Wiligelmo e
seguaci, Sant'Anselmo di Nonantola
,
fatto monaco, fonda l'abbazia di Nonantola, portale dell'abbazia di Nonantola, XII secolo
Anselm,
from a 12th-century sculpture by Wiligelmo
Anselme, fait moine, fonde l'abbaye de Nonantola (sculpture de Wiligelmo, portail de l'abbaye de Nonantola (xiie siècle)
Saint Anselme
Abbé et fondateur du
monastère de Nonantola (+ 807)
Né vers 720, Anselme, duc de Frioul, abandonne la vie politique en 749 et devient moine bénédictin. Il fonde en 752 avec ses moines un monastère à Nonantola avec un hospice pour les pèlerins, sur un terrain donné par son beau-frère le roi Astolphe. Il en fait un monastère bénédictin, centre remarquable d'ascétisme, de culture, de travail et de soins hospitaliers. Il est enterré dans l'église de l'abbaye.
L'abbaye située près de Modène a une bibliothèque toujours importante avec environ 20000 ouvrages, 16 incunables et 174 'cinquecentine'
- Abbaye de Nonantola, Abbazia di Nonantola, site internet en italien
À Nonantola en Émilie, l'an 807, saint Anselme, fondateur et premier abbé du
monastère de ce lieu, où pendant cinquante ans il sut promouvoir la discipline
monastique par ses préceptes et l'exercice des vertus.
Martyrologe romain
SOURCE : https://nominis.cef.fr/contenus/saint/11492/Saint-Anselme.html
Also
known as
Anselm of Friuli
Profile
Duke of
Friuli, Italy.
Brother-in-law of the Lombard King Aistulph.
Career soldier.
Cleric. Founded the abbeys in Fanano, Modena, Italy,
and of Nonantola, Italy.
Both included hospitals and
hostels. Anselm became a Benedictine monk in Rome, Italy in 753. Abbot of
the house at Nonantola,
which grew to a thousand brothers under
his leadership. Received permission from Pope Stephen
III to transfer the body of Pope Saint Sylvester
I to the house. Banished to Monte
Cassino by King Desiderius,
but restored by Charlemagne after
seven years in exile.
Born
at Forum Juhi,
(modern Friuli), Italy
803 of
natural causes
Additional
Information
Saints
of the Day, by Katherine Rabenstein
books
Our Sunday Visitor’s Encyclopedia of Saints
other
sites in english
sitios
en español
Martirologio Romano, 2001 edición
fonti
in italiano
MLA
Citation
“Saint Anselm of
Nonantola“. CatholicSaints.Info. 1 March 2023. Web. 3 March 2024.
<https://catholicsaints.info/saint-anselm-of-nonantola/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/saint-anselm-of-nonantola/
Saints
of the Day – Anselm of Nonantola, O.S.B., Abbot
Died 803. Brother-in-law
of the Lombard King Aistulph, and duke of Friuli, Anselm became a monk and
founded the abbey of Fanano near Modena, Italy – then a second at Nonantola.
Both monasteries included hospitals and hostels. Aistulph’s successor, King
Desiderius banished Anselm to Montecassino, but after seven years he was
restored to Nonantola by Charlemagne (Benedictines).
MLA
Citation
Katherine I
Rabenstein. Saints of the Day, 1998. CatholicSaints.Info.
12 July 2022. Web. 3 March 2024.
<https://catholicsaints.info/saints-of-the-day-anselm-of-nonantola-o-s-b-abbot/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/saints-of-the-day-anselm-of-nonantola-o-s-b-abbot/
St. Anselm of Nonantola
Feastday: March 3
Death: 803
Benedictine abbot and
duke. He was born in Forum Juhi, modern Friuli, Italy, heir to a local title
and brother-in-law of King Aistulf, the Lombard ruler who married Anselm's
sister, Gisaltruda. Anselm left his titles and power, and in 750 founded a
monastery at Tanano, Italy. Two years later he built the monastery of Nonantola near
Modena, Italy. He then went to Rome where
Pope Stephen II invested him with the habit of
the Benedictine Order. Anselm founded many charitable institutions; however, he
lost his patronage when Aistulf died. Desiderius, the new Lombard ruler,
banished Anselm from his kingdom in 756. He went to Monte Cassino for seven
years, until Desiderius fell
to the armies of Charlemagne. Anselm remained in Nonantola until
his death. He is patron of the region.
