Saint Gerland
Évêque en Sicile et
confesseur (+ 1101)
Il était originaire de
Besançon, mais, pour des raisons familiales, il partit en Sicile. Pour
l'affranchir des Arabes, Robert Guiscard, le chef normand, en fit un évêque à
Catane. Mais l'ambiance morale de la ville ne plaisant pas à saint Gerland, il
préféra devenir évêque d'Agrigente, au cœur de l'île. Il y fut soutenu par le
Pape Urbain II qui l'encourageait à remettre en activité une Église très
malmenée par la présence sarrasine.
À Agrigente en Sicile,
l’an 1100, saint Gerland, évêque. Originaire de Bourgogne, il réorganisa son
Église, libérée de l’occupation des Sarrasins.
Martyrologe romain
SOURCE : http://nominis.cef.fr/contenus/saint/5859/Saint-Gerland.html
Gerland d’Agrigente
† 1100
Comme son nom ne
l’indique pas, Gerland naquit à Besançon (Doubs), au début du 11e siècle,
apparenté à la famille de Roger de Hauteville. Son nom latin est Geriandus.
C’était un homme de
grandes vertus, connu pour sa formation approfondie et sa piété.
Il fut appelé en Sicile
par deux princes normands, Robert Guiscard et Roger qui, en 1086, avaient
reconquis une partie de cette île sur les Sarrazins et désiraient y rapporter
la semence de la foi.
On le nomma d’abord
premier chapelain à la cathédrale de Catane (Sicile), puis premier chantre au
chapitre de celle de Mileto (Calabre).
Attristé par la
dépravation qui régnait dans cette dernière ville, il rentra en Bourgogne avec
la résolution d’y vivre dans la solitude.
Sur les instances du
comte Roger, il reprit cependant le chemin de la Sicile et, cette fois, fut
nommé évêque d’Agrigente et sacré en 1088 par le bienheureux pape Urbain II, ce
pape qui, à Reims, avait été disciple de s.Bruno (v. 6 octobre).
Le nouvel évêque se lança
hardiment à la reconquête spirituelle de son diocèse. Il commença par réparer
les ruines causées par l’occupant. Mais il ne traita pas en ennemis les
Sarrazins vaincus : il travailla au contraire à leur conversion, ainsi qu’à
celle des Juifs présents dans l’île. Une de ses conquêtes fut justement l’émir
Hamud.
Sa charité envers les
pauvres lui valut le titre de père nourricier des veuves et des orphelins.
Quand Urbain II fut malade,
c’est Gerland qui fut appelé à Rome pour assister le pontife à ses derniers
moments.
Gerland mourut le 25
février 1100. On dira donc qu’il est mort au onzième siècle, le douzième
commençant en 1101.
Ses obsèques se firent
avec grand honneur.
Le culte dont il fut
l’objet amena à faire inscrire le bienheureux Gerland au Martyrologe du 25
février.
SOURCE : http://www.samuelephrem.eu/2015/11/gerland-d-agrigente.html
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale
de San Gerlando, Agrigento.
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale
de San Gerlando, Agrigento.
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale de San Gerlando, Agrigento.
Also
known as
Gerland of Agrigento
Gerlando….
Giullannu….
Profile
Bishop of Girgenti (Agrigento), Sicily.
Worked for the restoration of Christianity throughout Sicily after
the Saracens were driven out by his relative, Robert Guiscard of Normandy.
Born
at Besancon, France
1104 on Sicily of
natural causes
Agrigento, Italy, archdiocese of
Additional
Information
Saints
of the Day, by Katherine Rabenstein
books
Our Sunday Visitor’s Encyclopedia of Saints
other
sites in english
images
sitios
en español
Martirologio Romano, 2001 edición
fonti
in italiano
MLA
Citation
“Saint Gerland the
Bishop“. CatholicSaints.Info. 11 July 2022. Web. 5 April 2025.
<https://catholicsaints.info/saint-gerland-the-bishop/>
SOURCE : https://catholicsaints.info/saint-gerland-the-bishop/
Gerland of Girgenti B
(AC)
Born in Besançon, France;
died 1104. Saint Gerland is said to have been related to the Norman conqueror
of Sicily, Robert Guiscard. He was consecrated bishop of Girgenti by Urban II,
and labored for the restoration of Christianity in Sicily after the expulsion
of the Saracens. It is said that Gerland was continually saddened by the sight
of the world (Benedictines, Encyclopedia).
