordia
in Paradiso per tutta l'eternità.
Prega per noi San
Calogero.
Affinché siamo degni
delle promesse di Cristo.
AMICO PELLEGRINO
Amico pellegrino,vieni al
Santuario,
"Cammina verso lo
splendore,il Signore cammina con te".
Prepara il tuo cuore e
parti con gioia, solo o in compagnia dei tuoi fratelli, ma vieni.
Segui le orme dei tuoi
Padri.
Chiunque tu sia,
ricordati che hai un posto nella Casa di Dio,
tu hai dei fratelli da
incontrare, dei Santi da imitare,
San Calogero da ascoltare
e il mistero della Chiesa da vivere.
Se sei assetato di gioia,
di pace, di giustizia,
d'amore e di perdono,
vieni a bere l'acqua viva
alla sorgente della salvezza.
Giovane pieno
d'entusiasmo, o malato disperato per la sofferenza,
tu che ti senti
emarginato,o tu che vivi la serenità della vita familiare,
vieni ad illuminarti alla
luce del Vangelo.
Va e torna riconciliato,
confortato e rinnovato.
Annuncia la Lieta Notizia
ai tuoi fratelli:
Dio ci ama e ci attende.
Cammina verso lo
splendore:
il Signore cammina con
te.
CREDIMI SIGNORE
Signore, Padre
Onnipotente, luce nelle tenebre;
misericordia infinita;
maestro e compagno;
volontà suprema e
creatore di ogni volontà.
Mi hai dato gli occhi per
vedere.
Il cuore per sentire,
amare e credere.
Mi hai dato il cervello
per pensare.
Ed io, mio Signore,
sento, amo, credo e penso.
Signore dimmi, dove sei?
Io ti cerco, desidero
incontrarti, parlare con te,
ascoltarti, ma Tu. Nella
mia pochezza,
di sicuro sbaglio, pure
quando ti cerco, ti respingo:
tu sei dentro di me ed io
voglio trovarti fuori.
Ma Signore, Onnipotente
Creatore che ci lasci liberi e
sempre liberi ci hai
lasciato. Tu permetti noi di sbagliare,
tu ci consenti di
peccare.
La tua volontà, Signore,
è suprema, nel bene ed anche nel male!
Padre Nostro
misericordioso che mai il tuo perdono fai mancare,
tu hai fatto un disegno,
un mosaico immenso, perfetto e noi siamo i tasselli:
sempre suprema è la tua
volontà.
Non meravigliarti
Signore, non sorprenderti e non offenderti
se la mia fede vola come
una carta al vento e poi,
ritorna come un'onda del
mare, calmo.
Ma tu sei il Signore, il
mio Signore, l'Onnipotente Padre Creatore
ed ogni cosa conosci.
Tutto è da te, tutto è per te, tutto ti appartiene.
Tu vuoi la mia fede come
una carta al vento.
Io imploro il tuo
aiuto,sempre di te ho bisogno: non togliermi la tua misericordia.
Solo tu sai quant'è
difficile credere in te,credimi, Signore!
INNO
Da ogni piaga ognor, o
San Calogero,
muovon le turbe
pellegrinanti a te
stanche e provate dal
lungo penare
ai tuoi pie' vengono ad
implorar mercé.
Rit.
Tu dei fedeli i voti
accogli e le preghiere,
tu alle stanche schiere
largisci
i tuoi favor; in Dio dei
tribolati
la fede e la speranza
conferma e la costanza
lenisci ogni dolor! (bis)
Freme la guerra intorno a
noi del male
e non v'è pace in fondo
ai nostri cuor
onde dimessi, stretti al
tuo altar,
tregua imploriamo, o
Santo Protettore.
Rit.
Su questo colle ove di
grazie
il trono fissar volesti
del tuo santo amor il voto adempi del popolo che l'implora
stendi il tuo manto sopra
San Salvator.....
Rit.
INNO
O Calogero dal ciel
pietoso
Come il sole che splende
al mattino
Tu ci guidi nell'aspro
cammino
Che conduce all'eterno
splendor,
Tu ci guidi nell'aspro
cammino
Che conduce all'eterno
splendor.
Rit. O Calogero
Eremita prega
prega per noi Gesù.
Sorgi o San Salvator,
dell'alba novella.
Già la luce sorride sul
monte
Fanciullini venite alla
fonte
Manifesti la gioia del
cuor.
Fanciullini venite alla
fonte
Manifesti la gioia del
cuor.
Rit.
Martirologio Romano: Sul
monte Gemmariaro presso Sciacca in Sicilia occidentale, san Calogero,
eremita.
SOURCE : http://santiemodestia.blogspot.com/2017/06/18-giugno-san-calogero-eremita-in.html
Il monte San Calogero è una collina situata a circa 7 km da Sciacca, in provincia di Agrigento. Vi si trovano il santuario di San Calogero (mostrato in questa foto), del XVI secolo, e diverse grotte naturali dalle quali si sprigiona vapore. Foto amatoriale non firmata, ma trovata nella collezione del fotografo dilettante Giuseppe Riggio di Sciacca. Upload effettuato dai suoi eredi.Archivio privato della famiglia Riggio.
Calógero el anacoreta,
Santo
Eremita, 18 de junio
Por: Cristina Huete García | Fuente: hagiopedia.blogspot.com
Martirologio Romano: En
el monte Cronio (hoy Gemmariario), cerca de las termas de Selinunte, en Sicilia
occidental, Italia, san Calógero, eremita. († c. 561).
Nació en Calcedonia,
junto al Bósforo, en un pueblo de la antigua Tracia. Desde niño fue muy devoto
y, ya joven, peregrinó de Constantinopla a Roma, donde lo recibió el papa san
Félix III y le dio permiso para vivir en soledad en un lugar impreciso.
En este lugar tuvo una
visión angélica o una inspiración celestial, que le indicó que debía
evangelizar Sicilia; se entrevistó con el Papa del que obtuvo la autorización
para partir hacia la isla, con sus compañeros san Felipe, Onofrio y Arquileon,
para liberar aquel pueblo de los demonios y de la adoración de los dioses
paganos. Mientras san Felipe se dirigió a Agira y Onofrio y Arquileon se fueron
a Paternò, Calógero, durante el viaje a Lípari, en las islas Eolias, fue
invitado por los habitantes para que se quedara con ellos durante algún tiempo,
predicando el Evangelio y enseñándoles cómo utilizar las aguas termales en los
momentos de necesidad.
Durante su permanencia en
la isla de Lípari, tuvo la visión de la muerte y condena del rey Teodorico, rey
de los lombardos. Después de otra visión, se dirigió a Sicialia y vivió en
Sciacca (Sicilia). Convirtió a sus habitantes y curó a los poseídos. En el
monte donde vivió hoy se le llama: monte San Calógero. Es recordado por su
soledad, por la felicidad con la que gozó la vida, y por sus exorcismos. Su
vida está plagada de leyendas piadosas. Patrón de Agrigento.
SOURCE : https://es.catholic.net/op/articulos/62454/calogero-el-anacoreta-santo.html#modal
Voir aussi : http://www.santuaritaliani.it/santurio/s-calogero-eremita/
https://www.lasiciliainrete.it/fr/directory-tangibili/listing/festa-di-san-calogero-agrigento/
http://www.mistretta.eu/PDF%202/Sulla%20devozione%20a%20San%20Calogero%20eremita.pdf
https://www.radicisiciliane.com/blog/0pipaeghej0n5gjlg2tbvp052tq96i