SOURCE : https://www.catholic.org/saints/saint.php?saint_id=1428
St. Anselm
Abbot, Duke of Forum
Julii, the modern Friuli, in the northeastern part of Italy. Wishing to
serve God in
a monastery, he
left the world, and in 750 built a monastery at
Fanano, a place given to him by Aistulph, King of the Lombards, who had
married Anselms sister Gisaltruda. Two years later he built the monastery of
Nonantula, a short distance northeast of Modena he then went
to Rome where Stephen III invested
him with the habit of St. Benedict and appointed him Abbot of Nonantula.
Being very charitable,
able, Anselm founded many hospices where
the poor and
the feeble were sheltered and cared for by monks. Desiderius, who
had succeeded Aistulph as
King of the Lombards (756-774) banished Anselm from Nonantula. The seven years
of his exile the latter spent at Monte Cassino, but
returned to Nonantula after the capture of Desiderius by Charlemagne. Having
been abbot for
fifty years, Anselm died at Nonantula in 803, and the town of that name
still honours him
as patron.
Sources
LECHNER, Martyrologium
des Benediktiner-Ordens (Augsburg, 1855); STADLER, Heiligen-Lexikon (Augsburg,
1858), I, 235; Acta SS., 1 March, 263, 891.
Ott,
Michael. "St. Anselm." The Catholic Encyclopedia. Vol.
1. New York: Robert Appleton
Company, 1907. <http://www.newadvent.org/cathen/01550a.htm>.
Transcription. This
article was transcribed for New Advent by W.S. French, Jr. Dedicated to
the Rev. Anselm G. Biggs, O.S.B. (Belmont Abbey, Belmont, N.C., U.S.A.).
Ecclesiastical
approbation. Nihil Obstat. March 1, 1907. Remy Lafort, S.T.D.,
Censor. Imprimatur. +John Cardinal Farley, Archbishop of New York.
Copyright © 2023 by Kevin Knight.
Dedicated to the Immaculate Heart of Mary.
SOURCE : https://www.newadvent.org/cathen/01550a.htm
Michele di Matteo,
Scomparto di polittico con Sant'Anselmo di Nonantola
1460, tempera su
tavola; Nonantola, Museo
Benedettino e Diocesano d'Arte Sacra
Sant' Anselmo di
Nonantola Abate
† 3 marzo 803
Di stirpe longobarda, Anselmo fu duca del Friuli. Nel 749, abbandonata la vita politica, fondò un cenobio ed un ospizio per pellegrini nella valle del Panàro. In seguito ad una donazione del cognato, il re Astolfo, verso il 752, con i suoi monaci costruì la chiesa e il monastero di Nonatola (nei pressi di Modena), ponendolo sotto la regola di S. Benedetto e facendone un centro ragguardevole di ascesi, di cultura, di lavoro e di assistenza ospedaliera. Anselmo fu mediatore di pace nella guerra franco-longobarda.
Morì il 3 marzo 803 e fu sepolto nella chiesa del monastero.
Martirologio
Romano: A Nonantola in Emilia, sant’Anselmo, fondatore e primo abate del
monastero del luogo, che per cinquant’anni promosse la disciplina monastica sia
con l’insegnamento che con l’esercizio delle virtù.
Anselmo è uno dei personaggi più imponenti del monachesimo dell’Alto Medioevo e l’unico santo longobardo di cui ci siano pervenute notizie certe.
Di lui parlano numerosi documenti, bolle, rescritti, diplomi e una ‘Vita’ scritta nel secolo XI già nota dal ‘Catalogus Abbatum’ del 1037.