SOURCE : http://www.saintpatrickdc.org/ss/0225.shtml
Statua
di san Gerlando (part. Volto del santo), XV secolo,
legno intagliato; Agrigento, Museo Diocesano
San Gerlando di Agrigento Vescovo
Al vescovo Gerlando si
deve la riorganizzazione della diocesi di Agrigento dopo la lunga occupazione
musulmana che durò dall'829 al 1086. Secondo alcuni studiosi Gerlando era
nativo di Besançon e fu nominato primicerio della «Schola cantorum» della
chiesa di Mileto (Catanzaro) dal gran conte di Sicilia Ruggero I degli
Altavilla. Dopo la riconquista di Agrigento dall'occupazione araba e il
ristabilimento della gerarchia ecclesiastica nell'isola, Gerlando fu nominato
dallo stesso conte, vescovo della città nel 1088. Venne consacrato a Roma da
papa Urbano II. La sua opera di riorganizzazione della comunità cristiana di
Agrigento, che oggi lo venera come patrono, lo portò in sei anni a costruire
l'episcopio e la cattedrale, dedicati alla Madonna e a san Giacomo. A lui si
deve la fortificazione del castello di Agrigento, che allora si chiamava
Girgenti dal precedente nome arabo «Gergent». Partecipò al convegno di
Mazara del 1098 e battezzò il signore arabo Chamud, chiamato poi Ruggero
Achmet. Morì il 25 febbraio 1100. (Avvenire)
Martirologio Romano: Ad
Agrigento, san Gerlando, vescovo, che riordinò la sua Chiesa liberata dal
potere dei Saraceni.
Qualche studioso lo dice
nativo di Besançon, appartenente alla popolazione celtica ‘allobroga’ e parente
del gran conte di Sicilia Ruggero I degli Altavilla (†1101), fu uomo di grande
carità, erudito nelle sacre discipline.
Nominato da Ruggero
primicerio della ‘Schola cantorum’ della chiesa di Mileto (Catanzaro), dopo la
riconquista di Agrigento (1086) dall’occupazione araba e il ristabilimento
della gerarchia ecclesiastica nell’isola, fu nominato dallo stesso conte,
vescovo della città nel 1088 (la bolla di conferma pontificia è del 1098),
venendo consacrato a Roma dallo stesso papa Urbano II.
Nel suo viaggio di
ritorno, passando per Bagnara in provincia di Reggio Calabria, predisse al
priore del locale monastero Drogone che sarebbe stato suo successore.
Ritornato ad Agrigento,
Gerlando si adoperò alla riorganizzazione della diocesi, che dopo l’occupazione
musulmana durata dall’829 al 1086, contava ben pochi cristiani e in sei anni
edificò l’episcopio e la cattedrale che dedicò alla Madonna e a S. Giacomo;
fortificò il castello di Agrigento, nome assunto dalla città nel 1927, ma che
allora si chiamava Girgenti dal nome messo dagli arabi ‘Gergent’.
Sappiamo inoltre che
partecipò al convegno di Mazara del 1098 in cui il gran conte Ruggero I e i
vescovi della Sicilia si accordarono per la ripartizione delle decime; a lui si
dà il merito di aver battezzato e evidentemente convertito, il signore arabo
Chamud, chiamato poi Ruggero Achmet.
Gerlando dopo dodici anni
di episcopato, morì il 25 febbraio 1100; le sue reliquie ebbero varie
ricognizioni e traslazioni ad opera dei vescovi agrigentini nel 1159 e
1264.
Il vescovo Giovanni
Oroczo de Covarruvios, nel 1598, ordinò in onore del santo patrono della città,
delle solenni feste, rimaste famose negli annali storici agrigentini, vi
parteciparono fra l’altro ben 8640 confratelli di 29 confraternite, tutti in
divisa propria, oltre a tutto il clero secolare e regolare della diocesi.
L’ultima traslazione
delle reliquie è del 1630, esse poste in una magnifica arca d’argento sbalzato,
furono sistemate nella cappella della cattedrale dove sono tuttora.
Una volta la festa della
traslazione era celebrata con grande solennità e partecipazione di tutta la
diocesi, oggi il culto esterno è alquanto ridotto.