Si suppone che Anselmo sia nato verso il 720 a Cividale o Vicenza, figlio di Wectari di Vicenza, duca del Friuli, era fratello di Giseltrada sposa di re Astolfo (749-756) e di Aidin con cui possedeva insieme, beni terrieri a Verona e Vicenza (documenti del 797 e 820).
Fu per qualche tempo anche duce del Friuli; nel 749, Anselmo però lascia tutte le attività e cariche politiche per dedicarsi ad una vita di santità; lascia il Friuli risalendo la valle dell’Alto Panaro, dove il cognato re Astolfo, gli dona la terra di Fanano e qui si ferma a fondare un cenobio per accogliere i monaci che ormai gli si erano radunati attorno e più in alto verso il passo di S. Croce Arcana, apre un ospizio per pellegrini che prende il nome di S. Jacopo di Val d’Amola.
L’opera di accoglienza dei pellegrini, molto numerosi nella valle, che era uno dei passaggi obbligati tra il Nord e la Toscana, costituisce un impegno primario e nessun pellegrino deve allontanarsi senza avere ricevuto con misericordia ogni assistenza.
Nel 751 il re Astolfo che comunque aveva mire espansionistiche, aveva occupata Ravenna e dona ad Anselmo un altro territorio tolto dal Ducato di Persiceta, di nome ‘Nonantolae’, che controllava le strade che da Verona e Piacenza scendevano a Bologna.
Il santo abate e i suoi monaci, si danno da fare per costruire una chiesa e il monastero, bonificando e coltivando quelle terre ormai abbandonate e incolte, producendo un vantaggio economico e sociale a tutta la regione.
Si sa che la chiesa dedicata alla Madonna venne consacrata l’8 ottobre del 752 dal vescovo Geminiano di Reggio Emilia per delega del papa Adriano I. Una seconda dedica questa volta agli Apostoli è fatta dall’arcivescovo di Ravenna, Sergio (748-769), la ‘Vita’ continua a narrare dicendo che nel 752 Anselmo insieme a re Astolfo va a Roma, per offrire in dono al papa Adriano I il monastero nonantolano.
Il Sommo Pontefice, conferisce ad Anselmo la dignità di abate e gli dona i ‘corpi santi’ di s. Silvestro papa e di altri martiri; così il 20 novembre 756 il vescovo di Bologna, Romano compie una terza dedicazione della chiesa e monastero questa volta a S. Silvestro I papa.
Alcune di queste notizie non sono certificate dalla realtà storica del periodo, come il dono delle reliquie, in realtà molte reliquie di martiri romani emigrarono verso il Nord a seguito delle spoliazioni di cimiteri suburbani compiute dai Longobardi durante l’assedio di Roma del 756.
L’opera dell’abate Anselmo è sottolineata dalla grandiosa attività di
assistenza sociale e spirituale svolta a favore delle folle degli umili che si
sviluppò e proseguì nei secoli, attraverso i suoi monasteri. Oltre quello di
Fanano, egli fondò altri tre monasteri con annessi ospizi, dipendenti
dall’abbazia di Nonantola: quello di S. Ambrogio dove il fiume Panaro taglia la
via Emilia, quello del ‘Vicus Domnani’ a Vicenza (ora S. Silvestro) e quello
non meglio identificato nel ‘luogo detto Susonia’ con l’oratorio di S.
Giustina.
Oltre 1100 monaci da lui dipendenti si dedicarono all’ascesi, all’assistenza
sociale, alla trascrizione dei codici, all’attività ospedaliera, alla bonifica
dei terreni; per un certo numero di anni fu come in esilio a Montecassino,
durante il regno di Desiderio (757-774), il perché ci è ignoto, ma Anselmo poté
ritornare a Nonantola solo dopo la morte di Desiderio; nel periodo cassinese
acquistò per la sua abbazia vari codici, infatti queste operazioni sono
registrate nell’Archivio Nonantolano compilato verso il 1000.
Si prodigò per la pace fra longobardi e franchi, al punto che il re franco Carlo Magno, lo ringraziò con larghi benefici e privilegi per l’abbazia.
Morì il 3 marzo 803 ad 80 anni di età ed a 50 dalla fondazione del monastero; fu sepolto nella chiesa della stessa abbazia.