Autore: Antonio
Borrelli
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/91011
Sciacca:
Chiesa di San Gerlando
Parrocchia
Maria SS. del Buon Consiglio
Chiesa Madre di Porto
Empedocle
San Gerlando - Un
santo patrono mai festeggiato dagli empedoclini
Il 25 febbraio di ogni
anno, la chiesa agrigentina fa memoria di san Gerlando patrono della città di
Agrigento e di Porto Empedocle. Ma è pur vero che gli empedoclini sono poco
legati a questa figura, forse perché dal punto di vista popolare le feste della
Madonna del Carmine e di san Calogero sono più sentite. Infatti, gli abitanti
del paese marittimo non hanno tanta devozione verso il patrono, forse oserei
dire, che se non fosse per la chiusura di uffici e scuole, gli empedoclini non
ricorderebbero per nulla il giorno della commemorazione del santo patrono. Ma
devo pur dire che la Chiesa, dal canto suo, fa di tutto per cercare di
accrescere la devozione verso san Gerlando, infatti, ogni anno nella chiesa
madre viene celebrata una santa messa in sua memoria con la presenza di tutte
le altre realtà parrocchiali del territorio.
Della vita di san
Gerlando si hanno poche notizie, alcune di queste si trovano nel libro scritto
da mons. Domenico De Gregorio San Gerlando Storia e racconti popolari. San
Gerlando nacque a Besançon intorno al 1030-1040. Il nome Gerlando deriva
dall’antico tedesco ger, gairu, lancia, o gairm, grido
guerresco, oppure da Herr, signore, ma il significato finale sarebbe
quello di combattente, conquistatore di terra. Non è a noi chiaro quando e
perché abbia lasciato la sua patria; tante sono le ipotesi, una di queste è che
forse venne a Roma per visitare le tombe degli apostoli, poi si fermò in
Calabria. Rientrato a Besançon, in seguito ritornò di nuovo in Italia e
precisamente in Sicilia, dove nel 1088 venne eletto vescovo di Agrigento. La
sua opera più grande fu l’opera di evangelizzazione per far accrescere la fede
in quei pochissimi cristiani che ivi trovò e poi di convertire ebrei e
musulmani. Morì ad Agrigento il 25 Febbraio 1100 e in seguito venne proclamato
santo nel 1159. L’agiografia del santo si intreccia anche con racconti e
leggende popolari, tra l’altro è una delle caratteristiche della nostra
provincia far intrecciare qualcosa di sacro come la vita di un santo con alcune
leggende di tipo fantastico che derivano dalle tradizioni popolari. Una di
queste narra dell’esistenza, ad Agrigento, di un drago che terrorizzava la
città a tal punto che ogni giorno gli doveva essere consegnata una donna
vergine che poi veniva mangiata dallo stesso. Il papa, per cercare di
sconfiggere il drago e nello stesso tempo per convertire i saraceni presenti
nella città, mandò prima san Libertino il quale venne ucciso dagli stessi
saraceni e poi inviò san Gerlando affiancato dal cugino Ruggero re di Borgogna.
Arrivati nella città, il santo incominciò a convertire tutti i saraceni e poi
si fece portare nella casa del drago. Questi incatenò con la sua forza il
santo, ma egli, aprendo le braccia, fece scivolare le catene a terra e con un
sol filo di capello, trasformatosi in una corda resistente, riuscì a catturare
il drago liberando così la città dalle sue grinfie. Questo racconto poc’anzi
citato è di origine agrigentina, racconti o leggende empedocline che parlino
delle gesta o dei miracoli del santo sono a noi sconosciute o comunque forse
non ne esiste nessuna. Questo indica ancora come non esista nel nostro paese un
culto radicato verso il santo patrono. Ma viene spontaneo porsi una domanda:
come mai san Gerlando è patrono di Porto Empedocle? La risposta a questa
domanda va ricercata nel passato e precisamente il 26-11-1896, quando la chiesa
Maria SS. del Buon Consiglio (attuale chiesa vecchia) venne elevata a
parrocchia e chiesa Madre del paese, con il suo primo arciprete il canonico
Ignazio Valenti. Prima dell’elevazione a parrocchia, la chiesa, già esistente,
non era altro che una rettoria della cattedrale di Agrigento; quindi, quando
venne elevata a parrocchia indipendente (e poiché esisteva già da circa 50 anni
l’indipendenza e l’autonomia del paese), l’arciprete non dovette fare altro che
proclamare patrono san Gerlando per continuare comunque una tradizione che già
esisteva per la dipendenza della stessa chiesa alla cattedrale agrigentina che
aveva come patrono san Gerlando. Forse l’unica cosa che ci tiene ancora un po’
legati verso il santo è la statua lignea ubicata nel quinto altare a destra
nella chiesa Madre, scolpita da Calogero Cardella intorno al decennio 1870-1880
e ivi e posta su un altare di marmo grigio e rosso Sant’Agata, bianco di
Carrara e billiemi, donato dalla cassa operaia San Gerlando nel 1906.