Nel 1400 l’abbazia aveva già una sua tipografia; codici miniati, pergamene, e
reliquiari preziosi sono conservati nel tesoro della chiesa, costruita nelle
forme romanico-lombarde e a cui lavorarono insigni artisti medioevali.
Autore: Antonio Borrelli
Duca del Friuli e fratello della moglie del re longobardo Astolfo, Anselmo è un valoroso cavaliere che nell’VIII secolo cavalca in groppa al suo destriero accanto al comandante supremo. È un politico potente, giovane, ricco. Che cosa potrebbe volere di più dalla vita? Eppure a ventinove anni Anselmo ne ha abbastanza di duelli, guerre, armi, feriti e morti. Sente, nel profondo del proprio essere, che la propria intelligenza e la propria energia devono essere messe a frutto in maniera differente. Sente che un Re più potente lo chiama (il Signore dei Cieli) per affidargli un incarico più importante: predicare il Vangelo e metterlo in pratica. Il re longobardo capisce le buone intenzioni di suo cognato e gli dona un appezzamento di terreno a Nonantola, vicino a Modena, in Emilia Romagna, dove poter edificare una chiesa e un convento. Qui l’ex valoroso guerriero, diventato monaco, fonda una grande abbazia intitolata a San Silvestro, di cui è molto devoto.
Il monastero segue la Regola di San Benedetto e arriva ad ospitare centinaia di monaci che pregano e lavorano tutto il giorno, nei campi incolti che bonificano e fanno fruttare, rendendo fertile tutta la zona; nelle biblioteche dove conservano e ricopiano i preziosi manoscritti; nei locali adibiti all’accoglienza dei pellegrini che da Nord si dirigono a Roma e nella Terra Santa. I monaci curano anche gli ammalati, con le erbe da loro raccolte, e assistono i poveri ai quali donano cibo. Anselmo, instancabile, costruisce altri monasteri da adibire a centri di assistenza ospedaliera e di carità, con oltre mille monaci alle sue dipendenze. In breve l’Abbazia di Nonantola diventa un prestigioso centro propulsore di cultura, predicazione e carità evangelica, fino all’anno Mille circa.
Nonostante la sua fama, il santo longobardo, con umiltà continua a svolgere i lavori più faticosi. Nel mentre la sua inesauribile attività è rivolta anche in campo politico per portare la pace tra Longobardi e Franchi: Carlo Magno in persona, il re dei Franchi, gli è riconoscente e lo premia con privilegi e benefici per i suoi conventi. Anselmo muore a Nonantola all’età di 80 anni, nell’803. È l’unico santo longobardo di cui si conosca la storia.
Autore: Mariella Lentini
Note: La Chiesa lo celebra il 3 marzo mentre a Nonantola viene festeggiato
il 1 maggio.
SOURCE : https://www.santiebeati.it/dettaglio/90975
ANSELMO di Nonantola,
santo
Dizionario Biografico
degli Italiani - Volume 3 (1961)
Alessandro Pratesi
Visse tra il secolo VIII
e i primissimi anni del IX. Di stirpe regale longobarda (è probabile che fosse
legato, per linea femminile, alla famiglia di Liutprando, mentre in linea
maschile sarebbe derivato, secondo un'ipotesi valida, da Wetcari duca del
Friuli, un cui discendente, un altro Wetcari, fu padre dello stesso Adoin, che
da un documento dell'820 risulterebbe fratello di A.), era cognato di Astolfo,
che aveva sposato sua sorella Giseltrude.
La Vita gli attribuisce
il titolo di duca del Friuli e lo mostra a capo delle milizie alle dipendenze
del cognato. Poiché, tuttavia, sembra preferibile l'ipotesi di chi data la
vocazione monastica di A. prima dell'abdicazione (764) e vestizione monacale di
Ratchis nel romitaggio di Montecassino, l'attività militare del futuro abate
dovette svolgersi - se vera - durante il regno di Ratchis, allorché il ducato
del Friuli era in mano di Astolfo, per cui il ducato al quale presiedeva A.
sarà stato piuttosto quello di Ceneda,dove subentrò poi Orso figlio di Munichi,
quello stesso, probabilmente, a cui fu per errore attribuito un assai incerto
ducato di Persiceto per aver più tardi donato all'abbazia nonantolana
"preceptales Persicetanos".
Vestito l'abito benedettino,
A. fondò di sua iniziativa e, a quanto pare, con mezzi propri (l'intervento di
Giseltrude presso Astolfo sembra un elemento fantastico introdotto dall'anonimo
biografo), il monastero di Fanano con annesso ospizio per i pellegrini. Salito
al trono Astolfo, questi pensò di giovarsi del cognato e, fattagli donazione di
una località incolta nel territorio di Nonantola, lo indusse a fondare un nuovo
cenobio (751-752) a 10 km da Modena, sulla destra del Panaro, in una posizione
donde si controllavano le strade che da Piacenza e Verona conducevano a
Bologna. L'anno seguente la chiesa abbaziale sarebbe stata consacrata da
Geminiano vescovo di Reggio, ma, poco dopo, una nuova consacrazione - forse
sollecitata da Astolfo - avrebbe avuto luogo ad opera di Sergio arcivescovo di
Ravenna: il privilegio di quest'ultimo con la data del 753 è però una patente
falsificazione, come la maggior parte dei diplomi regi e ducali e dei privilegi
pontifici che figurerebbero rilasciati all'abbazia nel secolo VIII. D'altra parte,
il Libellus defundatione monasterii, sottolineando come in questa e in
altre occasioni non si avesse alcun intervento del vescovo di Modena, svela
l'epoca tardiva della compilazione e l'evidente proposito di affermare
l'indipendenza dell'abbazia dalla giurisdizione dell'ordinario diocesano.
Successivamente A. fu con
Astolfo all'assedio di Roma del dicembre 755 - gennaio 756: l'interpretazione
della fonte, per cui l'abate avrebbe indotto il sovrano a seguirlo in una
pacifica peregrinazione alla Sede degli apostoli, è destituita di ogni
fondamento. La profanazione delle tombe ad opera delle truppe di Astolfo
accampate sulla Salaria è un fatto accertato, e sicuramente si ricollega con
esso il furto della reliquia di s. Silvestro, asportata dalle vicine catacombe.
La tradizione nonantolana
ostenta un privilegio di Adriano I [sic] con la data del 776, da cui
risulterebbe che il prezioso corpo era stato donato dal pontefice al pio abate:
ma non c'è dubbio che si tratta,nonostante la rinnovazione fattane da Innocenzo
III il 13 giugno 1213, di una tarda e poco abile falsificazione. Comunque la
reliquia fu sicuramente trasferita a Nonantola e nell'ottobre del 756 l'altare
che la racchiudeva venne consacrato solennemente da Romano vescovo di Bologna e
Apollinare vescovo di Reggio: lo stesso monastero prese d'allora il nome di S.
Silvestro. L'episodio ha creato agli storici notevoli difficoltà, poiché è noto
che nel 761 il corpo di s. Silvestro venne da Paolo I traslato, insieme con
quello di s. Stefano, nel monastero urbano che avrebbe preso poi il nome di S.
Silvestro in Capite: è possibile che i Longobardi, credendo di sottrarre le
ossa di s. Silvestro, ne abbiano invece asportate altre, come può darsi che si
siano impadroniti di una sola parte del corpo.
Si attribuiscono ad A.
numerose altre fondazioni monastiche e un eccezionale impulso dato all'abbazia
nonantolana, dove sarebbero stati accolti in quegli anni u44 monaci, oltre i
novizi e gli oblati: ma si tratta, evidentemente, di una esagerazione del
biografo.
Nel marzo 756, dopo
l'infelice episodio di Ratchis che, abbandonato l'abito monastico in seguito
alla morte di Astolfo, aveva tentato nuovamente l'avventura del trono, il Regno
longobardo passò nelle mani di Desiderio: secondo il Catalogus regum
Langobardorum et Italicorum sarebbe cominciato allora, e durato per tutto
il regno di Desiderio, l'esilio a Montecassino di A., il quale era caduto in
disgrazia presso il nuovo sovrano.