Esiste però un rosario di
tradizione prettamente empedoclina dedicato al santo, che recita così:
(posta) San Gerlando
mio pastore avvocato e protettore, per quest’anima tutta zelo impetratemi su dal
cielo,
tanto amore poco a poco di divenire tutto foco e volesse il petto mio divampare
sol per Dio.
(grani piccoli) San
Giurlannu nn’aviti a guardari da tutt’ i mali e brutti guai,
e ludamu cu’ firvuri San
Giurlannu prutitturi
Il suddetto rosario viene
recitato come triduo nei giorni 23-24-25 Febbraio. In queste poche parole
troviamo appunto alcune di queste che riprendono tratti delle virtù del Santo
come per esempio: pastore di anime e protettore della città, da lodare con
grande fervore affinché custodisca i suoi devoti e li renda invulnerabili dai
mali.
SOURCE : https://web.archive.org/web/20110603070259/http://www.chiesamadreportoempedocle.it/sangerlando.htm
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale de San Gerlando, Agrigento.
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale de San Gerlando, Agrigento.
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale
de San Gerlando, Agrigento.
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale
de San Gerlando, Agrigento.
La
Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Cathédrale
de San Gerlando, Agrigento.
La Chiesa di San Gerlando
“San Giullannu senza
dannu“
Nata nel grande solco
della tradizione normanna, è una preziosa testimonianza di espressioni
artistiche diverse:
Arabo-normanno, lo stile
originario che oggi si riconosce nel transetto e nella torre dell’orologio che
si eleva sopra la cappella di San Bartolomeo,
Gotico- chiaramontano,
quello che si ammira nella prima parte della chiesa con le sue colonne a base
ottogonale che sorreggono gli archi a sesto acuto;
Rinascimentale è il
motivo architettonico che si mostra nella facciata e nel campanile che la
fiancheggia magnificamente;
Barocca la
decorazione del presbiterio e la sezione centrale della chiesa.
La costruzione durò sei anni (1096-1102). Faceva parte di una “ecclesia munita” cioè luogo di culto e di difesa ad un tempo, che dominava e concludeva in luogo eminente il complesso fortificato di Agrigento. L’edificio a pianta a croce latina, ha una lunghezza di circa 100 metri ed una larghezza di metri 40. La costruzione inizialmente fu dedicata alla Vergine Maria Assunta e successivamente consacrata a San Gerlando dal Vescovo Bertaldo de Labro. Lungo la navata sinistra si susseguono sepolcri di arcivescovi e notabili appartenenti ai secoli che vanno dal XV al XVII. Nell’urna di vetro, vicino alla porta meridionale si trova il corpo imbalsamato di San Felice Martire. La tradizione popolare riconosceva nella figura umana un cavaliere di Carlo Magno, Brandimarte, paladino del re. Morto nel duello dei “tri contro tri” a Lampedusa..
Testo tratto dal libro
“Agrigento, visita al centro storico” di Giuseppe Di Giovanni. Per gentile
concessione dell’autore.
SOURCE : https://www.lavalledeitempli.it/itinerari/agrigento/chiese/cattedrale-san-gerlando/
Errico Cuozzo, « Les
évêques d'origine normande en Italie et en Sicile » dans Pierre Bouet et François Neveux, Les évêques normands du XIe
siècle : Colloque de Cerisy-la-Salle (30 septembre - 3 octobre 1993),
Caen, Presses universitaires de Caen, 1995, 330 p. (ISBN 2-84133-021-4), p.
67-78.
Voir aussi : http://www.sangerlando.it/