Il Catalogus abbatum
Nonantulanorum, sia nella prima, sia nella seconda e più ampia redazione,
indica in sette anni la durata di tale segregazione: la stesura più antica,che
risale agli anni tra il 933 e il 941, lo fa in maniera indiretta, attribuendo
sette anni alla reggenza dell'abbazia da parte di un "Vigilancius
presbiter" la stesura più recente, da ascriversi al periodo tra il 1037 e
il 1045, in maniera invece esplicita. Sennonché un diploma di Desiderio con la
data del 758 - certamente falso, ma costruito verosimilmente su un genuino
perduto - ha ancora per destinatario "venerabilis vir Anselmus
abbas", mentre un documento del maggio 762 indica come abate un Silvestro
ignoto ai cataloghi, al quale è pure indirizzato un diploma di Adelchi del 771
o 772: è pertanto probabile che A. non sia stato costretto all'esilio subito
dopo l'avvento di Desiderio al trono, ma soltanto dopo il 758, forse nel
periodo 760-761, allorché Desiderio, tentando di eludere l'impegno di
restituire al pontefice le iustitiae della Res publica
Romanorum, cercava l'alleanza dell'imperatore di Bisanzio, desideroso di
riconquistare anch'egli le terre dell'esarcato entrate in possesso della
Chiesa; A., fedele alla politica antibizantina di Ratchis e di Astolfo, e forse
ossequiente alle aspirazioni di Roma per dovere del suo stato religioso,
dovette opporsi al re e subime lo sdegno. Nel lasciare l'abbazia egli ne
avrebbe temporaneamente affidato il governo a Vigilanzio, che non volle però
arrogarsene mai il titolo; tuttavia Desiderio, per far valere la propria
autorità, poté imporre un nuovo abate, Silvestro, il quale, considerato dalla
maggior parte dei monaci come un intruso, non fu inserito nel catalogo.
Deposto Desiderio nel
774, A. potè ritornare a Nonantola, portando con sé da Montecassino - secondo
una notizia che è soltanto nella redazione più ampia del Catalogus, ma che il
compilatore potè desumere direttamente dagli ex libris dei manoscritti -
numerosi codici: l'esilio sarebbe quindi durato non sette, bensì quattordici
anni, e si può pensare tanto a un errore nel Catalogus I, ripetuto poi nel II,
quanto a una omissione, nel senso che la reggenza di Vigilanzio durò
effettivamente sette anni e alla sua morte non fu possibile, per la presenza di
Silvestro, designare un nuovo reggente: il compilatore della redazione più
ampia del Catalogus avrebbe poi assimilato senz'altro la durata del governo
vicario di Vigilanzio con, quella dell'esilio di Anselmo.
Della successiva
operosità del fondatore di Nonantola non rimane altro ricordo, a parte una
notizia conservata nella tardiva Historiola di Rodolfo notaio;
espugnata Pavia e deposto Desiderio, Carlomagno incontrò ancora resistenza da
parte di Potone, duca di Brescia e nipote del re, e di Ansoaldo vescovo, che si
erano accattivati le simpatie dei nobili bresciani: il re franco tentò dapprima
di piegare i ribelli con le minacce, quindi provò con la mediazione di A.
inviato a Brescia come suo ambasciatore; ma la legazione non conseguì alcun
risultato.
La morte di A., descritta
dall'anonimo biografo con particolari edificanti, avvenne nell'803, il 3 marzo;
in tal giorno se ne effettua la solenne commemorazione a Nonantola e a Cividale
del Friuli.
Fonti e Bibl.: Actus
vel transitus b. Anselmi abbatis, a cura di G. Waitz, in Mon. Germ. hist., Scriptores
rerum Langobard. et Italicar. saec. VI-IX, Hannoverae 1878, pp.
567-570, e a cura di P. Bortolotti, in Monumenti di storia patria delle
Provincie Modenesi. Serie delle cronache, XIV, II, Modena 1891, pp.
255-263 (estratto col titolo Antica vita di s. Anselmo abbate di
Nonantola, Modena 1892, pp. 123-131); De fundatione monasterii Nonantulani,
a cura di G. Waitz, op. cit., p. 570, e a cura di P.
Bortolotti, op. cit., pp. 267 s. (estratto pp. 135 s.); Catalogus
I et II abbatum Nonantulanorum, a cura di G. Waitz, op. cit., pp. 570
s., e a cura di P. Bortolotti, op. cit., pp. 273 s. (estratto pp. 141
s.); De transiatione s. Silvestri, a cura di P. Bortolotti, op. cit.,
pp. 269-272 (estratto pp. 137-140); Catalogus regum Langobardorum et
Italicorum Brixiensis et Nonantuianus, a cura di G. Waitz, op. cit.,
p. 503; Chronicon Salernitanum, a cura di U. Westerbergh, Stockholm s. d.
[ma 19 56], par. 7, p. 9; Rodulphi notarii Historiola, a cura di G. M.
Biemmi, in Istoria di Brescia, II, Brescia 1749, p. X.
Per le fonti documentarie
cfr. G. Tiraboschi, Storia dell'augusta badia di S. Silvestro di
Nonantola, aggiuntovi il codice , diplomatico della medesima...,
II, Modena 1785, pp. 1-35; P. F. Kehr, Italia Pontificia, V, Berolini
1911, pp. 334-336; A. Gaudenzi, Il monastero di Nonantola, il ducato
di Persiceto e la Chiesa di Bologna, in Bullett. d. Ist. stor.
ital., XXXVI (1916), pp. 19-29, 52-66, 79-98, 167-181. F. Ferrari, Catalogus
sanctorum Italiae in menses duodecim distributus, Mediolani 1613, p.
130; Id., Catalogusgeneralis sanctorum aui in Martyrologio Romano non
sunt, Venetiis 1625, p. 97; Acta sanctorum Martii, I, Antverpiae
1668, pp. 265 s., 900 s.; E. Gattula, Historia abbatiae Cassinensis..., I,
Venetiis 1733, p. 18; G. P. Della Stua, Memorie Per servire alla storia di
s. Anselmo duca di Cividale del Friuli, Udine 1775; G. Tiraboschi, Storia cit.,
I, Modena 1784, pp. 55-77; G. Montagnani, Storia dell'augusta badia di S.
Silvestro di Nonantola, Modena 1838, pp. 1-10; C. Campori, Dei Longobardi
nel Modenese e singolarmente di sant'Anselmo, in Atti e Mem. d. Deput.
di storia patria per le prov. modenesi e parmensi, VII (1874), pp. 1-17; Bibliotheca
Hagiographica Latina antiquae etmediae aetatis, I, Bruxellis 1898-1899, p. 88,
e Supplementum, ibid. 1911, p. 24; A. Gaudenzi, Il monastero cit.,
in Bullett. d. Ist. stor. ital., XXII (1901), pp. 83-103,
164-171; A. Corradi, Nonantola abbazia imperiale, in Riv. stor.
benedettina, IV (1909), p. 182; L. Duchesne. La Premiers temps de l'Etat
Pontifical (754-1073), Paris 1911, pp. 34-36; P. Paschini, Note
storiche su uomini ed avvenimenti del Friuli in sul cadere del Regno
longobardo, in Memorie storiche forogiuliesi, VIII(1912), pp. 2-8; M.
Bertolani Del Rio, Ospizi ed ospedali fondati da Anselmo santo abate di
Nonantola, in Atti e Mem. della Deput. di storia patria per le
antiche prov. modenesi, s.8, V (1953), pp. 234-237; G. Fasoli, Una "donatio
mortis causa" del duca Anselmo, ibid, p.183-190; C. G.
Mor, L'esilio di s. Anselmo, ibid., pp. 191-194.
SOURCE : https://www.treccani.it/enciclopedia/anselmo-di-nonantola-santo_(Dizionario-Biografico)/